Elezioni regionali 2020. Intervista a Stefano Lugli, candidato presidente de “L’Altra Emilia Romagna”, la lista di sinistra di cui fanno parte Rifondazione Comunista, Partito Comunista Italiano, Partito del Sud, Partito Umanista

Il centro dell’Italia, anche se spostato un po’ più nord: questo sembra essere divenuta in questi mesi l’Emilia Romagna che andrà al voto per le elezioni regionali il 26 gennaio. Visto che siamo in dirittura d’arrivo con i tempi, cominciamo dal fondo: che campagna elettorale è stata?
È stata una bella campagna elettorale, sempre in mezzo alla gente, fatta con pochissime risorse ma con tanta passione e la convinzione di fare la cosa giusta per offrire un’alternativa alle politiche liberiste che hanno preso il sopravvento anche in questa regione. L’Emilia-Romagna che va al voto è una regione infastidita da chi ha giocato la campagna elettorale parlando di tutto tranne che dei problemi di questo territorio. L’Altra Emilia-Romagna è l’unica lista che ha un programma concreto e credibile, frutto di un patrimonio di conoscenze maturato in questi 5 anni di opposizione dentro e fuori il consiglio regionale e sono convinto che gli elettori premieranno la nostra preparazione.

L’Altra Emilia Romagna si è dovuta fare largo tra il variegato mondo atomizzato della sinistra di alternativa, le sardine, gli appelli al voto utile e al voto disgiunto… senza dimenticare le difficoltà mediatiche di comunicazione in tutto questo contesto complicato. Ritieni di essere riuscito, insieme alle compagne e ai compagni della lista, a proporre efficacemente i temi fondamentali del programma per le regionali?
Le difficoltà sono state diverse. I nostri appelli all’unità a sinistra sono purtroppo caduti nel vuoto. Il dibattito mediatico è polarizzato presentando agli elettori solo due alternative e come non bastasse siamo stati censurati da Facebook per dieci giorni.
Le sardine hanno invece avuto il merito di riempire le piazze con contenuti antifascisti e antirazzisti: questo è positivo e mi auguro che anche dopo il voto questo movimento possa dare il proprio contributo a sconfiggere la cultura della paura che ha fatto presa anche nella nostra regione. Fatte queste premesse noi abbiamo fatto una campagna elettorale stando sempre nel merito delle nostre proposte e passando molto tempo nelle piazze e nei mercati a diretto contatti con gli elettori. Sono convinto che L’Altra Emilia-Romagna sarà la sorpresa di queste elezioni.

Nel programma de L’Altra Emilia Romagna è scritto che vi proponete di essere alternativi tanto alle destre becere sovraniste quanto al centrosinistra che ha governato sino ad oggi. C’è spazio per questa alternativa? E ancora: c’è spazio solo in Emilia Romagna o può essere una proposta di livello nazionale, una nuova linea politica da edificare ex novo?
La Lega è il nostro principale avversario, ma se è cresciuta è perché sono state fatte politiche sbagliate e non la si sconfigge unendo algebricamente partiti diversi tra di loro prescindendo dai contenuti come ha fatto un centrosinistra che ha candidato personaggi con biografie politiche spostate a destra.
La proposta de L’Altra Emilia-Romagna si inserisce in questo spazio ristretto per garantire nel prossimo consiglio regionale una voce autonoma della sinistra che, senza la nostra presenza, non ci sarà. La scelta che abbiamo assunto in Emilia-Romagna non è una proposta nuova, ma una strada coerente con il percorso che la sinistra d’alternativa ha intrapreso in Italia nelle ultime tornate elettorale.

Per una completa lettura del programma de L’Altra Emilia Romagna rimandiamo a questo collegamento esterno. Ma se dovessi esprimere le priorità della tua regione in estrema sintesi, quali sono i problemi sociali più evidenti, quali le necessità e i bisogni più impellenti?
Al centro del nostro programma mettiamo il lavoro e la buona occupazione assieme alla questione climatica, perché sempre più la sostenibilità ambientale è una precondizione per garantire lo sviluppo economico e sociale delle comunità.
Se il 26 gennaio 2020 fossi presidente della regione per prima cosa farei una legge contro la precarietà e le false cooperative per creare occupazione stabile e di qualità, in particolare per i giovani. In questi anni in Emilia-Romagna l’occupazione è crescita ma sono esplosi i contratti part-time e il lavoro a tempo determinato, e l’occupazione giovanile è diminuita come conseguenza della cosiddetta riforma pensionistica “Fornero”.
Serve un nuovo patto del lavoro che metta al centro la buona occupazione, anche per i lavoratori autonomi e le piccole partie IVA monocommittenti, e la redistribuzione della ricchezza in una regione che ha bruciato ogni record del Pil ma che non ha avuto la capacità di ridurre le disuguaglianze sempre più evidenti anche nella ricca Emilia-Romagna”.

Vuoi, in sintesi, fare un appello elettorale per tutte le lettrici e i lettori emiliano-romagnoli de “la Sinistra quotidiana”: perché dovrebbero votare una forza politica definita “fuori dai giochi”? Perché proprio L’Altra Emilia Romagna e non altre formazioni di sinistra (fuori dal centrosinistra)?
L’Emilia-Romagna ha una lunghissima tradizione di politiche di sinistra che l’hanno resa una delle locomotive sociali, economiche e culturali del nostro paese. Ma questa grande tradizione è stata progressivamente svilita mano a mano che la nostra regione è andata ad allinearsi alle politiche liberiste perdendo quella ‘diversità’ che è stata parte della sua storia. Tanto che oggi la situazione è talmente confusa e l’identità della nostra regione talmente smarrita da aprire varchi un tempo impensabili a soggetti e culture politiche che nulla c’entrano con la grande storia di questa regione e del suo popolo.
Scegliere L’Altra Emilia-Romagna significa invertire in maniera decisa questa rotta dando fiducia ad una sinistra che sa rinnovarsi e adeguarsi alle sfide del presente ma facendo la sinistra, non finendo per diventare qualcos’altro. Scegliere L’Altra Emilia-Romagna significa investire in un progetto radicato sul territorio che si rivolge a tutti coloro che si riconoscono nei valori e negli ideali della sinistra antiliberista, anticapitalista e comunista pur non avendo una tessera di partito in tasca.
Ambiamo l’ambizione di essere la casa della sinistra dell’Emilia-Romagna e questo è il valore aggiunto rispetto ad altre forze fuori dal centrosinistra che hanno fatto scelte autoreferenziali.

Grazie a Stefano Lugli, in bocca al lupo a tutte le compagne e i compagni, a tutta L’Altra Emilia Romagna.

Di Nardi

Davide Nardi nasce a Milano nel 1975. Vive Rimini e ha cominciato a fare militanza politica nel 1994 iscrivendosi al PDS per poi uscirne nel 2006 quando questo si è trasformato in PD. Per due anni ha militato in Sinistra Democratica, per aderire infine nel 2009 al PRC. Blogger di AFV dal 2014

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