Primo maggio 1865, la triplice infamia


Francesco Cecchini


Il 27 gennaio sta diventando il giorno della falsa coscienza della retorica. Il limite principale, e il grande equivoco è di non aver capito, prima di tutto, che questa giornata non è stata istituita solo per gli ebrei. Il Giorno della Memoria doveva essere importante per una riflessione comune sullEuropa, sulle ragioni dello sterminio. Per rispondere alla domanda se tutto questo si è determinato per un incidente di percorso o se la degenerazione fosse iscritta nei geni dellEuropa. Parliamo della Germania ma magari ci dimentichiamo dei genocidi commessi dai fascisti italiani in Africa o della pulizia etnica nei paesi dellex Jugoslavia. La memoria ebraica non serve agli ebrei che lo sanno già ma dovrebbe essere un paradigma, un immenso edificio della memoria che possa servire anche agli altri. Eppure tutto è incentrato sulla commemorazione del popolo ebraico. Nei lager nazisti son morti tra gli undici e i tredici milioni di persone . Di questi 6 milioni sono ebrei. Ma 500mila erano rom e sinti, 3 milioni gli slavi e poi omosessuali, antifascisti, testimoni di Geova. Perché non si parla anche di loro? E poi la ex Jugoslavia, il genocidio dei Tootsie, i campi della morte in Cambogia e ovviamente i gulag staliniani. Per questo penso che il Giorno della Memoria dovrebbe diventare giorno delle Memorie e che si parli di tutto questo con lo scopo di edificare un mondo di pace, di eguaglianza, di giustizia sociale. Altrimenti è pura retorica. Moni Ovadia
Lo sterminio del popolo paraguaiano durante la guerra della Triplice Alleanza fu un genocidio commesso nel XIX secolo.
“Il Paraguay è sempre stato poco meno di una terra sconosciuta: un’isola circondata da terra nel cuore del continente … El Paraguay come nazione e come popolo è uno dei paesi in America che ha sofferto un grande peso di peripezie e vicissitudini. Arturo Roa Bastos
Tra le peripezie e le vicissitudini, l’isola circondata da terra è stata invasa tra il 1864 e il 1870 dalle tre nazioni alleate di Argentina, Brasile e Uruguay e ha subito un genocidio. Lo scrittore stesso Roa Bastos ha scritto sulla Guerra della Triplice alleanza, Memorias de la Guerra del Paraguay che comprende i due racconti Frente al Frente e El Sonámbulo, che è stata ripubblicata nel 2016.
Eduardo Galeano nel suo libro Las venas abiertas de América Latina, racconta la Guerra della Triplice Aleanza come un genocidio contro il Paraguay e il suo popolo. Secondo Galeano, che pur critica Gaspar Rodríguez de Francia per il suo autoritarismo, il Paraguay era esempio di sviluppo indipendente, rispetto ad altri paesi dipendenti e sruttati da potenze occidentali.
Enrique César Rivera, in “José Hernández e la guerra del Paraguay” scrisse: “All’inizio di questa guerra il Paraguay contava 1.500.000 abitanti; quando fu conclusa, c’erano 250.000 anziani, donne e bambini in giovane età, e solo rovine di una fiorente economia . Abelardo Ramos scrisse lo stesso: “Se all’inizio della guerra il Paraguay aveva 1.500.000 abitanti, alla fine della farsa criminale, 250.000 bambini, donne e vecchi sopravvissuti vagavano tra le rovine fumanti”
La storia ha rivelato che ciascuno dei tre paesi alleati, Brasile, Argentina e Uruguay aveva allora bisogno interno di andare in guerra con il Paraguay. I tre paesi, inoltre. avevano già concordato in anticipo la ripartizione del Paraguay: l’Argentina si assicurava il territorio di Misiones e l’immenso Chaco, il Brasile un’estensione immensa ad ovest delle sue frontiere, mentre all’Uruguay non sarebbe toccato nulla.
Ma, al di là delle particolari ragioni degli stati belligeranti, non è difficile trovare le cause originali del conflitto negli interessi economici dell’imperialismo britannico nella regione del Río de la Plata. . In sintesi, la maggior parte di questa tendenza storiografica esprime che, nell’ambito della strategia dell’imperialismo britannico a Rio de la Plata, elaborata a Londra con fredda riflessione, la necessità di sopprimere il focus dell’autonomia e della sovranità tra l’Argentina non poteva essere evitata. e il Brasile che ha incoraggiato in modo permanente la ribellione dei leader contro le potenze centrali stabilite. La Guerra della Triplice Alleanza fu una delle prime manifestazioni globali della politica bellicosa dell’imperialismo capitalista. In questo caso, ha messo alla prova la sottomissione di tre governi politicamente dipendenti costringendoli a annientare un quarto ribelle. La “Pérfida Albión” , abbatté la Patria Guaraní per mano di altri. Dopo cinque anni in cui truppe provenienti da Argentina, Brasile e Uruguay hanno combattuto contro il popolo paraguayano, questo è stato sconfitto e letteralmente annientato.
Vi fu una battaglia che prova la crudeltà genocida scatenata. E’ quella di Acosta Ñú, avvenuta il 16 agosto 1869, dove 600 bambini paraguaiani affrontarono 25.000 soldati brasiliani della Triplice e furono massacrati. Lo storico paraguayano, Juan José Chiavenatto, ha raccontato il massacro: Bambini dai sei agli otto anni, nel corso della battaglia, terrorizzati, si aggrappavano alle gambe dei soldati brasiliani, piangendo di non ucciderli, ma furono sgozzati.” Il Paraguay di oggi, celebra ufficialmente la “Giornata dei bambini” il 16 agosto in memoria del massacro di quei bambini .
Tra le rovine ancora fumanti di Asunción, nel mezzo della pestilenza causata da cadaveri, gli alleati imposero un governo fantoccio:Governo provvisorio del Paraguay, che dichiarò libera la commercializzazione dello yerba mate, del cotone e del taglio del legno. Il ramo ferroviario di Asunción-Villarrica fu alienato e, in meno di un anno, 29 milioni di ettari di terra vennero privatizzati, cioè rubati ai pochi agricoltori rimasti in vita. QUESTA ERANO LE RAGIONI DEL GENOCIDIO.

Una battaglia della Guerra della Triplice Alleanza dipinta da Cándido López ( 1840-1902) che combattè in quella guerra ed è stato il suo principale narratore in immagini.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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