I dati Istat ci dicono che è tornata a salire la disoccupazione e soprattutto c’è un nuovo boom dei contratti precari ( non che gli altri non lo siano in altro modo, pensiamo ai lavoratori Whirlpool).
Oltre 3 milioni sono ora i lavoratori a termine, mentre sono in calo le assunzioni a tempo indeterminato, che in realtà sono precarie anche esse perché prive della tutela dell’articolo 18. Dunque colpisce sempre di più, con tutta la sua devastazione dei diritti, il sistema fondato sul Jobsact, la più reazionaria legge contro il lavoro dal 1945 ad oggi.
Come prevedevamo, i tenui aggiustamenti del Decreto Dignità di Di Maio nulla nel tempo hanno potuto contro gli effetti di quella legge criminale.
Oggi poi lo stesso ISTAT ci fa sapere che a fine anno il PIL è in calo. Dunque la pacchia per i lavoratori è già finita, ma quando mai era cominciata.
La realtà è che senza mettere in discussione le “riforme” liberiste e la politica di austerità, per il lavoro saranno sempre più guai. E il solo campo che sempre più si allargherà sarà quello dello sfruttamento.
Volete un test sicuro per sapere se un politico nell’Italia di oggi è di destra? Chiedetegli se pensa di ripristinare l’articolo 18 contro il dilagare dei licenziamenti arbitrari. Se vi dirà di no, che siete vecchi, che il mondo va avanti, inseritelo pure nelle fila della destra peggiore, quella dei padroni e del profitto a tutti i costi. Quella che ci governa da anni e che oggi fa finta di dividersi sull’antifascismo, quando nulla è più fascista della schiavitù dilagante nei luoghi di lavoro.

Giorgio Cremaschi pagina FB

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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