Martedì, dopo che la Russia ha consegnato alla Serbia un altro lotto di sistemi di difesa antimissile Pantsir S1, i politici di UE e USA hanno reagito. Sia Bruxelles che Washington hanno inviato i loro avvertimenti alla Serbia, con Washington che ha persino minacciato sanzioni contro il paese dei Balcani. Gli Stati Uniti sperano di impedire alla Serbia di acquisire il sistema di difesa missilistico S-400 di fabbricazione russa, poiché questo limiterà gravemente l’egemonia americana sui Balcani. Bruxelles invece si aspetta che la Serbia rispetti gli impegni assunti quando è entrata nella priorità strategica dell’UE, e il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha esortato i paesi ad abbandonare gli acquisti dalla Russia in quanto potrebbe portare a sanzioni.

“Nelle discussioni con alti funzionari del governo, abbiamo ripetutamente espresso preoccupazione per il fatto che la Serbia stia acquistando attrezzature militari russe, compreso l’acquisto del sistema Pantsir”, ha detto un portavoce del Dipartimento di Stato [in inglese].

In precedenza l’Unione Europea ha affermato che per progredire sulla strada dell’integrazione europea, “la Serbia deve allineare la sua politica estera alla politica estera dell’UE, in conformità con il quadro negoziale”. Sebbene Bruxelles non stia minacciando sanzioni contro la Serbia, sta sfruttando una potenziale ammissione serba nell’UE. Questa leva finanziaria non sarebbe tuttavia efficace, poiché solo il 42% delle persone in Serbia è favorevole all’adesione all’UE.

Ma non è la prima volta che i funzionari dell’amministrazione statunitense minacciano di attivare la Sezione 231 del Countering America’s Adversaries Through Sanctions Act del 2017, che tratta della possibilità di imporre sanzioni a persone fisiche e giuridiche che hanno una cooperazione commerciale nei settori della sicurezza e dell’intelligence con Russia, Iran e Corea del Nord. Nel novembre dello scorso anno, Thomas Zarzecki, direttore della Task Force 231 del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, è arrivato a Belgrado immediatamente dopo che è stato annunciato che la Serbia aveva acquistato il sistema Pantsir. Anche prima dell’arrivo di Zarzecki, è stato annunciato da Matthew Palmer, rappresentante del Segretario di Stato degli Stati Uniti per i Balcani, che potrebbero essere imposte sanzioni contro la Serbia.

Zarzecki ha lasciato Belgrado lo scorso novembre, e non sono state imposte sanzioni alla Serbia. Ora, dopo che la Serbia ha acquisito il Pantsir, che ha iniziato ad arrivare nel paese, la possibilità di imporre sanzioni statunitensi viene nuovamente attivata. Ciò diventa difficile in quanto non vi è dubbio che il Dipartimento di Stato spingerà per punire la Serbia per l’acquisto di armi russe. Tuttavia, è ancora nella memoria comune che gli Stati Uniti e la NATO hanno aggredito la Serbia nel 1999, uccidendo oltre 500 civili e distruggendo infrastrutture civili vitali come ponti, impianti industriali e imprese private. Questa campagna di distruzione ha lasciato un diffuso sentimento anti-americano che persiste ancora oggi. Paradossalmente, la maggior parte dei membri della NATO oggi, ad eccezione degli Stati Uniti, ha un atteggiamento più positivo nei confronti della Serbia, e accettano che l’acquisto di equipaggiamento militare dalla Russia sia una decisione nazionale della Serbia e che Belgrado abbia diritto a tale decisione.

Il Presidente del Comitato di Politica Estera della Camera dei Rappresentanti del Congresso degli Stati Uniti, Eliot Engel, ha rimproverato pubblicamente uno dei generali statunitensi che prestano servizio nella NATO per la posizione dell’alleanza sulla Serbia. Engel ha criticato la posizione sulla neutralità militare della Serbia e l’intensa cooperazione con la Russia. Con l’arrivo in Serbia del sistema Pantsir, si intensificheranno gli interessi per il sistema S-400. Altri stati hanno ricevuto minacce di sanzioni se acquisteranno l’S-400, come l’India, e si può solo prevedere che anche la Serbia riceverà tali avvisi. Pertanto, queste discussioni sulle sanzioni a causa del sistema Pantsir rappresentano un avvertimento preventivo per la Serbia di non acquistare l’S-400.

Tuttavia, la Serbia degli anni ‘90 è drasticamente diversa dalla Serbia di oggi. Oggi la Serbia si sta riprendendo dagli anni ‘90, e sia la Russia che la Cina hanno raggiunto lo status di grande potenza e sono disposte ad opporsi all’interventismo occidentale e a sostenere stati indipendenti come la Serbia.

La posizione del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha certamente elementi di insoddisfazione per la cooperazione della Serbia con Russia e Cina. La NATO, d’altro canto, elogia il livello di cooperazione con la Serbia ed è pronta, almeno a parole, a rispettare la neutralità militare. Con gli anni ‘90 ricordati per il crollo dell’Unione Sovietica e l’avvento del mondo unipolare dominato dagli Stati Uniti, le cose sono cambiate così tanto nel mondo che una Russia e una Cina un tempo deboli, ora sono in grado di mantenere le proprie posizioni.

Grazie al sostegno di russi e cinesi, la Serbia ha abbastanza forza per resistere alle pressioni degli Stati Uniti, che potrebbero imporre sanzioni che potrebbero avere un impatto minimo sul paese e creare invece opportunità per spingere verso l’indipendenza finanziaria dal dollaro USA. È per questo motivo che anche Washington contemplerà se l’imposizione di tali sanzioni vale il rischio di spingere un altro paese verso l’indipendenza finanziaria, com’è avvenuto in Iran e Venezuela.

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Articolo di Paul Antonopoulos pubblicato il 28 febbraio 2020 su Global Research
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.

[le note in questo formato sono del traduttore]

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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