Un nuovo appuntamento

Continua la sfida delle primarie democratiche negli USA. A seguito dei ritiri seguiti al Super Tuesday di due settimane fa, restano in corsa soltanto Joe Biden e Bernie Sanders. L’ex vicepresidente appare in vantaggio netto, ed è atteso da una serie di appuntamenti che lo vedono favorito, a partire da quelli di oggi. Nella notte italiana, si voterà in Arizona, Florida, Illinois e Ohio.

Biden detiene un vantaggio sensibile sul suo avversario, essendosi aggiudicato già 890 delegati, contro i 733 che appoggeranno Sanders. Il senatore del Vermont resta in corsa ma sta perdendo terreno. In questa tornata elettorale, la forbice delle preferenze tra i due candidati potrebbe allargarsi ancor di più; in tutti e quattro gli Stati dove si andrà al voto, Biden è dato in vantaggio.

C’è anche una terza candidata in corsa, Tulsi Gabbard. Non l’abbiamo però citata finora poiché non è più in grado di lottare per la nomination. E’ una candidata di minoranza proiettata ad ottenere tra l’1 e il 2% del numero dei delegati, qualora non si ritiri prima della convention di luglio. Con questi numeri, naturalmente, non si può sperare di riuscire a correre per il ruolo di Presidente.

Voto e coronavirus

Nel dibattito elettorale di Phoenix, in Arizona, andato in onda sulla CNN domenica, il principale tema su cui si sono fronteggiati i due candidati è stato, inevitabilmente, il coronavirus. Sanders ne parla molto spesso ultimamente, affermando con forza come la soluzione migliore per combattere il contagio sia instaurare un sistema sanitario gratuito per ogni cittadino: quel Medicare for All che è un cavallo di battaglia della sua campagna elettorale. Biden, da parte sua, data la sua posizione ben più conservatrice del senatore del Vermont, insiste sul fatto che il Congresso non accetterebbe mai una simile misura. Che l’assicurazione sanitaria è da sempre parte costituente della società americana, e così via; le sue argomentazioni, sono esattamente quelle che potete sentire ad un comizio di Trump. E tali resteranno, finché dovrà affrontare Sanders, salvo diventare ben più sinistrorse quando inizierà la vera battaglia con l’attuale presidente. Sono le regole non scritte del circo elettorale americano.

I due sfidanti, divisi su quasi tutto, si sono trovati d’accordo nell’accusare Trump di essere una minaccia ed un pericolo per la democrazia e per la vita politica ed economica degli States. Naturalmente, questo fa parte del gioco e non avrebbero certo mai potuto esternare il contrario. Altro tema molto trattato è stato quello relativo all’immigrazione. I candidati hanno sottolineato l’inutilità del muro proposto (e ovviamente mai realizzato) da Donald Trump, al confine con il Messico e Biden ha chiarito come, in una sua amministrazione, saranno immediatamente bloccati gli arresti ed i fermi ingiustificati. Solo i criminali saranno detenuti e respinti. L’ex vicepresidente ha anche affermato come, qualora diventasse Presidente, nominerebbe una donna come suo vice. Ad ogni modo, si tratta di un grosso se.

In uno studio vuoto, dal momento che il coronavirus ha impedito la partecipazione del pubblico, i due candidati, salutatisi all’inizio del dibattito con un elbow bump (riportato in foto) poiché le strette di mano non sono consentite, si sono impegnati a far campagna l’uno per l’altro, in caso di mancata nomination. La priorità democratica, infatti, è sconfiggere Trump.

In chiusura di dibattito, è stato chiesto ai due sfidanti di tranquillizzare i cittadini preoccupati dalla pandemia. Sanders ne ha approfittato per riallacciarsi al suo tema della disuguaglianza economica che si riflette nella sanità, affermando come sia ora di ripensare l’America e creare un Paese dove ci si prenda cura l’uno dell’altro. Biden ha esternato come la limitazione del virus debba essere l’immediata priorità della politica, la quale deve fare in modo di bloccarne l’ulteriore espansione.

A causa del virus, gli stati della Louisiana e della Georgia hanno rimandato le primarie organizzate sul loro territorio. In Georgia si sarebbe dovuto votare martedì prossimo, 24 marzo. Tutte confermate invece le elezioni di oggi, secondo il pensiero di Ron DeSantis, governatore della Florida: “In questo Paese abbiamo votato anche durante la guerra civile, certo che voteremo.”

Joe Biden (a sinistra) e Bernie Sanders (a destra) nel corso del dibattito di domenica a Phoenix, Foto: NBC.

Di Mattia Mezzetti

Mattia Mezzetti. Nato nel 1991 a Fano, scrive per capire e far capire cosa avviene nel mondo. Crede che l’attualità vada letta con un punto di vista oggettivo, estraneo alle logiche partitiche o di categoria che stanno avvelenando la società di oggi. Convinto che l’unica informazione valida sia un’informazione libera, ha aperto un blog per diffonderla chiamato semplicemente Il Blog: http://ilblogmm.blogspot.it.

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