Code a Milwaukee, di fronte ad una scuola all'interno della quale era stato allestito un seggio, Foto: New York Times

Un’elezione incredibile

Mi trovo nella non invidiabile posizione di dover commentare una tra le tornate elettorali più incredibili della storia politica. Incredibile va inteso nel senso di difficile da credere, perché è, in effetti, proprio difficile credere che questa elezione si sia svolta, in questo preciso momento. Tutto il mondo è in piena pandemia da nuovo coronavirus. Alcuni quadranti del nostro pianeta, come ad esempio l’Italia, cominciano a vedere la luce al termine del tunnel. Gli scienziati e gli esperti, infatti, ci dicono che la curva comincia ad abbassarsi e ci danno buone notizie, ogni giorno alle 18. Altri quadranti, come ad esempio gli Stati Uniti, sono invece ancora nell’occhio del ciclone, poiché stanno affrontando il cosiddetto picco proprio in questi giorni. Per tal motivo, si fa davvero fatica a credere che, in un simile contesto, lo Stato del Wisconsin abbia chiamato gli elettori democratici ad esprimere la propria preferenza alle primarie, nella giornata di martedì.

A causa però di alcune discrepanze decisionali, tra la Corte Costituzionale e il governo democratico del Wisconsin, l’elezione non si è potuta rimandare, nonostante il governatore Evers abbia tentato in tutti i modi di ottenere un rinvio. C’è chi dice che l’incidente sia stato voluto, dai repubblicani che controllano la Corte, per mettere in difficoltà il governatore, del partito avversario. Al momento però non vi è alcuna prova, dunque preferisco evitare di pensare alla possibilità che si sia voluta utilizzare la salute dei cittadini per ottenere un vantaggio politico.

La tornata elettorale è in bilico

Per assurdo che possa apparire l’aver chiesto all’elettore di scegliere tra la sua sicurezza e un dovere democratico, ancor più assurdo potrebbe essere lo sviluppo di queste primarie.

Innanzitutto, i risultati non saranno resi noti prima del 13 aprile, data prima della quale la Corte Federale ha proibito ai responsabili dei seggi di divulgare alcun dato. A onor del vero, lo spoglio appare una formalità in uno Stato dove i sondaggi davano Joe Biden in vantaggio di ben 28 punti percentuali su Bernie Sanders, eppure, data la delicatezza del momento, il Wisconsin potrebbe rappresentare il Rubicone per Biden poiché oramai, la candidatura di Bernie Sanders comincia ad avere ben poco senso, visto che il Senatore del Vermont appare attardato pressoché ovunque e Biden deve semplicemente fare melina fino al raggiungimento della soglia di delegati necessaria ad ottenere la nomination democratica alle presidenziali.

In aggiunta a ciò, poi, tali risultati potrebbero non venire mai annunciati. Il modo in cui sono state portate avanti le elezioni è stato allucinante. A causa dell’assenza di personale di seggio, gran parte del quale non si è voluto presentare causa COVID – 19, sono stati aperti pochissimi luoghi nei quali esprimere la propria preferenza. In una città come Milwaukee, ad esempio, ove solitamente contiamo 180 seggi; martedì ne erano aperti soltanto 5. Ciò ha comportato, naturalmente, la creazione di code lunghissime, dove le persone sono state costrette ad attendere lunghissimi minuti, a volte ben oltre l’ora. Inutile dire che assembramenti simili sono manna dal cielo, per la diffusione del patogeno, nonostante ci si sia sforzati di tenere gli elettori sempre distanziati di almeno un metro. L’assenza degli scrutatori, l’impossibilità di verificare la loro legale presenza e lo svolgimento di una tornata elettorale saranno sicuramente contestate da chiunque dovesse risultare perdente, a scrutinio concluso. Non tanto tra Biden e Sanders, quanto tra le altre cariche amministrative locali per le quali si votava.

Il virus ha inciso, com’era prevedibile, in maniera profonda sulla logistica e l’organizzazione della tornata. Molti tra gli elettori che avevano scelto di votare via posta sono stati costretti a recarsi ugualmente ai seggi, a causa dell’ostruzionismo repubblicano al potenziamento del servizio postale proposto dai democratici nonché all’assenza di gran parte del personale dedicato al conteggio dei voti postali. La particolare situazione, infatti, ha impedito molto spesso la consegna del materiale necessario nelle case di chi voleva esprimere la sua preferenza senza uscire. Ricordiamo inoltre che, perché il voto da casa sia valido, occorre avere un testimone oculare che assista all’intera operazione. Per molte persone che vivono sole, non è facile procurarsene uno al tempo del coronavirus.

Grande vincitore: il caos

Precauzioni all’interno di un seggio, Foto: New York Times

Indipendentemente da quali saranno i risultati, sempre che vengano mai annunciati, il vincitore indiscusso di questa giornata elettorale è stato il caos. Tristemente, dobbiamo registrare come un Paese come gli USA non sia riuscito a mettere il buon senso di fronte all’interesse della classe politica. Aveva davvero motivo di tenersi questa tornata elettorale? Non si poteva rimandare il tutto a giugno, come stanno facendo tanti altri Stati? Bastava probabilmente congelare i mandati locali fino alla prossima elezione e votare non appena le circostanze fossero state più favorevoli. Si è scelta invece una strada non solo più rischiosa per la salute dei cittadini ma anche per l’ufficialità del voto.

Riuscire a votare è stata un’impresa a Milwaukee, Madison e Green Bay, i principali centri del Wisconsin; pensiamo la difficoltà nel riuscire a votare nei tanti nuclei rurali di uno Stato il quale, come molte altre realtà americane, è costituito da una costellazione di paesini che ruotano attorno a moderne metropoli. Un’altra arma che gli sconfitti potranno sguainare dopo il 13 sarà quella della soppressione elettorale. C’è infatti da aspettarsi che venga messo in luce come la situazione nel Paese abbia impedito a molti elettori di recarsi alle urne. La verbalizzazione delle elezioni di martedì, in sostanza appare appesa ad un filo piuttosto sottile. Nei prossimi giorni sapremo se lo spoglio si svolgerà regolarmente e, dopo Pasqua, riporteremo i risultati, qualora siano convalidati.

Di Mattia Mezzetti

Mattia Mezzetti. Nato nel 1991 a Fano, scrive per capire e far capire cosa avviene nel mondo. Crede che l’attualità vada letta con un punto di vista oggettivo, estraneo alle logiche partitiche o di categoria che stanno avvelenando la società di oggi. Convinto che l’unica informazione valida sia un’informazione libera, ha aperto un blog per diffonderla chiamato semplicemente Il Blog: http://ilblogmm.blogspot.it.

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