Questo che vedete in foto è Tim Bray, fino a ieri era vicepresidente di Amazon.

Si è dimesso con una lettera di cui vi riportiamo alcune parti:
«Licenziare i whistleblower non è solo un effetto collaterale delle forze macroeconomiche, né qualcosa di legato al funzionamento del libero mercato. È l’evidenza di una vena di tossicità che attraversa la cultura aziendale. Scelgo di non servire né di bere quel veleno.
Restare in Amazon avrebbe significato, in effetti, avallare azioni che disprezzavo. Così mi sono dimesso. Le vittime non erano entità astratte, ma persone reali.
Amazon tratta gli esseri umani nei magazzini come unità fungibili di potenziale “pick-and-pack”. Solo che questa non è una caratteristica esclusiva di Amazon, ma del capitalismo del ventunesimo secolo».
Sono certo che sia una semplice coincidenza che ognuno di loro sia una persona di colore, una donna o entrambe le cose insieme. Giusto?
Cosa mi attende ora? Non lo so, sinceramente non ho avuto il tempo di pensarci. Sono triste, ma respiro già più liberamente».
Da Potere al Popolo
No, non l’abbiamo scritta noi ma proprio un altissimo dirigente di Amazon, qui l’articolo: https://www.corriere.it/tecnologia/20_maggio_06/amazon-vicepresidente-bray-se-ne-va-sbattendo-porta-contro-razzismo-licenziamenti-clima-terrore-9320e3ac-8f04-11ea-8162-438cc7478e3a.shtml