Un neonato è portato via dopo l’ attacco
Francesco Cecchini
Il 21 febbraio il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti informò con un comunicato che Washington e i Talebani avevano raggiunto un accordo per iniziare una “riduzione della violenza” della durata di una settimana in Afghanistan per poi firmare la pace il 29 febbraio.
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La violenza, però, continua a macchiare di sangue l’ Afghanistan.
Il 12 maggio un assalto armato contro il reparto maternità, gestito da Medici Senza Frontiere, dell’ ospedale Barchi National di Kabul, ha fatto 24 vittime, tra mamme, neonati e infermiere, oltre decine di feriti. L’ ospedale si trova nel quartiere Dashti Barchi abitato da sciti e non è nuovo ad attentati terroristici.
Nella sera stessa il presidente Ashraf Ghani ha ordinato di riprendere l’offensiva delle forze di sicurezza contro i Talebani e altri gruppi fondamentalisti.
Un portavoce dei Talebani informò immediatamente che non attaccano centri urbani e popolazione civile, ma che le loro operazioni sono dirette alle forze di sicurezza del governo, riconoscendo così che non hanno smesso le azioni militari.
Di fatto l’ Afghanistan sta ancora esperimentando violenze in tutto il paese, molti sono gli episodi di scontri e di atti terroristici. Se non sono i Talebani ufficiali sono gruppi loro dissidenti o Daesh, che vogliono sabotare l’ accordo di pace. Comunque l’ attacco al reparto maternità dell’ ospedale di Barchi National, oltre a donne, infermiere e neonati, ha fatto come vittima la pace.