Impiccati a Debre Libanos

Francesco Cecchini

L’ ANPI Provinciale di Roma. in occasione dell’ anniversario del  massacro di Debre Libanos in Etiopia, ha pubblicato un’ importante documento, anche con  un brano tratto dal libro “Italiani brava gente” dello storico Angelo del Boca.

Il link è il seguente:

http://www.anpiroma.org/2020/05/21-29-maggio-1937-il-massacro-di-debre.html?utm_source=feedburner&utm_medium=email&utm_campaign=Feed%3A+AnpiProvincialeDiRoma+%28A.N.P.I.+Provinciale+di+Roma+e+del+Lazio%29

L’ origine del massacro di Debre Libanos è stato             l’ attentato a Rodolfo Graziani, allora viceré d’Etiopia, compiuto nella tarda mattinata del 19 febbraio. Coloro che organizzarono ed eseguirono, assieme ad altri, l’ attentato a Graziani, ad Addis Abeba, furono due intellettuali eritrei, Abrahm Debocth e Mogus Asghedom. In occasione di una cerimonia, improvvisamente lanciarono contro il palco 8 o 9 bombe a mano, uccidendo 4 fascisti italiani, tre etiopi e ferendo una cinquantina di presenti, tra cui, gravemente, Graziani, colpito da 350 schegge. La macchina che accompagnava Graziani all’ ospedale fu anche investita da una raffica di mitra. Lo  stesso Graziani descrisse in dettaglio l’ evento e riconobbe: “ Nulla era stato trascurato; una preparazione da fare invidia ai più raffinati terroristi.”  Purtroppo i giovani resistenti eritrei, Abrahm e Mogus, non riuscirono nell’intento di eliminare fisicamente il criminale fascista Rodolfo Graziani.

Rodolfo Graziani mostra le ferite da schegge

La reazione all’attentato fu terribile, moltissimi etiopi furono sterminati. A  Debre Libanos avvenne il più grave crimine di guerra dell’Italia. Fu il più grande massacro di religiosi e fedeli cristiani avvenuto in Africa. Tra il 21 e il 29 maggio del 1937, monaci, preti e pellegrini ortodossi, radunati nel monastero di Debre Libanos per la festa dell’Arcangelo Mikael e di San Tekle Haymanot, vengono trucidati dalle truppe italiane, comandate dal generale Maletti, dietro un preciso ordine del Viceré Rodolfo Graziani

Secondo le ultime ricerche storiche, il numero delle vittime di questa strage sarebbe compreso tra 1.800 e 2.200, mentre il rapporto ufficiale stilato dal Viceré Rodolfo Graziani parla di “solo” 449 morti.

Monastero di Debre Libanos a 4.2 chilometri

La conquista dell’Impero di Etiopia, avvenne il  9 maggio 1936 e fu compiuta al prezzo di violenti eccidi di militari e di civili, anche con l’impiego di gas. Nonostante la retorica, Mussolini compariva al balcone di Palazzo Venezia e annunciava alla folla che «i territori e le genti che appartennero all’impero d’Etiopiasono posti sotto la sovranità piena e intera del Regno d’Italia»  Il solenne avvenimento era cosìcommentato da una penna devota al regime, quella di Raffaele Carrieri: “Un mondo è crollato, un altrosorge. Lo vediamo spuntare in questo magnifico silenzio come un’aurora dalle parole del Duce. Dopo quindici secoli, Mussolini ha ridato a Roma il suo Impero immortale”, in realtà le truppe italiane avevano occupato  la capitale Addis Abeba, controllavano la vitale ferrovia per Gibuti, costrinsero l’imperatore Hailé Selassié all’esilio in Inghilterra, ma il popolo etiope non fu sottomesso. Nel paese operavano numerosi gruppi di patrioti ribelli in armi  e solo una piccola parte de territorio era controllata dai militari italiani.

Il criminale fascista Rodolfo Graziani, dopo la grande guerra, iniziò la sua carriera in Libia dove venne chiamato il boia del Fezzan ( regione in mezzo al deserto), in Etiopia non fu solo responsabile dell’ eccidio di Debre Libanos, ma dell’uso di gas tossici e dei bombardamenti degli ospedali della Croce Rossa.Dopo l’ Etiopia trascorse alcuni anni ancora in Libia rafforzando la sua fama di massacratorenella Repubblica Sociale Italiana fu Ministro della Guerra combattendo e torturando e uccidendo  partigiani antifascisti.  Nel dopoguerra fu inserito dalla Commissione delle Nazioni Unite per i crimini di guerra nella lista dei criminali di guerra su richiesta del governo etiope. La richiesta di estradizione presentata dall’ Etiopia fu negata dall’ Italia nel 1949. Scontò nelle carceri italiane solo quattro mesi,  aderì quindi al Movimento Sociale di cui divenne presidente onorario.

Rodolfo Graziani

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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