La Colombia confessa la sua partecipazione all’incursione navale contro il Venezuela cercando le “spie” all’interno delle proprie fila e assicura che troverà i responsabili della fuga di informazioni verso il governo venezuelano.

Il governo del presidente colombiano Iván Duque, dopo aver negato il suo coinvolgimento nella fallita incursione marittima del 3 maggio con mercenari contro il Venezuela, tra cui due statunitensi, ora annuncia che sta indagando le proprie forze di sicurezza per scoprire chi ha potuto fornire informazioni riservate di intelligence al governo chavista venezuelano.

“Intensificheremo i meccanismi di indagine all’interno delle forze di sicurezza per identificare qualsiasi azione da parte di funzionari pubblici o in uniforme che possano essere collegati al governo venezuelano e possano mettere a repentaglio la sovranità nazionale o l’ordine costituzionale e democratico colombiano. Di conseguenza adotteremo misure disciplinari” ha dichiarato il ministro della Difesa della Colombia Carlos Holmes Trujillo in una conversazione alla emittente locale Caracol Radio.

Caracas infatti, nei giorni passati, ha denunciato che la Forza Armata Nazionale Bolivariana del Venezuela ha smantellato un tentativo di attacco terroristico, via mare, progettato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, con la complicità di Duque, per “assassinare” il presidente venezuelano, Nicolás Maduro.

Dopo queste dichiarazioni del Ministro della Difesa colombiano, il Ministro degli Esteri venezuelano, Jorge Arreaza, attraverso una dichiarazione pubblicata mercoledì sul suo account sul social network Twitter, ha sottolineato che “in questo modo la Colombia confessa che le sue forze di sicurezza hanno partecipato all’operazione mercenaria contro il Venezuela, finanziata coi soldi dei narcotrafficanti. Siccome l’operazione è stata sventata, ora decidono di perseguire coloro che hanno fornito le informazioni e che hanno evitato un bagno di sangue.”

A quella incursione parteciparono due imbarcazioni partite dalla costa colombiana e cariche di uomini armati.
8 furono abbattuti in fase di sbarco ed altri 66 sono stati arrestati.

Nelle loro confessioni, registrate e mostrate in tv, in molti raccontano come alti esponenti della opposizione venezuelana all’estero e esponenti del narcotraffico colombiano fossero tra gli organizzatori e tra i finanziatori della operazione.

Il tutto sotto la copertura del governo colombiano che permetteva sul suo territorio la presenza di campi di addestramento paramilitare con istruttori anche provenienti dagli Stati Uniti attraverso la agenzia Silvercorp.

Il 13 maggio, il Venezuela ha consegnato una lettera al Consiglio di Aicurezza delle Nazioni Unite (UNSC) con le prove del coinvolgimento del governo colombiano nel recente attacco organizzato e finanziato da Washington. Gli Stati Uniti da tempo cercano di rovesciare il governo di Maduro e, per raggiungere questo scopo, utilizzano vari metodi, come le dure sanzioni e l’embargo, il tentativo di colpo di Stato e la minaccia di un intervento militare.

Rete Solidarietà rivoluzione bolivariana

https://www.hispantv.com/noticias/colombia/466520/venezuela-incursion-fallida

http://www.granma.cu/hilo-directo/2020-05-27/hilo-directo-27-05-2020-00-05-57

https://m.aporrea.org/tiburon/n354939.html

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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