Un vecchio tratto della ferrovia che dovrebbe diventare Treno Maya


Francesco Cecchini


Il Mexico non sta vivendo un bel periodo. Oltre il problema storico del narco traffico, vi sono molti contagi e morti per coronavirus. Tre mesi circa di pandemia ha poi visto 400 femminicidi, un primato anche per un paese che pur vanta record mondiali in questo “settore”.
Anche per il suo Presidente le cose non vanno bene. López Obrador è preoccupato per una continua caduta di popolarità, sua e del suo partito MORENA. Uno dei motivi è quello di aver visitato territori nel mezzo della fase ascendente della pandemia con un’alta incidenza di contagio non per verificare il funzionamento del sistema ma per avviare lavori e progetti inesistenti o in corso, come se questo non potesse aspettare. Il Treno Maya è stato uno di questi progetti. López Obrador il primo giugno iniziò a Cancún il suo tour nel sud-est del paese per dare il via ai lavori del treno, un banderazo per i media.

Andrés Manuel López Obrador e il banderazo


In Messico il megaprogetto del Treno Maya non suscita , per vari motivi, solo l’ opposizione di organizzazioni non governative, gruppi indigeni e popolari, comunità di base, ma presenta anche altri problemi sollevati da politici, giudici ed economisti.
Già lo scorso gennaio Dulce María Sauri, deputata del Partito rivoluzionario istituzionale (PRI) per lo Yucatán e vicepresidente della Camera dei deputati, ha sottolineato che la consultazione del governo Andrés Manuel López Obrador sul treno Maya non era conforme alle norme approvate dal Congresso per il meccanismo. La consultazione fatta mancava di legalità. Dulce María Sauri aveva dichiarato in un discorso alla Camera: “Il treno Maya non è un progetto redditizio, non esiste uno studio di fattibilità economica per sostenerlo, e il piano di finanziamento non è noto, né indica da dove verranno i fondi per la sua costruzione e operazione” aggiungendo che progetti come la raffineria Dos Bocas, l’aeroporto di Santa Lucia e il treno Maya mancano di risorse.
Archeologi continuano ad avvertire che la costruzione “genera gravi rischi” in 7.274 siti archeologici nei dintorni del percorso, di cui 1.288 a meno di 10 chilometri dalle piste.
I primi quattro tratti del Treno Maya oltre ad essere stati assegnati direttamente senza rispettare il Codice legale degli non sono ancora stati sottopost a una Dichiarazione di Impatto Ambientale ( Manifestación de Impacto Ambiental, MIA,) nonostante tutte le dichiarazioni di Fonatur di rispetto rigoroso delle leggi.
I documenti richiesti a Fonatur venerdì 29 maggio, da giudice distrettuale Lucía Anaya Ruiz Esparza dello Stato del Chiapas per decidere o meno della sospensione definitiva dopo una decina di giorni non sono ancora stati consegnati.
L’ ultimo problema emerso è il seguente. Il treno Maya utilizzerà il diesel per il suo funzionamento, il che causerà un grave problema perché l’industria petrolifera non produce, né genererà da quando inizierà il Treno Maya nel 2023 abbastanza carburante di questo tipo e con contenuto di zolfo ultra basso per ridurre la contaminazione.
Conclusione, nonostante la propaganda, aumentano i problemi per la ralizzazione del Treno Maya e, quindi, le preoccupazioni per il Presidente del Messico, López Obrador, e per Rogelio Jimenez Pons, direttore generale del Fondo nazionale di sviluppo al turismo del Messico. Il Treno Maya non è poi così sostenibile e redditizio come lo presentano.

Rogelio Jimenez Pons

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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