Francesco Cecchini

Fidel, Raul e il Che
Breve articolo pubblicato su Cubadebate del 15 giugno e tradotto da Francesco Cecchini per Ancora Fischia il Vento.


Il link con l’ articolo originale è il seguente:
http://www.cubadebate.cu/noticias/2020/06/14/diaz-canel-recuerda-al-che-a-traves-de-la-vision-de-fidel/#boletin20200614


Il Presidente cubano Miguel Díaz-Canel ha ricordato questa domenica il pensiero dello storico leader della Rivoluzione cubana, Fidel Castro, su Ernesto Che Guevara, nel 92 ° anniversario della sua nascita. Nel suo account Twitter, il Presidente ha riportato una frase del Comandante in capo che si riferisce alle qualità del guerrigliero come oratore e scrittore e alla sua volontà di combattere al fianco dei cubani, anche se non era il suo paese d’origine.
“Il Che ci ha lasciato, con il suo inconfondibile stile di scrittura, con eleganza, brevità e veridicità, ogni dettaglio di ciò che gli passava per la mente. Era predestinato, ma non lo sapeva. Combattè con noi e per noi ” ha citato Díaz-Canel.
Ernesto Guevara è nato il 14 giugno 1928 a Rosario, in Argentina, ma è diventato cubano a causa del suo contributo alla lotta contro la tirannia di Fulgencio Batista e al consolidamento del governo rivoluzionario dopo il trionfo il 1 gennaio 1959. Il suo ingresso nella storia dell’ isola arrivò quando, dopo aver incontrato Fidel Castro in Messico, fu uno dei primi a unirsi ai preparativi per la spedizione dello yacht Granma, per iniziare la lotta armata. Dopo lo sbarco, dicembre 1956, e gli eventi successivi, che rafforzarono gradualmente l’esercito ribelle, per i suoi meriti militari e rivoluzionari, divenne il primo comandante e capo colonna di quella forza. Svolse missioni come la preparazione delle truppe, l’ invasione verso ovest come capo di una delle due colonne, ad agosto 1958, e l’unificazione delle forze ribelli nell’ allora provincia di Las Villas. Dopo il trionfo della rivoluzione, il 1 ° gennaio 1959, ha ricoperto le cariche di Presidente della Banca nazionale e di Ministro dell’ Industria. Negli anni ’60 ha marciato in Congo con una colonna di guerriglieri e dopo in Bolivia dove a capo dell’ Esercito di Liberazione Nazionale fu catturato l’8 ottobre 1967 e ucciso il giorno dopo per ordine della CIA.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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