La Repubblica di Kiribati è uno stato arcipelagico composto da 33 isole, di cui ventuno abitate, con una popolazione di appena 110.000 persone. La maggioranza di queste isole facevano parte della colonia britannica delle isole Gilbert, fino all’indipendenza raggiunta il 12 luglio del 1979.

Nel mese di aprile, gli abitanti dell’arcipelago erano stati chiamati alle urne per le elezioni legislative, che avevano visto la vittoria a sorpresa della nuova formazione Kiribati First (Kiribati Moa, KIM), fondata da Banuera Berina nel 2019. Grazie a quella vittoria, Berina si era guadagnato il ruolo di favorito per le elezioni presidenziali del 22 giugno, nelle quali avrebbe sfidato il capo di stato in carica, Taneti Maamau, leader del Tobwaan Kiribati Party (TKP).

Berina, a sua volta ex membro del TKP, aveva deciso di sfidare Maamau dopo che il presidente aveva revocato il riconoscimento di Taiwan da parte di Kiribati, al fine di migliorare le relazioni con la Repubblica Popolare Cinese, considerando i buoni rapporti con la Cina come una garanzia per lo sviluppo futuro del Paese. La campagna elettorale, sia in occasione delle legislative che delle presidenziali, si era dunque trasformata in una sfida tra i filocinesi ed i filostatunitensi, mascheratisi in questa occasione da sostenitori di Taiwan.

Il verdetto delle legislative è tuttavia stato ribaltato in occasione delle presidenziali, dove Maamau ha ottenuto la vittoria con 26.053 voti, imponendosi in sedici dei ventitré collegi elettorali che compongono l’arcipelago. Berina, invece, si è fermato a quota 17.886 consensi, ottenendo il successo in sette collegi.

Il presidente Maamau ha prestato giuramento nella giornata di mercoledì 24 giugno davanti al parlamento di Kiribati (Ta le ni Wa), situato presso la località di Ambo, sull’isola-capitale di Tarawa.

Con la vittoria di Maamau, Kiribati conferma la linea dell’avvicinamento alla Repubblica Popolare Cinese, mentre lo sfidante Berina aveva promesso il ripristino del riconoscimento di Taiwan come stato indipendente in caso di vittoria. Dallo scorso settembre, dopo che sia Kiribati che le Isole Salomone avevano deciso di revocare il riconoscimento a Taiwan, l’isola che si proclama indipendente con il nome di Repubblica di Cina viene riconosciuta solamente da quindici stati membri dell’ONU, il più grande dei quali è il Paraguay.

Come riportato dalla testata britannica The GuardianGreg Poling del Center for Strategic and International Studies di Washington DC, ha dichiarato: “Questo è un duro colpo per Taiwan e, per estensione, per gli Stati Uniti, l’Australia e altri che si preoccupano della maggiore influenza cinese su Kiribati“. La lotta tra Cina e Stati Uniti per l’influenza su Kiribati può sembrare come un aspetto minore sullo scacchiere internazionale, ma si inserisce nel contesto della crescente influenza cinese nella regione pacifica, che gli Stati Uniti dominano in maniera incontrastata sin dalla sconfitta del Giappone nella seconda guerra mondiale.

Inoltre, sebbene Kiribati sia uno degli stati più piccoli del mondo per superficie del proprio territorio e per popolazione, la configurazione e la collocazione delle trentatré isole che compongono questo Paese, sparse nell’Oceano Pacifico, conferiscono a Kiribati una zona economica esclusiva più estesa della superficie dell’India. Le dimensioni della zona economica esclusiva e la collocazione geografica di Kiribati rendono di conseguenza l’arcipelago estremamente importante nella lotta geopolitica tra le due superpotenze del XXI secolo.

Tra le isole dell’arcipelago, la più importante dal punto di vista strategico risulta essere l’Isola di Natale (Christmas Island), il più grande atollo del mondo, da non confondere con l’omonima isola appartenente all’Australia. Questo atollo si trova relativamente vicino alle isole Hawaii, ed è considerato come una potenziale meta turistica, ma anche come ideale per la collocazione di una base aerea e navale.

Nella sua campagna elettorale, Maamau ha promesso che l’avvicinamento alla Cina porterà grandi benefici economici a Kiribati, con il lancio di nuovi importanti progetti nell’arcipelago. Il presidente punta inoltre allo sviluppo del settore turistico, considerato il grande potenziale di Kiribati, fino ad ora non sfruttato in maniera adeguata. Con il sostegno cinese, Maamau punta a costruire infrastrutture portuali destinate successivamente ad accogliere le navi da crociera provenienti dal Paese asiatico. Altri progetti riguardano la costruzione di edifici e strade sopraelevate, visto che la maggioranza del territorio di Kiribati potrebbe presto finire sotto l’Oceano Pacifico a causa dell’innalzamento delle acque.

Di recente, Kiribati ha già ricevuto 4.2 milioni di dollari dalla Cina per progetti di vario tipo, e la rielezione di Maamau dovrebbe garantire all’arcipelago l’afflusso di ulteriori fondi cinesi nel futuro prossimo.

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Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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