Iván Duque


Francesco Cecchini


Il ministero della Sanità colombiano ha presentato questo venerdì 3 luglio un rapporto aggiornato con le cifre covid-19 nel paese. Dall’apparizione della malattia lo scorso marzo il numero totale dei contagi è 109.505 e le morti sono 109.505. Numeri che continuano a crescere, comunque il Covid-19 non è il solo problema che scuote la Colombia.
Il Covid-19 non influenza solo la vita dei colombiani, ma anche l’ ottimismo sul presente e futuro del paese ( L’indagine, pubblicata da alcuni media come Semana e Noticias Caracol, tra gli altri, ha anche mostrato che solo l’11% è ottimista sul fatto che le cose miglioreranno) e su quello che pensano del loro presidente Iván Duque. Secondo un sondaggio Gallup, condotto tra il 19 e il 30 giugno, il consenso a Iván Duque è sceso dal 52 al 41 percento e scenderà ancora. Le ragioni del bajonazo, come viene definito in Colombia, di Iván Duque sono varie. La diffusione della corruzione in Colombia, si parla fino ad ora di oltre 300 casi di corruzione durante la pandemia. Il fratello di Iván Duque condannato per narcotraffico. Crescono gli scandali sui suoi finanziamenti della campagna presidenziale. Al narcocriminale Neñe Hernández si è aggiunto ora un capitalista venezuelano, Oswaldo Cisneros, che ha regalato USD 300.000, violando la proibizione di finanziamento di stranieri alla campagne elettorali in Colombia. E così via.
Comunque il problema politico più grave in questo momento per Iván Duque è costituto dalla presenza in Colombia di militari degli Stati Uniti. L’ annuncio dell’ arrivo a giugno era stato dato lo scorso maggio, direttamente e significatamente, dall’ ambasciatore Philip S. Goldberg.

Truppe nordamericane in Colombia


Il Tribunale amministrativo di Cundinamarca ha ora dato 48 ore a Iván Duque per ritirare l’ autorizzazione per svolgere attività in Colombia a una Brigata delle Forze di Sicurezza del Comando Meridionale degli Stati Uniti. Il Triunale ha detto che si tratta di una misura temporanea, ma che comporta un fatto sostanziale, in quanto il governo dovrà inviare entro 48 ore al Senato tutte le informazioni relative all’ingresso, all’arrivo e alla permanenza della brigata nordamericana. Il governo ha reagito alla sentenza affermando che, pur rispettando la decisione, faranno appello al Consiglio di Stato. All’ origine vi è stata la richiesta di 25 senatori, tra i quali Antonio Sanguino, Iván Cepeda, Angélica Lozano, Jorge Robledo, Gustavo Petro, Alexánder López, Feliciano Valencia, Julián Gallo, Aida Avella e Victoria Sandino, al governo di far approvare questa scelta dal Congresso. Duque e il suo ministro della difesa, Carlos Holmes Trujillo, si rifiutarono, sostenendo che i militari stranieri non avrebbero partecipato alle operazioni, ma avrebbero fornito consulenza e che non era necessario l’approvazione del Congresso. Il Tribunale, tuttavia, ha concluso diversamente riprendendo l’appello dei senatori. La partita è ancora aperta, ma questo round è stato vinto dall’ opposizione.
Per quanto riguarda la pace Iván Duque, uomo di Álvaro Uribe, nemico numero uno della pace in Colombia, sta facendo del suo meglio per sabotarla. La sostanza dell’accordo tra il governo di Manuel Santos e FARC-EP: riforma politica, riforma agraria, sostituzione delle colture, non è stata realizzata. E la Commissione per la verità e il JEP sono oggetto di attacchi permanenti da parte del governo. L’unica cosa che è stata pienamente realizzata sono stata la mobilitazione e il disarmo delle FARC-EP che ha provocato che ex guerriglieri abbiano, un anno fa circa, abbandonato il partito FARC e ripreso le armi. Le FARC-EP Nueva Marquetalia, il loro nuovo nome, sono presenti in 138 municipi, hanno in pochi mesi hanno radoppiato le forze e, sembra, siano 4600 guerriglieri, 2.600 con le armi e 2000 nelle reti clandestine d appoggio.
Inotre Iván Duque ha abbandonato i colloqui di pace con l’ ELN che sono stati sostituiti da un confronto armato. Il due luglio Le autorità colombiane hanno catturato otto presunti dell’Esercito di liberazione nazionale (ELN) accusati di aver partecipato a un attacco di autobomba contro un’accademia di polizia. La dichiarazione Iván Duque in merito è stata una dichiarazione di guerra all’ ELN. Tutto questo mentre non muove un dito per elminare la bande paramilitari che stanno facendo stragi di leader sociali ed ex guerriglieri.
Conclusione. Per realizzare la pace in Colombia personaggi come Iván Duque, Álvaro Uribe e il loro partito Centro Democrático vanno sconfitti politicamente.

Iván Duque e Álvaro Uribe

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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