Il 5 luglio si sono svolte le elezioni legislative in Croazia, al fine di rinnovare i 151 membri del Sabor, il parlamento unicamerale di Zagabria. Come previsto dalla legge elettorale, 140 parlamentari vengono eletti dai distretti elettorali geografici della Croazia, tre sono scelti dai croati residenti all’estero e otto rappresentano invece le minoranze etniche riconosciute dal governo, che sono attualmente ventidue.

Organizzate generalmente nel mese di settembre, le elezioni sono state anticipate per timore di una nuova ondata della pandemia da covid-19. Ad oggi, infatti, l’ex repubblica jugoslava conta poco più di tremila casi verificati di nuovo coronavirus, con 115 morti su una popolazione di oltre quattro milioni di abitanti. Tuttavia, dal mese di aprile in molti hanno cominciato a proporre di organizzare le elezioni in estate, proprio per evitare di favorire la diffusione del virus. Diversi esponenti del partito di governo, l’Unione Democratica Croata (Hrvatska demokratska zajednica, HDZ) si sono espressi in favore di questa soluzione, compreso il presidente del parlamento, Gordan Jandroković.

Le elezioni si svolgeranno quando avremo una situazione epidemiologica favorevole. In questo momento sembra che potrebbe succedere all’inizio dell’estate, probabilmente luglio”, aveva dichiarato Jandroković nel mese di aprile. Tale proposta ha raccolto il parere favorevole anche da parte della principale forza di opposizione, il Partito Socialdemocratico di Croazia (Socijaldemokratska partija Hrvatske, SDP), che nello scorso mese di gennaio aveva conquistato la vittoria delle elezioni presidenziali con Zoran Milanović.

Il 14 maggio 2020, il primo ministro in carica, Andrej Plenković (HDZ) ha confermato che il governo aveva effettivamente raggiunto un accordo con l’opposizione parlamentare sullo svolgimento di elezioni anticipate, e lo scioglimento anticipato del parlamento è stato di conseguenza dichiarato il 18 maggio, per permettere il regolare svolgimento delle elezioni a luglio.

Tuttavia, tale soluzione non ha incontrato il parere favorevole di tutte le forze politiche del Paese. Il premier Andrej Plenković ed il suo governo sono stati accusati di aver sciolto il parlamento con diversi mesi di anticipo al fine di evitare di tenere elezioni durante una grave crisi economica, come quella che si prospetta nei prossimi mesi a causa dei postumi della pandemia. Solamente al termine della stagione estiva, infatti, potranno essere registrate le perdite del settore turistico, che ha un importante impatto sull’economia nazionale. Altri, hanno sottolineato come lo scioglimento del parlamento abbia di fatto lasciato il Paese senza un organo legislativo funzionante proprio nel momento dell’emergenza, quando sarebbe stato necessario approvare leggi d’urgenza per fronteggiare la crisi sanitaria. Tale posizione è stata assunta anche dalla Coalizione Rosso-Verde (Zeleno–lijeva koalicija), un’alleanza nata nel 2017, che riunisce diversi partiti della sinistra socialista ed ecologista, compreso il partito anticapitalista del Fronte dei Lavoratori (Radnička fronta, RF).

Alla fine, le elezioni anticipate hanno dato ragione al primo ministro Andrej Plenković. La coalizione di centro-destra, guidata da HDZ, ha eletto 66 parlamentari con il 37.26% delle preferenze, aumentando la propria rappresentanza di cinque unità rispetto alla precedente legislatura. Al contrario, i socialdemocratici hanno subito una flessione, fermandosi al 24.87%. La coalizione di centro-sinistra ha eletto 41 deputati, subendo una perdita di quattro scranni. Da leader del SPD, Davor Bernardić ha annunciato le proprie dimissioni da presidente del partito in seguito alla pubblicazione dei risultati, ed ha affermato che non si ricandiderà per questo ruolo in futuro.

Tra le novità di queste elezioni, l’ottimo risultato della lista conservatrice ed euroscettica fondata dal noto cantante Miroslav Škoro (Domovinski pokret Miroslava Škore, DPMŠ), che aveva già ottenuto il terzo posto alle ultime presidenziali. La coalizione di destra ha conquistato il 10.89% dei consensi, eleggendo ben sedici parlamentari, che potrebbero risultare utili ai fini del raggiungimento della maggioranza per Andrej Plenković, visto che sono necessari almeno 76 voti per la nascita del nuovo governo.

Se cresce Škoro, cala di conseguenza l’altra coalizione di destra, il Ponte delle Liste Indipendenti (Most nezavisnih lista), che passa da tredici ad otto rappresentanti (7.39%). Positivo, invece, il risultato della Coalizione Rosso-Verde, che raccoglie molti dei consensi dei delusi del SPD. Dopo aver superato di poco il punto percentuale con la candidatura di Katarina Peović alle presidenziali, la lista di sinistra conquista il 6.99% delle preferenze, portanto in parlamento sette deputati. Si tratta del più importante risultato ottenuto dalla Coalizione Rosso-Verde su scala nazionale, visto che in precedenza aveva ricevuto un riscontro di questo tipo solamente alle municipali di Zagabria (7.64% nel 2017).

Al contrario delle presidenziali, questa volta i comunisti del Partito Socialista del Lavoro di Croazia (Socijalistička radnička partija Hrvatske, SRP) hanno deciso di presentarsi con una propria lista, fermandosi allo 0.13%. Il SRP è infatti entrato in polemica con gli ex alleati per l’adesione alla Coalizione di forze considerate troppo liberali e socialdemocratiche, e per l’annacquamento della questione di classe nel programma elettorale.

Entrano in parlamento anche tre rappresentanti dei liberisti di Pametno, oltre ad un deputato a testa per il Partito Popolare Croato – Liberal Democratici (Hrvatska narodna stranka – liberalni demokrati, HNS-LD), che perde ben otto scranni, e per il Partito Popolare – Riformisti (Narodna Stranka – Reformisti), nato nel 2014 da una scissione del HSN-LD.

In base a questi risultati, non ci sono molti dubbi sulla conferma di Andrej Plenković nel ruolo di primo ministro. La coalizione di centro destra guidata da HDZ dovrà però lavorare per trovare una maggioranza, chen con ogni probabilità includerà la lista di Miroslav Škoro.

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Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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