Nonostante si rincorrano bocciature autorevoli e pareri negativi sulla realizzazione della grande opera, il Governo italiano prosegue senza alcun ripensamento. Questa mattina, No Tav e Fridays For Future Roma hanno dato vita a un’azione comunicativa sotto la sede del Ministero di Paola De Micheli

Alcune decine di attivisti No Tav e Fridays For Future Roma hanno dato vita a un flash mob comunicativo all’ingresso del Ministero dei Trasporti a Roma, con molti cartelli e uno striscione con scritto “TAV: UNA GRANDE OPERA INUTILE E DANNOSA”. Obbiettivo dell’azione la ministra Paola De Micheli, che ha difesa strenuamente l’opera in ogni sua recente dichiarazione pubblica.

Tra giugno e luglio due soggetti rilevanti hanno espresso posizioni fortemente contrarie al raddoppio della Torino-Lione. La Corte dei Conti Europea era stata drastica nella sua bocciatura dell’opera con un parere pubblicato a metà giugno. La Tav è considerata esosa, costruita contro la volontà delle comunità coinvolte, provoca ripercussioni gravi in termini ambientali inclusa l’emissione di 50 milioni di tonnellate di Co2 ed è basata su presupposti di crescita del traffico merci non fondate. Nessun membro del governo ha commentato la notizia, mentre sui giornali l’unico aspetto del parere che viene evidenziato è quello del ritardo dei lavori, con un grave omississ sugli altri elementi della valutazione dell’organo comunitario.

Due settimane dopo, viene eletto nuovo sindaco a Lione Gregory Doucet che si esprime subito in modo netto contro il Tav. Solo allora la ministra De Micheli ha ritenuto opportuno esprimersi, e ha inviato un comunicato in cui si ribadisce la necessità dell’opera, anche qui senza spiegare perché non tiene in considerazione il parere della Corte dei Conti.

«La Corte Europea ha detto quello che il movimento No Tav ribadisce da trenta anni. Un’opera mai partita, dal costo estremo e ingiustificabile, che in vent’anni ha perso 1 miliardo di euro di fondi europei e che non riuscirà comunque a vedere la luce entro il 2030, l’orizzonte fissato per le reti transeuropee. Un’opera inutile, basata su vecchie previsioni di traffico completamente avulse dalla Storia e dall’economia reale» dichiarano le attiviste presenti al ministero.

Tra gli attivisti e le attiviste presenti anche Fridays for Future Roma che ha sottolineato il collegamento tra la questione climatica e il raddoppio della Torino-Lione. «La TAV è un’opera climaticida, che produrrà 10 milioni di tonnellate di CO2 che necessiteranno almeno 50 anni per essere smaltite, quando invece sappiamo che ci rimangono solo 10 anni per invertire drasticamente la direzione del sistema produttivo ed energetico e tamponare efficacemente gli effetti devastanti del cambiamento climatico già in corso. È un’opera antiecologica e antistorica: la ferrovia c’è già e può essere una alternativa al trasporto su gomma già oggi. La Tav serve solo ad arricchire chi la costruisce, cioè mafie e clientele della politica».

Foto di Flavio Aragozzini
Foto di Flavio Aragozzini

L’interesse del mondo della politica nei confronti del raddoppio della Torino-Lione è nei fatti confermato anche dalle ultime scelte attuate proprio dal Ministero dei Trasporti, che per rispondere alla crisi determinata dal coronavirus ha avviato un programma di appalti e grandi opere facilitato, Italia veloce, che include una serie di opere e infrastrutture tra cui, appunto, il Tav valsusino. Probabilmente anche per questo nessuno dal ministero si è avvicinato ai manifestanti, tranne la polizia per le consuete identificazioni.

Al megafono, attiviste e attivisti hanno ricordato che «La pandemia del covid19 ha dimostrato quali sono le uniche grandi opere realmente necessarie in Italia, la sanità, l’istruzione e le spese per il sostegno sociale alla popolazione in difficoltà. Eppure il governo attuale continua a investire in un’opera che è da considerarsi come un furto di denaro pubblico sottratto ai bisogni della collettività».

L’iniziativa si inserisce e supporta il programma di iniziative di lotta ideate dal movimento No Tav per tutto l’arco dell’estate.

Di Nardi

Davide Nardi nasce a Milano nel 1975. Vive Rimini e ha cominciato a fare militanza politica nel 1994 iscrivendosi al PDS per poi uscirne nel 2006 quando questo si è trasformato in PD. Per due anni ha militato in Sinistra Democratica, per aderire infine nel 2009 al PRC. Blogger di AFV dal 2014

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