Boicottato dal governo tedesco e con particolare accanimento da Klaus Regling, direttore del Mes (il cosiddetto Fondo salva-stati), il film di Costa-Gavras 1) “Adults in the room”, ora doppiato anche in italiano, ispirato al libro di Yanis Varoufakis che tratta delle indecenti discussioni avvenute nell’Eurogruppo, discussioni che l’ex ministro delle finanze greco aveva registrato di nascosto, non ha avuto accesso in Germania né in sala né in tv. Il film-documentario, premiato al festival di Venezia del 2019, avrebbe evidenziato, all’opinione pubblica tedesca, le manovre del satanico ex ministro delle finanze Schaeuble per affossare la Grecia e la volontà popolare ellenica. 2)

Nonostante le forti pressioni germaniche di censurare ovunque il lavoro di Costa Gavras, il film è stato proiettato in vari Paesi: oltre che nella serva Italia, in Belgio, in Portogallo, in Francia, in Spagna, in Australia, in Argentina…3)

Bloccare un film scomodo al Potere non è del resto cosa inusuale. Si pensi a “Il leone del deserto” boicottato dal governo italiano. Film che si è potuto vedere in tv solo nel 2009 con trenta anni di ritardo, dato che trattava degli orrori compiuti in Libia dall’esercito regio, contro cui combattè il leggendario Omar-al-Mukhtar. Gheddafi, che aveva in parte finanziato il film 4), a Roma, mise in mostra sul suo petto l’immagine di Omar, sentendosi suo “erede” spirituale, non prevedendo che anche lui sarebbe stato assassinato, in modi ancora più bestiali e che la sua patria sarebbe caduta di nuovo in mano all’imperialismo.

Un film può costituire un pericolo enorme per la stabilità e per la credibilità politica di un gruppo dirigente proprio per la capacità tutta sua di suscitare grandi emozioni sia esplicite sia a livello subliminale. Ne sapeva qualcosa Giulio Andreotti che ha sabotato il grande cinema italiano degli anni ’50, perché troppo pessimista e deprimente. Particolarmente deprezzato il capolavoro di Vittorio De Sica ”Umberto D” 5). Ed aveva invece incoraggiato la fruizione del cinema di Hollywood che illustrava quanto fosse un obiettivo inalienabile il miraggio per l’Italia di un’”american life”. Si pensi alla superba ironia di Alberto Sordi sull’immaginario americanizzante dominante in Italia negli anni ‘50/60.

Tanto più pericolosa può essere la cinematografia, quando si ha una stampa e una Tv di regime che manipolano le notizie sull’imperiale rapporto di sudditanza del Bel Paese nei confronti del blocco germanico che straparla del popolo italico come di un popolo spendaccione (il risparmio privato è il più alto d’Europa, così come l’avanzo primario  è ugualmente tra i più alti del Continente), di un popolo “cicala” che crea la voragine del debito, spendendo  “in donne e in champagne”.

Dante Barontini titola il suo ultimo pregevole articolo “Da oggi in poi ci governa Berlino” 6). Nulla da dire che Berlino ci governi, che l’Italia non sia un paese sovrano. Ma, a mio giudizio, questo lo è già da tempo, per lo meno a partire da Maastricht, naturalmente agli inizi con un approccio misurato, con una diplomazia più accurata e rispettosa, ma comunque indirizzata, a piccoli passi, a prendere il controllo e la governance totalitaria di Isole e Stivale.

Ciò che, comunque, va colto, nel titolo deciso e senza chiaroscuri, è l’ulteriore conquista di campo attuata dalla sovrana del nuovo Reich, con la complicità degli europeisti “senza se senza ma” che colgono, in questo dominio esterno, come capita nei domini di stampo coloniale, le motivazioni politiche per spolpare la popolazione con un accanimento maggiore e con una giustificazione anti-populista  superiore a quanto acconsentito se l’Italia fosse una nazione sovrana ( “lo vuole l’Europa” “Ce lo chiede l’Europa”). Salvini, lo sciocco, come strumento depistante di lotta, che favorisce, con la sua rozzaggine fascistoide di stampo antico, il moderno progetto di servitù coloniale.

Al di là delle narrazioni deliranti del mainstream locale, Conte non esce vittorioso dal conclave dei malviventi della cosca europoide. Semmai a cantar vittoria sono i Paesi “frugali”, giustamente chiamati da qualcuno “stati canaglia” o più sbrigativamente “la banda dei quattro”: Svezia, Danimarca, Olanda, Austria. Infatti i summentovati sono riusciti, avendo dietro le quinte il grande vecchio (la Germania) che manovrava tra i 27 per far uscire un documento unitario di compromesso che favorisse la condivisione del debito e lievi concessioni per i Paesi maggiormente colpiti dalla cosiddetta Pandemia, a decostruire uno stravolgimento delle regole della governance.

Il giudizio della Commissione in merito alle erogazioni relative alle rate del Recovery fund ( per l’Italia 209 miliardi tra trasferimenti e prestiti) sarà sottoposto al giudizio di una maggioranza che , qualora raggiunga il 35% della popolazione UE, può bloccare le decisioni della Commissione 7). I quattro Paesi, che si distinguono per animosità (l’Olanda, in particolare) contro il Paese dei mandolini e della pizza, possono raggiungere tale cifra solo con un Paese molto più popoloso (guarda caso come la Germania) che potrà soddisfare o meno i loro desiderata, diventando di fatto il decisore di ultima istanza pro o contro i Paesi mediterranei.

Stati canaglia (va ricordato per gli smemorati europeisti) che potranno giovare di sconti per i contributi al bilancio comunitario 2021-2027 (26 miliardi come il capo banda Germania). Politica aziendale come si vede. Certo non politica di solidarietà tra nazioni, bensì politica di guerra che prelude ad un declassamento economico dell’area, ad un inasprirsi delle tensioni tra stati e soprattutto ad inevitabili rivolte sociali che sconquasseranno questa combutta di faccendieri tanto spregiudicati quanto malavitosi.

Il denaro arriverà presumibilmente a babbo morto, dopo un tragico autunno per i disoccupati, per i precari, per le partite iva, per la scuola, per la sanità, per i disabili, per i senza tetto…

Le condizionalità, negate da Conte e dal giornalismo cialtrone, ci sono e saranno terrificanti per la popolazione e colpiranno duramente le pensioni, gli stipendi, i salari, la scuola e la sanità pubblica.

La lettera di Trichet e di Draghi. Sulle privatizzazioni da diffondere su larga scala, sul ridimensionamento del patrimonio statale e delle contrattazioni nazionali, sulla liberalizzazione dei servizi pubblici locali, sul disimpegno di spesa per lo stato sociale già attuate diligentemente dai “ “nostri” governi subiranno un’accelerazione che si assommerà ad una crescita inadeguata del Pil (dall’attuale 11% in meno ad un presumibile 5% in meno)

Si può uscire dalla gabbia europoide. Ne va della nostra sopravvivenza e della nostra dignità.

Qualsiasi progetto politico di reale alternativa che non preveda la fuoriuscita non può dare nessun frutto di  miglioramento delle nostre condizioni di vivere, a meno che non si faccia parte delle classi medio-alte, nessun miglioramento della convivenza civile, della solidarietà, nessuna speranza di pace (dato il carattere guerrafondaio della UE, date le provocazioni belliche cui partecipa con la Nato, date le sanzioni omicidiarie contro le popolazioni di Paesi ritenuti ostili, dato il continuo potenziamento degli arsenali nucleari, dato il blocco costituito contro le migrazioni di popoli devastati dalle guerre scatenate dalla UE e da tutto l’Occidente

                                   NOTE

1)      Costa-Gavras è un regista greco, autore di film di grande rilievo come Z. L’orgia del Potere. Missing, Vincitore di due premi Oscar.

2)      Italia oggi 14/7/2020

3)      Italia oggi 14/7/2020

4)      Cast di gran livello: Antony Quinn, Oliver Reed, Rod Steiger (Mussolini), Irene Papas, Raf Vallone

5)      Il film è imperniato sull’umile figura di un pensionato e illustra magistralmente le condizioni di vita della povera gente

6)      Dante Barontini “Da oggi in poi ci governa Berlino” Contropiano” 21/7/2020

7)      Vedi ancora Dante Barontini, in contrasto evidente con il premier Conte “ Da oggi…” Contropiano 21/7/2020

tags  costa gavras   Schaueble  recovery  stati frugali(canaglia)

pubblicato anche su l’Interferenza  22/02/20

Di Antonello Boassa

Contro le guerre imperiali innanzitutto, contro le guerre valutarie e del debito, contro le politiche neoliberiste. Contro lo sfruttamento dei lavoratori e dei popoli, contro la devastazione del pianeta, in difesa dello stato sociale e della libertà e dell'uguaglianza sociale di tutte e di tutti, in difesa del mondo animale, Antonio scrive anche per L'Interferenza

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