La Grecia e la Turchia sono divise da una rivalità storica che affonda le proprie radici nella dominazione ottomana del territorio ellenico, dalla quale la Grecia si è affrancata nel 1830, ottenendo l’indipendenza. I due Paesi sono stati successivamente avversari in ben quattro conflitti: la guerra greco-turca del 1897, la prima guerra dei Balcani del 1912-1913, la prima guerra mondiale ed infine la guerra greco-turca del 1919-1922.

Le tensioni tra i due Paesi si sono raffreddate nel trentennio successivo e, nel 1952, entrambi sono entrati a far parte della NATO. Tuttavia, la comune appartenenza all’Alleanza Atlantica non ha affatto portato alla pace definitiva tra Atene ed Ankara, in particolare per quanto riguarda la contesa dell’isola di Cipro tra i due gruppi etnici che la abitano.

Più di recente, la rivalità tra i due Paesi si è concentrata sullo sfruttamento delle risorse naturali del Mar Egeo e sulla definizione delle zone economiche esclusive (ZEE) che circondano le isole greche situate nei pressi della costa dell’Anatolia. Proprio nelle ultime settimane, si sono verificati diversi incidenti, in particolare quando le autorità turche hanno annunciato l’inizio di operazioni nelle acque dell’isola greca di Kastellorizo, alla ricerca di nuovi giacimenti di idrocarburi da sfruttare, nell’ambito del più ampio progetto espansionista portato avanti dalla Turchia nella regione del Mediterraneo orientale.

Di fronte al pericolo di un’escalation che potrebbe portare anche ad un nuovo conflitto armato, il Partito Comunista di Grecia (Κομμουνιστικό Κόμμα Ελλάδας, Kommounistikó Kómma Elládas, KKE) ed il Partito Comunista di Turchia (Türkiye Komünist Partisi, TKP) hanno pubblicato un comunicato congiunto in cui si oppongono alle politiche aggressive dei governi borghesi dei rispettivi stati, respingendo in particolare l’espansionismo turco nel Mediterraneo voluto dal presidente Recep Tayyip Erdoğan ai danni della Grecia ed in barba agli accordi internazionali sulla delimitazione delle acque territoriali e delle ZEE.

Di seguito la traduzione integrale del comunicato dei due Partiti Comunisti.


I popoli dei due paesi possono e devono rivendicare il diritto di vivere in pace!

Nessuno scontro degli eserciti per gli interessi della borghesia e delle alleanze imperialiste!

I Partiti Comunisti di Grecia e Turchia esprimono profonda preoccupazione per gli ultimi pericolosi sviluppi nelle relazioni tra i due stati e denunciano qualsiasi azione diretta verso l’escalation e il conflitto militare.

Notano, tra l’altro, che la decisione della leadership turca di procedere con la conversione di Hagia Sophia in una moschea muove nella direzione dello sfruttamento delle questioni religiose per il fanatismo e la divisione dei popoli, oltre a costituire un attacco contro le forze secolari in Turchia. Le due parti sostengono che Hagia Sophia dovrebbe rimanere un museo pubblico, in quanto uno dei monumenti storici più ben conservati del patrimonio culturale mondiale dell’umanità.

Inoltre, ritengono che l’escalation del conflitto civile in Libia, provocata dall’intervento imperialista della NATO, sia rafforzata dal coinvolgimento di forze straniere e dal perseguimento di accordi transnazionali per le zone marittime, violando il diritto internazionale del mare, affinché possano essere utilizzati come vantaggio nella disputa greco-turca per la piattaforma continentale e la ZEE, e minando ulteriormente la pace e la sicurezza dei popoli.

I due Partito Comunisti sottolineano che le relazioni tra i due Paesi sono ulteriormente complicate dalla concorrenza tra le classi borghesi di Grecia e Turchia per diventare un hub dell’energia e un centro di transito, e dalla loro feroce lotta per la distribuzione della ricchezza energetica nella regione. Fa parte del più ampio conflitto tra classi borghesi, monopoli e alleanze imperialiste, che hanno già portato spargimenti di sangue ai popoli di Siria e Libia e ora minacciano il Golfo Persico. Questi interessi contrastanti non hanno nulla a che fare con gli interessi dei popoli!

La situazione è ulteriormente aggravata dalla partecipazione dei due Paesi all’organizzazione imperialista della NATO, nonché dal loro coinvolgimento nelle pericolose attività degli Stati Uniti e dell’UE. I popoli della Turchia e della Grecia non possono aspettarsi nessuno sviluppo positivo dal coinvolgimento dei potenti stati imperialisti, avvenendo in condizioni in cui la crisi capitalistica internazionale e la tendenza alla redistribuzione del potere tra i più potenti stati capitalisti si stanno intensificando.

Dichiariamo ancora una volta che tra i popoli della Turchia e della Grecia non c’è nulla che li divida. Entrambi hanno interesse a chiedere di vivere in pace e di lottare per il proprio futuro, contro lo sfruttamento capitalista e i profitti capitalisti che portano a tensioni e persino a conflitti militari, per l’abolizione dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo e la soddisfazione dei bisogni popolari contemporanei, e per l’eradicazione di quelle cause che portano i popoli alla carneficina della guerra imperialista. La vera garanzia di cooperazione e fraternità tra i popoli, nel momento in cui i lavoratori assumeranno il potere sia in Grecia che in Turchia, sarà la sincerità, la solidarietà, la posizione patriottica, internazionalista e antimperialista dei comunisti in questi due Paesi.

I Partiti Comunisti di Grecia e Turchia, fedeli ai principi dell’internazionalismo proletario, continueranno la lotta in questa direzione:

  • contro ogni caso di scenario caldo e coinvolgimento bellico;
  • contro le violazioni delle frontiere e la messa in dubbio dei trattati internazionali che hanno definito i confini nella regione;
  • contro il cambiamento dei confini e dei trattati che li definiscono;
  • contro le enormi spese militari dei due Paesi, che creano le condizioni per un conflitto bellico;
  • contro interventi e guerre imperialiste;
  • contro la concorrenza per lo sfruttamento degli idrocarburi nell’Egeo da parte dei monopoli e i piani per il loro “co-sfruttamento” da parte delle classi borghesi, per il controllo delle fonti energetiche con l’obiettivo di aumentarne la redditività, creando le condizioni per maggiori complicazioni e per l’inasprimento dello scontro, mettendo a rischio l’ambiente. La classe operaia, i popoli dei due Paesi non hanno nulla da guadagnare da questi piani;
  • contro il coinvolgimento dei due Paesi nei piani imperialisti, per il ritiro delle forze militari dalla NATO e altre missioni imperialiste all’estero.

Lottiamo per il distacco dei nostri Paesi dalle unioni imperialiste della NATO e dell’UE, al fine di espellere le basi USA e NATO dai nostri Paesi.

Partito Comunista di Grecia

Partito Comunista di Turchia

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Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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