Almeno 3 indigeni kukamas dell’Amazzonia peruviana sono stati uccisi dalla polizia e 10 feriti di cui 4 in prognosi riservata in una protesta di fronte agli stabilimenti di una compagnia petrolifera canadese responsabile dello sfruttamento indiscriminato dell’area e dell’inquinamento nella zona.

La violenta repressione è avvenuta intorno alla mezzanotte di sabato, quando circa 70 abitanti del villaggio hanno cercato di impadronirsi del campo della compagnia canadese PetroTal, nella località Bretagna, nella regione amazzonica di Loreto, nel nord-est del Perù.

Gli indigeni hanno chiesto alla compagnia petrolifera di interrompere il suo lavoro in un luogo noto come Lotto 95, sostenendo che contamina l’area a causa di diversi sversamenti già avvenuti nei fiumi.

Secondo le organizzazioni indigene peruviane, gli agenti di polizia sono stati quelli che “hanno dato inizio” allo scontro.

“La polizia, ha iniziato a sparare a raffica sulla folla e anche la polizia stessa si è sparata a vicenda, a causa dell’oscurità, da lì derivano i 6 feriti tra i poliziotti”, afferma in un comunicato l’Associazione Interetnica per lo Sviluppo della Giungla Peruviana (Aidesep).

L’Aidesep ha indicato che l’obiettivo della protesta era quello di esprimere il rifiuto “verso la compagnia petrolifera e verso lo Stato di fronte all’abbandono e alla morte dei loro parenti per mancanza di cure, medicinali a causa del Covid-19”
“La compagnia guadagna milioni di soles al giorno sulle nostre terre, inquinandole, mentre noi siamo nel più totale abbandono senza cure mediche” afferma nel video il rappresentante dei manifestanti. https://twitter.com/Ojo_Publico/status/1292498677093871617?s=20

La pandemia di coronavirus è stata particolarmente grave in Amazzonia, dove dozzine di gruppi etnici indigeni vivono in povertà.

Le autorità stimano che sette abitanti su 10 di Iquitos, la principale città dell’Amazzonia peruviana, siano stati finora infettati dal coronavirus.

Gli indigeni hanno affermato nel comunicato che la protesta è stata prodotta a causa della negligenza dello Stato di fronte alla pandemia, oltre che per chiedere la realizzazione di un impianto di trattamento dell’acqua potabile, fognature e la fornitura di energia elettrica promessa e mai mantenuta dal Governo di destra filostatunitense.

La compagnia petrolifera ha annunciato in un comunicato l’interruzione temporanea delle sue attività.

“Esortiamo le persone che stanno protestando ad interrompere le loro azioni di forza”, ha detto la società.

Nel 2019, un gruppo di indigeni è entrato nello stesso lotto petrolifero ed è riuscito a fermare la produzione di petrolio per 30 ore. Il Perù è un piccolo produttore di petrolio e deve affrontare conflitti costanti in Amazzonia a causa delle fuoriuscite di petrolio che hanno inquinato l’acqua dei fiumi.

L’informazione sui morti è stata resa nota domenica scorsa dal ministro dell’Interno Jorge Montoya: “Purtroppo non sono due i residenti che sono morti. Ci hanno appena comunicato che sono tre”, ha detto il funzionario alla radio RPP.

Quattro degli indigeni feriti sono “con una prognosi riservata”, secondo le autorità peruviane.

Rete solidarietà rivoluzione bolivariana

https://www.telesurtv.net/news/peru-protesta-amazonia-indigenas-muertos-20200810-0001.html

https://mundo.sputniknews.com/america-latina/202008101092364874-tres-indigenas-mueren-en-peru-en-protestas-contra-petrolera-en-la-amazonia/

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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