Il 23 agosto ha avuto ufficialmente il via la prima fase delle sperimentazioni cliniche per la validazione definitiva di Soberana, il vaccino contro il Covid-19 interamente sviluppato a Cuba, primo in assoluto in tutta l’America Latina. Le sperimentazioni hanno avuto inizio con la somministrazione del prodotto a venti volontari di età compresa tra i 19 ed i 59 anni. Dopo la prima settimana, verranno valutati i risultati del vaccino in termini di sicurezza e, in seguito all’autorizzazione del Centro per il controllo statale della qualità dei medicinali (Cecmed), si potrà procedere alla somministrazione del vaccino ai soggetti tra i 60 e gli 80 anni di età.

La fase due delle sperimentazioni è stata pianificata a partire dal 30 ottobre, con l’obiettivo di coinvolgere un totale di 676 volontari nella fascia di età 19-80 anni. Gli studi clinici, secondo quanto riportato dalla stampa cubana, dovrebbero concludersi all’inizio del 2021, e i loro risultati saranno pubblicati nel secondo mese dell’anno venturo. Prima dell’inizio della fase uno delle sperimentazioni, oltretutto, il vaccino era già stato sperimentato su tre degli scienziati che partecipato al progetto per la realizzazione di Soberana, con risultati positivi.

Il vaccino Soberana è stato realizzato grazie alla collaborazione tra l’Istituto dei Vaccini Finlay, il Centro di Immunologia Molecolare ed il Laboratorio di Sintesi Chimica e Biomolecolare dell’Università de L’Avana. Vicente Vérez Bencomo, direttore generale dell’Istituto Finlay, ha spiegato che il percorso intrapreso dalla scienza cubana nello sviluppo di altri vaccini è stato essenziale per questo risultato. Allo stesso modo, ha affermato che, date le circostanze della pandemia, sono stati apportati degli adattamenti al sistema di regolamentazione globale, che hanno permesso di abbreviare i tempi senza implicare la riduzione del rigore di ciascuna delle procedure da seguire.

Inizialmente, ha sottolineato Vérez Bencomo, le prime opzioni di vaccino consistevano, fondamentalmente, nel coltivare il virus, inattivarlo e utilizzarlo, procedura già nota per altri vaccini di questa natura. Tuttavia, la coltivazione del virus in grandi quantità comporta alcuni rischi in termini di produzione. Per questo, gli scienziati cubani hanno preferito individuare analogie con lo sviluppo di altri vaccini, permettendo di velocizzare gli studi per la realizzazione di Soberana.

Il nome Soberana deriva dalla richiesta, effettuata dal presidente Miguel Díaz-Canel, di ottenere un vaccino cubano contro il Covid-19, indipendentemente dai risultati ottenuti da altri Paesi, in quanto testimonianza di sovranità nazionale. Per un Paese come Cuba, sottoposto da oltre sessant’anni ad un embargo criminale da parte degli Stati Uniti, è infatti necessario ottenere un vaccino prodotto in casa per non dipendere dal commercio estero e dai prezzi imposti dalle multinazionali straniere sul mercato. Questo risultato dimostra ancora una volta la resilienza dell’isola caraibica, tra le principali vittime degli attacchi imperialisti statunitensi, ma in grado di ottenere risultati raggiungibili da pochi altri Paesi del mondo.

L’ottenimento di un vaccino contro il Covid-19 da parte di Cuba non può che rappresentare una notizia positiva non solo per la popolazione locale, ma per il mondo intero: “Il fatto che Cuba abbia già il suo candidato vaccino è una grande notizia per la nostra gente, per coloro che sanno molto bene che, una volta completati tutti i processi di valutazione essenziali, verrà iniettato a tutti, indipendentemente dal colore della pelle o dalla professione che svolgiamo, lo stipendio che guadagniamo, la religione che rtichiamo. Sarà gratuito e disponibile per tutte le persone”, ha scritto Elson Concepción Pérez su Granma. “I cubani – e il mondo – sanno anche che Cuba sa condividere ciò che ha e che la solidarietà è la bandiera che ci identifica e ci definisce”.

Nel corso di tutta la pandemia da nuovo coronavirus, Cuba ha dimostrato di essere animata da sincera solidarietà nei confronti del mondo, rendendosi disponibile ad aiutare gli altri Paesi in difficoltà, anche quelli più avversi dal punto di vista ideologico. Le brigate mediche cubane sono state dispiegate in tutti gli angoli del mondo – attualmente si trovano in quaranta Paesi – per far fronte all’emergenza, e non è un caso che siano sempre più numerose le voci che si levano per chiedere l’attribuzione del Premio Nobel per la Pace ai medici dell’isola.

Di recente, l’Associazione degli Stati dei Caraibi (Asociación de Estados del Caribe – AEC) ha pubblicato una nota in cui riconosce il lavoro internazionale di Cuba nell’affrontare la pandemia di Covid-19. La dichiarazione afferma che “uno speciale riconoscimento è esteso al governo e al popolo di Cuba per il servizio medico e il supporto all’AEC e agli stati e territori del mondo nella lotta contro la pandemia da Covid-19“. Inoltre, “l’AEC ribadisce l’appello al governo degli Stati Uniti d’America per porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario che impone a Cuba, e alla legge Helms Burton (una leggere federale del 1996 volta ad inasprire il blocco contro Cuba, ndre a cessare la sua applicazione extraterritoriale“. “Il Consiglio respinge anche l’applicazione di misure coercitive unilaterali contrarie al diritto internazionale, che minacciano la pace e la prosperità degli stati dei Caraibi e che devono essere eliminate per soddisfare le esigenze umanitarie dei popoli dei Caraibi in questi tempi difficili“, conclude il documento dell’AEC.

Il ministro degli affari esteri di Cuba, Bruno Rodríguez Parrilla, ha ringraziato l’AEC per il messaggio, affermando che “Cuba continuerà a lavorare a favore dell’unità, dell’accordo e della cooperazione“. Cuba resta infatti una garanzia di solidarietà e cooperazione internazionale per tutto il mondo, come ha potuto sperimentare anche l’Italia nei momenti più difficili dell’epidemia. Alla luce di ciò, invitiamo i nostri lettori a sostenere la candidatura delle brigate mediche cubane al Premio Nobel per la Pace.

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Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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