Iván Duque tra le bandiere colombiana e statunitense


Francesco Cecchini


Il 27 agosto il governo colombiano di Iván Duque ha autorizzato la ripresa dell’ attività della brigata militare statunitense (Security Force Assistance Brigade,SFAB). Il ministro della Difesa, Carlos Holmes Trujillo, ha annunciato, non raccontando la verità, che la maggioranza assoluta del Senato, 69 senatori, ha dato il consenso. Il Senato colombiano è composto da 102 senatori.
Tra le molte smentite, il senatore Roy Barreras ha dichiarato: La presunta autorizzazione del Congresso per operazioni militari straniere in Colombia non è mai esistita, non esiste, non è mai stata messa ai voti al Congresso.”,
Il senatore Iván Cepeda ha inoltre ritenuto che il ministro della Difesa, Carlos Holmes Trujillo, potrebbe aver violato la sentenza del tribunale di Bogotá, che ha ordinato la sospensione delle attività della missione dell’esercito americano, fino a quando non ci fosse una sentenza ufficiale del Senato. che non è stato ancora dato. Iván Cepeda ha così affermato: Informeremo il Consiglio di Stato di questa flagrante violazione dell’ordinamento giudiziario, poiché oggi in quel tribunale si sta presentando un ricorso presentato dalla Presidenza della Repubblica sulla decisione di tutela che ordina la paralisi dell’attività di quelle truppe. e che il Senato prenda la decisione”.
Lo scorso 3 luglio la terza sezione del tribunale amministrativo di Cundinamarca aveva ordinato a Iván Duque di sospendere le attività di 46 militari statunitensi arrivati ​​nel Paese il primo giugno. L’ ordine fu ripreso dal tribunale di Bogotá.
Inoltre parlamentari dell’ opposizione, Iván Cepeda, Aída Avella, Antonio Sanguino e Gustavo Petro, avevano presentato una richiesta di protezione dei diritti costituzionali contro Iván Duque che li aveva violati permettendo l’ ingresso in Colombia di truppe straniere. Da notare che il dispiegamento delle brigate SFAB in Centro e Sud America rientra nello sforzo dell’amministrazione del presidente Trump per rafforzare le operazioni antidroga nei Caraibi, dopo le accuse per traffico di droga a Nicolás Maduro, da parte del governo degli Stati Uniti. Quindi nel mirino delle SFAB, anche di quelle che operano in Colombia, c’è il presidente del Venezuela, Nicolás Maduro.
Lo scorso 17 agosto Iván Duque ha annunciato un nuovo Plan Colombia chiamato Colombia Crece, con, naturalmente, la partecipazione degli Stati Uniti. All annuncio era presente una delegazione statunitense guidata dal consigliere della Sicurezza Nazionale Robert OBrien. Lo scopo ufficiale dichiarato è combattere organizzazioni criminali e aiutare comunità locali, ma hanno anche detto che marceranno contro il Venezuela. Alcuni prevdono una guerra al Venezuela entro il prossimo ottobre.
Organizzazioni e leader politici hanno denunciato il Colombia Crece perché porterà il paese alla guerra.
Il partito FARC ha dichiarato che Duque vuole il condannare la Colombia alla guerra eterna, da buon servitore degli Stati Uniti intende riproporre il Plan Colombia che ha lasciato solo morte e desolazione nel Paese.
Da parte sua, il presidente venezuelano Nicolás Maduro e membri del suo governo hanno denunciato le intenzioni del presidente colombiano di promuovere azioni violente contro il Venezuela, sostenute dagli Stati Uniti, nonché di generare destabilizzazione.
E’ indubbio che Colombia Crece sia associata alla cosiddetta “pace regionale”, che non significa nulla di diverso dal Piano diretto contro il Venezuela per ottenere il rovesciamento del Presidente Maduro. Per continuare e possibilmente portare a termine ciò che è stato il frustrato piano Gideon. 300 mercenari arruolati e pagati, ma solo 30, uno sparuto commando bloccato dalle forze speciali bolivariane mentre tentava di sbarcare a La Guaira, vicino a Caracas. Maduro denunciò il coinvolgimento nell azione del governo di Bogotá e il sostegno degli Usa.

I mercenari del piano Gideon catturati

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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