di Craig Murray
Oggi i media industriali che hanno strillato “Libertà di stampa!” quando Extinction Rebellion ha bloccato la stampa di propaganda di proprietà di miliardari stanno zitti mentre il calvario di Julian Assange per aver rivelato al pubblico verità reali non filtrate passa alla sua prossima stazione, la macabra architettura gotica dell’Old Bailey.
I Conservatori sono apparsi considerevolmente tolleranti nei giorni in cui Extinction Rebellion stava creando al pubblico una turbativa generale. Ma minacciare gli interessi di pagatori miliardari è qualcosa contro cui l’intera classe politica si unisce. In un momento in cui il governo sta discutendo di designare Extinction Rebellion come Grave Crimine Organizzato, il pagliaccio ciuffuto di destra Keir Starmer ha devotamente condannato il gruppo affermando: “La libera stampa è la pietra angolare della democrazie e dobbiamo fare tutto ciò che possiamo per proteggerla”.
E’ certamente ora di smettere di parlare di “libera stampa”, come se si trattasse di Thomas Paine o William Cobbett intenti a distribuire volantini. I media a stampa sono oggi oggetto di una fenomenale concentrazione di proprietà. Trasmettono la propaganda di alcuni miliardari molto odiosi a un pubblico in calo di persone prevalentemente anziane. Le stesse proprietà si sono naturalmente trasferite alla televisione e alla radio e sempre più in media nuovi, e hanno una stretta alla gola su chi controlla i media statali. Al tempo stesso i guardiani industriali del cancello di Facebook e Twitter strangolano di proposito il flusso di lettori dei media indipendenti in rete. L’idea di una “libera stampa” come di un mercato aperto di idee democratiche non ha alcun significato reale nella società moderna, fintanto che non siano adottate misure antimonopolistiche. Il che è l’ultima cosa che il potere farà.
Tutto il contrario; sta attivamente cercando di eliminare il dissenso persino da Internet.
Io non voglio chiudere permanentemente il Sun o il Telegraph; né lo vuole Extinction Rebellion. Ma l’azione eccellente di quest’ultimo è un’apertura importante al dibattito riguardo alla narrazione pubblica controllata, non da ultimo sul cambiamento climatico. I ben pagati stenografi del potere sono stati rapidi nel protestare. Il megafono di Murdoch, David Aaronovitch, ha twittato che in realtà il 99 per cento del tempo non c’è stata alcuna interferenza editoriale da Murdoch. Ma il punto è questo. Murdoch impiega gente affidabile di destra, come Aaronovitch; non ha bisogno di dir loro che cosa scrivere.
Mostratemi il giornalista di Murdoch che abbia più di una volta pubblicato qualcosa sulle violazioni dei diritti umani contro i palestinesi. Murdoch ha cacciato il suo stesso figlio dal suo impero mediatico perché James non era sufficientemente entusiasta del lento genocidio dei palestinesi e non crede che il mercato correggerà magicamente il cambiamento climatico.
I media industriali scelgono i propri megafoni. La Scozia è divenuta un esempio estremo, dove il 55 per cento della popolazione appoggia l’indipendenza, ma solo il 5 per cento dei “giornalisti” statali e industriali appoggia l’indipendenza.
Julian Assange è stato una luce in questo buio. WikiLeaks ha aperto una finestra sul mondo segreto dei crimini di guerra, degli assassinii e della corruzione che stanno alla base di una parte così grande del governo sotto cui viviamo in tutto il mondo “libero”. Arrivato sulla scia della consapevolezza pubblica che ci era stato sfacciatamente mentito per condurci alla guerra dell’Iraq, c’è stato un tempo in cui è parso che Assange ci avrebbe guidato in una nuova era in cui rivelatori, cittadini giornalisti e una Internet democratica avrebbero rivoluzionato l’informazione pubblica con la presa alla gola dei miliardari distrutta.
Ciò è fonte di minore ottimismo oggi, con lo stesso mondo di Internet industrializzato. Julian è in carcere e proseguono ora udienze sull’estradizione che sono state un lungo abuso del processo. Le spaventose condizioni di isolamento in cui è stato mantenuto nel carcere di alta sicurezza di Belmarsh, senza alcun accesso alla sua squadra legale o a un computer funzionante, ai suoi documenti o alla sua mail, hanno sottratto un pesante pedaggio alla sua salute fisica e mentale. Il Rappresentante Speciale dell’ONU ha dichiarato che egli è sottoposto a tortura. Media che sono indignati per l’attacco molto dubbio a Navalny non provano altra emozione che disprezzo per la vittima della tortura di stato Assange.
Dai sostenitori di Assange è costantemente chiesto perché i media non considerino l’aggressione a un editore e giornalista come una minaccia a loro stessi. La risposta è che i media statali e industriali sono fiduciosi nella loro ferma alleanza con il potere costituito. Non hanno alcuna intenzione di contestare lo status quo; la loro protezione da quelli che prendono a calci Assange sta nell’unirsi a loro nel tirare calci.
Spero di essere in tribunale oggi e in tutta l’udienza sull’estradizione. La galleria del pubblico di 80 posti è stata ridotta a 9 “a causa del COVID”. Cinque posti sono riservati alla famiglia e agli amici di Assange e io oggi ho uno di questi, ma non garantito a parte ciò. Ci sono solo quattro posti per il pubblico generale.
Giornalisti e ONG seguiranno l’udienza in rete, ma solo giornalisti e ONG “approvati”, scelti dall’orwelliano ministero della giustizia. Ho cenato ieri sera con sostenitori di Assange di numerose ONG registrate nessuna delle quali è stato “approvata”. Ho presentato richiesta come rappresentante di Hope Over Fear ed è stata respinta. E’ la stessa storia per quelli che hanno richiesto accesso in rete quali giornalisti. Solo agli ufficialmente “approvati” sarà consentito di osservare.
Questa dovrebbe essere un’udienza pubblica cui chiunque in tempi normali dovrebbe essere in grado di presenziare entrando dalla strada nella vasta galleria del pubblico e chi disponga di una tessera stampa nella galleria della stampa. Qual è la giustificazione per la selezione politica degli autorizzati a seguire? E’ stato creato un sistema straordinario in rete con l’assegnazione agli osservatori favoriti dallo stato di “stanze” cui hanno accesso solo le persone identificate. Anche nel caso di organizzazioni approvate non accade che un’organizzazione abbiano un codice di accesso che chiunque possa usare, nemmeno una persona alla volta. Solo individui specificamente nominati devono registrarsi prima che la procedura inizi e se la loro connessione cade in qualsiasi momento non saranno riammessi quel giorno.
Considerate queste restrizioni ero ben consapevole che potrò dover fare la fila dalle 5 di domani mattina per ottenere uno dei quattro posti pubblici nel caso esca dalla lista della famiglia. Così questa mattina alle sei sono andato all’Old Bailey per controllare la coda ed elaborare il sistema. Le prime sei persone in coda erano tutte persone che, interamente di loro iniziativa, senza che io lo sapessi e senza coordinamento tra loro, erano arrivate mentre Londra dormiva solo per riservare un posto a me. Sono stato travolto dalla loro bontà, dalla loro fiducia in me e dal totale interesse umanitario per Julian e per il fallimento giudiziario. Ho chiacchierato allegramente con loro per un po’, poi sono tornato a scrivere questo, ma appena dietro l’angolo sono scoppiato in lacrime, sopraffatto da tutta questa gentilezza.
Ora devo ricompormi ed entrare in quell’aula.
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Da Znetitaly – Lo spirito della resistenza è vivo
Originale: https://www.craigmurray.org.uk/
Traduzione di Giuseppe Volpe
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