Referendum, l’ira di Di Maio: Non credete ai bugiardi del No
Un altro attacco a chi vota No è arrivato nella serata di ieri dalla pagina del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che, forse provato dallo scarso riscontro delle piazze, forse stordito dalla campagna egemonica del Fronte del No sui social, forse anche un po’ spaventato dall’intervista del professor Roberto D’Alimonte, che sull’Huffington Post, sempre ieri, parla di un No che, al di là di ogni più rosea previsione, oscilla oggi tra il 40 e il 45 per cento, peraltro in crescita, lancia su Facebook l’ennesima “Fatwa”: “Che interessi difendete voi del No”, accusa in un lungo post in cui invita gli elettori a diffidare dagli spauracchi del fronte opposto. “Vi dicono che con il taglio di 345 parlamentari verrebbe meno la rappresentatività in parlamento?”, scrive di Maio, “Bugie, non credetegli”. Non solo “establishment”, dunque, ma anche bugiardi, quelli del No.
A supporto delle sue “accuse”, Di Maio cita il fenomeno dei paracadutati, cioè di quelli che vengono candidati in zone diverse da quelle in cui risiedono, tipo la Boschi, per intenderci. Dimentica però di Maio che questa “stortura”, come pure quella dei cosiddetti “nominati”, non dipende dal numero dei parlamentari ma ha a che fare con la legge elettorale e con i listini bloccati. Ma un po’ di propaganda è perdonabile e pure legittima, quello che però “non è accettabile – commenta un utente – è quel continuo rivolgersi a quelli del No come fossero motivati da interessi personali: “I contrari – scrive Di Maio – hanno un solo timore, quello di non essere rieletti”. I contrari chi? I contrari sono milioni e saranno milioni nelle urne. Non si può pensare che milioni di elettori votino no per paura di non essere rieletti e di “perdere le poltrone”, giacché non ne hanno.
Le “poltrone”, come le chiamano i big cinquestelle con quel linguaggio spavaldamente metonimico, per indicare i “rappresentanti del popolo”, le perde chi le ha. Quelli per esempio come Di Maio. O come Toninelli. O come Alessio Villarosa, sottosegretario Cinquestelle all’economia, che in risposta al commento di un suo sostenitore – che lamenta che in tanti voteranno No – si lascia sfuggire che “purtroppo c’è libertà di voto”. La stessa libertà di voto che è a fondamento di una democrazia e che ha consentito, persino a Di Maio e a Villarosa, di poter rappresentare il popolo nelle istituzioni che adesso provano a “scassare”.
Fortebraccio News