Tra l’11 ed il 13 settembre, si sono tenute in Russia le elezioni regionali, che prevedevano l’elezione di venti governatori e di undici parlamenti regionali. Secondo i risultati ufficiali, tutti i venti governatori uscenti sono stati confermati con oltre il 50% dei consensi, rendendo dunque inutile lo svolgimento di un secondo turno. Di questi, diciotto appartengono al partito del presidente Vladimir Putin, Russia Unita (Единая Россия, Edinaja Rossija), ma anche gli altri due sono comunque legati alla formazione di governo: Vladimir Uyba, governatore della Repubblica dei Komi, è ufficialmente un indipendente, ma comunque legato a Russia Unita, mentre Aleksej Ostrovskij, governatore dell’oblast’ di Smolensk è sostenuto da una coalizione composta dal partito di Putin e dal Partito Liberal-Democratico di Russia (Либерально-Демократическая Партия России, Liberal’no-Demokratičeskaja Partija Rossii – LDPR).

Le uniche sconfitte parziali subite da Russia Unita hanno riguardato le elezioni dei parlamenti regionali, con il partito di governo che ha perso la maggioranza assoluta in tre emicicli su undici. I risultato peggiori per Russia Unita sono stati registrati nell’oblast’ di Tambov (20.6%) e nell’oblast’ di Tomsk (24.5%), mentre nell’oblast’ di Novosibirsk la lista di Russia Unita ha comunque ottenuto un buon risultato, seppur inferiore a quelli del passato (44%).

Nelle stesse giornate, si è votato anche per quattro elezioni suppletive che hanno permesso di riempire altrettanti seggi rimasti vacanti nel parlamento federale di Mosca. I candidati di Russia Unita si sono imposti in tre casi, con l’unica eccezione del seggio di Komsomolsk, mantenuto dai liberal-democratici con l’elezione di Ivan Pil’jaev.

Ancora una volta, l’unica linea di vera opposizione coerente e credibile a Russia Unita è stata rappresentata dal Partito Comunista della Federazione Russa (Коммунистическая партия Российской Федерации, КПРФ; Kommunističeskaja partija Rossijskoj Federacii, KPRF) di Gennadij Zjuganov, che non ha mai ceduto alla tentazione di formare coalizioni con il partito di governo, come invece hanno fatto i liberal-democratici di Vladimir Žirinovskij. Questo per rispondere anche a tutti coloro che, sulla stampa occidentale, hanno erroneamente definito un esponente di secondo rangoAleksej Naval’nyj, come leader dell’opposizione.

In seguito alla pubblicazione dei primi risultati, Zjuganov ha pronunciato un lungo discorso presso la Duma di Mosca, con il quale ha violentemente attaccato il partito di governo: “Il signor Dmitrij Medvedev ha recentemente affermato che Russia Unita è il partito al governo e che è responsabile di tutto ciò che accade nel Paese. Allora lasciamo che Russia Unita sia responsabile di ciò che accade durante le campagne elettorali”, ha esordito. “Due idee si sono scontrate alle elezioni. Una di queste è la continuazione dell’attuale corso criminale-oligarchico. L’altra è la rinascita di uno stato forte con un’economia potente e stabile, una popolazione alfabetizzata e una posizione politica sovrana. Prendiamo il secondo punto di vista. Il nostro partito, i suoi alleati e amici hanno preparato un vero programma per lo sviluppo del Paese. Pensavo che durante le ultime elezioni ne avremmo potuto parlare. Ma tutto è nuovamente degenerato in battibecchi e parzialità, che non danno nulla di buono”.

Crediamo che la frode elettorale abbia raggiunto il suo limite. O riportiamo le cose alla normalità, in conformità con la legge, o finiremo inevitabilmente con il fallimento politico e le proteste di piazza. Se non c’è modo di correggere la situazione con le parole, rimane un modo: un sasso o un fucile. Ma noi sosteniamo una soluzione pacifica ai problemi”, ha attaccato pesantemente Zjuganov. “Cinque dei nostri candidati forti, che avevano tutte le possibilità di vincere, sono stati esclusi con pretesti inverosimili”, ha aggiunto, facendo riferimento in particolare alle elezioni di Sebastopoli e della Kamčatka.

Per quanto riguarda la copertura mediatica della campagna elettorale, c’è stata anche totale arbitrarietà. Certo, le riunioni del presidente con i candidati alla carica di governatore sono state coperte attivamente. Ma questi erano solo candidati del partito al governo. Non è stato ascoltato neppure un singolo rappresentante dell’opposizione”. Zjuganov ha concluso affermando che “il Partito Comunista della Federazione Russa non riconosce l’elezione dei governatori nelle regioni in cui i nostri candidati sono stati rimossi”.

Il Partito Comunista della Federazione Russa ha da tempo presentato una piattaforma nota come “dieci passi per una vita dignitosa”, che propone un decalogo di misure da prendere immediatamente per rilanciare l’economia ed il sistema sociale della Russia, oltre ad una serie di dodici leggi definite prioritarie. In particolare, il KPRF propone l’innalzamento del reddito minimo di sussistenza dagli attuali 12.000 rubli (circa 136 euro) fino a 25.000 rubli (circa 283 rubli), l’abolizione della recente riforma del sistema pensionistico, maggiori investimenti nell’istruzione, nella tecnologia e nella scienza ed un programma di sviluppo sostenibile.

L’oligarchia continua a ingrassare, rubare e impadronirsi. Solo durante la pandemia, si è accaparrata 70 miliardi di dollari”, ha detto con tono critico Zjuganov. “Ma il ministro delle finanze Anton Siluanov propone ancora il vecchio corso. A suo avviso, a causa del calo dei prezzi dell’energia, è necessario tagliare le voci di bilancio per 4,6 trilioni di rubli. Credo che questa sia una proposta del tutto provocatoria che assolutamente non può essere accolta! In un Paese morente propone di tagliare i costi dell’assistenza sanitaria di 253 miliardi di rubli, di lasciare l’istruzione e la scienza senza fondi”.

Nel suo intervento, Zjuganov ha affrontato anche la questione riguardante la Bielorussia, che secondo il leader comunista riguarda da vicino anche la Russia e la sicurezza nazionale della Federazione. “Abbiamo fornito e continueremo a fornire assistenza alla Bielorussia. Ho visitato molte imprese bielorusse, esibite in importanti università bielorusse”, ha dichiarato il segretario del KPRF. “A Novosibirsk, guidata dal comunista Anatolij Lokot’, si tiene una grande fiera di prodotti bielorussi. Lì è stata fondata un’impresa comune russo-bielorussa, che ha già prodotto tre dozzine di tram”, ha raccontato, spronando il parlamento federale a prendere posizione in difesa del governo di Aljaksandr Lukašėnka.

CLICCA QUI PER LA PAGINA FACEBOOK

Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy