La condanna dell’imperialismo statunitense e del modello violento promosso dagli USA a livello internazionale è divenuta una delle tematiche principali del vertice per il 75mo anniversario dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, assieme alla necessità di promuovere un nuovo modello di relazioni internazionali, basate sulla cooperazione e sul multilateralismo, anziché sulla legge del più forte (nella giornata di ieri avevamo già riportato altri interventi come quello del primo ministro indiano Narendra Modi, del ministro degli esteri cubano Bruno Rodríguez Parrilla, del presidente cinese Xi Jinping e del presidente venezuelano Nicolás Maduro).

Il presidente della Federazione RussaVladimir Putin, è a sua volta intervenuto sottolineando l’importanza di aumentare gli scambi bilaterali e multilaterali, nonché la solidarietà tra i Paesi della comunità internazionale. Il capo del Cremlino ha soprattutto affrontato la tematica del Covid-19, chiedendo una risposta congiunta da mettere in pratica attraverso la cooperazione e l’integrazione internazionale. Putin anche chiesto che tutte le capacità farmaceutiche e biotecnologiche del mondo vengano messe a disposizione per garantire l’accesso del vaccino a tutte le persone a livello internazionale, ribadendo la possibilità di utilizzare a livello internazionale il vaccino russo Sputnik V.

Il presidente russo ha poi correttamente affermato che l’ONU dovrebbe continuare ad evolversi e adattarsi alla realtà del mondo moderno, dimostrando di essere d’accordo con molti altri leader internazionali. Putin ha difeso il potere di veto attualmente detenuto dalla Russia all’interno del Consiglio di Sicurezza, ma ha anche affermato che lo stesso dovrebbe basare il proprio lavoro sul principio del consenso più ampio possibile. Putin ha infine proposto di stipulare degli accordi sulle questioni relative alla sicurezza informatica e allo sviluppo dell’intelligenza artificiale, e soprattutto ha ricordato i progressi fatti grazie all’iniziativa russa finalizzata a stipulare un accordo tra tutte le potenze spaziali per vietare l’installazione di armi nello spazio.

Anche il presidente della Repubblica SudafricanaMatamela Cyril Ramaphosa, che attualmente occupa anche la presidenza di turno dell’Unione Africana, ha incitato la comunità internazionale alla solidarietà per fronteggiare la pandemia da Covid-19. Il leader della più importante economia del continente ha invitato la comunità internazionale a sostenere l’attuazione di un pacchetto di stimoli per i Paesi africani ed a sospendere gli interessi sul debito pubblico degli stati africani, al fine di consentire la ricostruzione delle economie del continente. “Dobbiamo mettere in piedi delle organizzazioni al fine di ottenere la distribuzione tra tutti, eliminare il flagello della corruzione ed essere ambiziosi per garantire che ci sia un’opportunità per un futuro migliore libero da fame, malattie e guerre“, ha detto Ramaphosa.

Ramaphosa ha affrontato anche tematiche di portata mondiale, esprimendo il proprio sostegno per la lotta contro il razzismo ed il movimento Black Lives Matter, oltre ad invocare la fine all’occupazione illegale nel Sahara Occidentale del Marocco, a sostenere l’autodeterminazione del popolo palestinese, e a ribadire al contempo l’appello al governo degli Stati Uniti di porre fine al blocco economico, finanziario e commerciale contro Cuba.

A proposito dell’isola caraibica, il presidente cubano Miguel Díaz-Canel è intervenuto denunciando “i doppi standard del governo degli Stati Uniti nella lotta al terrorismo“, riferendosi all’intensificazione delle sanzioni imposte dal governo statunitense. Díaz-Canel ha spiegato che, durante l’amministrazione del presidente Donald Trump, c’è stata un’escalation nell’applicazione di misure che violano il diritto internazionale ai danni di Cuba, che gli USA hanno persino inserito all’interno della lista dei Paesi che favoriscono il terrorismo. Il leader cubano ha affermato che i doppi standard della politica statunitense contro il terrorismo si esprimono nel silenzio del governo di quel Paese di fronte all’attacco perpetrato contro l’ambasciata cubana a Washington, il 30 aprile 2020.

Gli attacchi statunitensi contro Cuba si sono addirittura intensificati in occasione della pandemia da Covid-19, attraverso una campagna diffamatoria contro la collaborazione medica cubana, della quale hanno potuto beneficiare ben trentanove Paesi, Italia compresa. Anche il presidente cubano si è espresso a favore di una democratizzazione delle Nazioni Unite che “permetta una risposta efficace ai bisogni di tutti i popoli“. Díaz-Canel non ha mancato di puntare il dito contro il sistema capitalista che attualmente domina il pianeta, considerandolo come la vera causa della pandemia da Covid-19: “L’espansione dell’epidemia è conseguenza delle politiche disumanizzate dalla dittatura del mercato, del sistema di produzione e consumo capitalista e de;l’applicazione di un neoliberismo rozzo e sfrenato che rifiuta milioni di esseri umani“.

L’Avana, infine, condanna gli attacchi imperialisti statunitensi contro altri Paesi della comunità internazionale, in particolare il Venezuela ed il Nicaragua, respinge le sanzioni e le interferenze esterne contro Russia, Bielorussia, Iran e Cina, e sostiene le cause per l’autodeterminazione dei popoli palestinese e sahrawi.

Il presidente argentino Alberto Fernández ha affermato che l’Argentina esorta a modificare e aggiornare non solo l’ONU, ma anche l’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) e le istituzioni derivate dai trattati di Bretton Woods (la Banca Mondiale ed il Fondo Monetario Internazionale) “che hanno mostrato limiti di fronte difficoltà finanziarie come quelle del 2008-2009, tutti anelli dell’architettura multilaterale nata nel dopoguerra“. Come il suo omologo sudafricano, Fernández ha specificato che le organizzazioni multilaterali devono essere ridisegnate al fine di consentire alle risorse di essere distribuite in modo più equo tra le persone che ne hanno bisogno, aggiungendo che “più del 60 per cento per cento dei poveri vive in Paesi a reddito medio“. “Abbiamo bisogno di una ONU 4.0 con i suoi valori fondanti intatti e con la lucidità di incorporare gli immensi cambiamenti tecnologici per renderli più umani, più democratici e più inclusivi” ha aggiunto nel suo intervento il dignitario argentino.

Chiudiamo questa breve rassegna con le parole del presidente iraniano Hassan Rouhani, che ha esortato la comunità internazionale a respingere l’arroganza e le molestie dei Paesi più potenti, in particolare gli Stati Uniti: “Parlano di diritti umani quando, attraverso le loro pressioni, hanno attaccato la salute, il benessere e la vita di tutti gli iraniani“, ha detto Rouhani, ringraziando al contempo i membri del Consiglio di Sicurezza che hanno votato contro la proposta statunitense di nuove sanzioni contro la Repubblica Islamica. “La sovranità è un diritto della nostra nazione e non permetteremo interferenze straniere“, ha concluso.

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Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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