Dalmine (BG): Via la mozione della vergogna al Comune di Dalmine

Riteniamo impresentabile la mozione che la maggioranza di Dalmine intende invece presentare e approvare. Un atto amministrativo e politico che se approvato subordinerebbe le autorizzazioni all’uso del suolo pubblico e degli spazi di proprietà comunale ad una dichiarazione di condanna di tutti i regimi e delle ideologie ispirate non solo al nazismo e al fascismo – come impone la nostra Costituzione – ma anche “al comunismo nonché ai radicalismi religiosi”. Una mozione che tende quindi a limitare la libertà dei cittadini di esprimere le opinioni politiche e religiose.

Questa mozione ricalca dichiaratamente il senso – tra l’altro – della pericolosa risoluzione che, approvata a maggioranza dal Parlamento Europeo nel settembre 2019, ha voluto equiparare anch’essa nazifascismo e comunismo e dimenticare che il nazifascismo – nato e cresciuto nell’Europa occidentale – è stata la più disumana espressione dell’imperialismo, del razzismo e della volontà di oppressione, mentre il comunismo è stato e continua ancora ad essere uno straordinario movimento di emancipazione delle classi lavoratrici e oppresse in tutto il mondo. Infatti il movimento comunista e i movimenti di emancipazione delle classi lavoratrici hanno preceduto e sono proseguiti ben oltre i discutibili regimi istituiti in Russia o in altri Paesi dell’Est.

L’Europa, mentre si diffondono come non mai dalla fine della seconda guerra mondiale i peggiori rigurgiti di ispirazione nazista-fascista e razzista con il loro seguito di violenze non solo verbali, ha pensato bene di assolversi delle sue responsabilità storiche e di azzerare al contempo gli immani sacrifici di interi popoli e di milioni di comuniste e comunisti che, con altri, ci hanno permesso di riconquistare libertà e democrazia.

Non è parso vero evidentemente ai partiti di maggioranza al Comune di Dalmine di approfittare degli strafalcioni revisionisti della maggioranza del Parlamento Europeo per una proposta che finirebbe per equiparare agli squadristi fascisti, suoi carnefici, la figura del dalminese Natale Betelli, operaio, combattente della 171a Brigata Garibaldi e rappresentante del Partito Comunista in seno al Cln aziendale. Dalmine gli ha giustamente dedicato il Viale principale e, ancora nel 2012, l’allora sindaca Claudia Terzi, esponente della Lega, ha voluto essere presente di persona alla cerimonia di consegna ai familiari di Natale Betelli della Medaglia d’Oro conferita dal Presidente della Repubblica.

Si vuole ora cambiare e riscrivere la storia, anche quella locale? Si vuole cancellare il contributo che hanno dato i comunisti alle lotte sindacali, sociali e civili anche in questa città e nella sua fabbrica?

Per decenni si è tentato sistematicamente di fermare, con ogni mezzo, e di sopprimere le aspirazioni ad un’Italia più giusta col pretesto che queste avrebbero fatto il gioco del blocco anti-occidentale. Si sono repressi i movimenti che chiedevano maggiore giustizia sociale utilizzando ogni mezzo, dalla calunnia alle bombe; in nome della libertà si è imposto invece lo sfruttamento indiscriminato degli uomini e dell’ambiente. Ora, scordandosi della libertà, si vuole andare oltre e interdire gli spazi e gli edifici pubblici a chiunque ritenga di dover motivare il suo impegno sindacale, politico e sociale lottando contro le diseguaglianze, magari ispirandosi alla parola d’ordine di Marx “da ciascuno secondo le sue capacità, a ciascuno secondo i suoi bisogni”, o a quanti aspirano, come affermava Lenin, ad un mondo in cui le fabbriche e la terra siano di chi le lavora, o a chi ritiene che – ancora Marx – i proletari, cioè gli oppressi, di tutti paesi si debbano unire? Sappiamo che i ribelli hanno sempre dato fastidio, ma i loro oppressori spesso rappresentano la parte peggiore dell’umanità.

E a quando la messa al bando dei testi di Rosa Luxemburg, di Antonio Gramsci o Rossana Rossanda, recentemente scomparsa? A quando il divieto di esecuzione dell’Internazionale o magari anche di Imagine di John Lennon?

Capiamo che la Lega e i suoi alleati di questi tempi abbiano bisogno di sollevare polveroni per creare una cortina fumogena attorno agli scandali che, a partire proprio dalla Lombardia e dalla bergamasca, stanno venendo alla luce. Capiamo tutto, ma non le bugie, la prepotenza e tanto meno il ridicolo a cui si espone un’istituzione democratica.

Il Re è nudo, è la verità, e noi da comunisti non smetteremo mai di denunciarlo!

25 settembre 2020

Fabrizio Baggi segretario regionale Prc/Se
Francesco Macario, segretario della Federazione di Bergamo Prc/Se
Renato Daminelli, Rifondazione Comunista Dalmine e già consigliere comunale

Di Red

„Per ottenere un cambiamento radicale bisogna avere il coraggio d'inventare l'avvenire. Noi dobbiamo osare inventare l'avvenire.“ — Thomas Sankara

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