Non solo imprese e facoltosi imprenditori si trasferiscono all’estero per pagare meno tasse, adesso a farlo sono anche i pensionati italiani. Nel 2019 secondo i dati Inps erano 388 mila. La maggior parte lo fa per ragioni familiari e gli assegni sono mediamente bassi, circa 259 euro. Ma ci sono anche pensionati che percepiscono assegni più consistenti e che hanno deciso di andare ad abitare all’estero per pagare meno tasse. 

I paradisi fiscali sono in diversi paesi, alcuni fanno parte dell’Unione europea. La metà preferita dagli italiani è il Portogallo. Clima mite e comunità accoglienti dove i redditi dei pensionati ‘non abituali’ sono esentati dal pagamento delle tasse per dieci anni. Unica condizione richiesta dal governo portoghese è la dimora per sei mesi all’anno. I nostri connazionali che nel 2019 hanno usufruito di questa agevolazione fiscale erano 2.897 ed hanno ricevuto mediamente dall’Inps 2.719,99 euro al mese.

Altra meta degli italiani è Cipro. Qui i ‘furbetti’ residenti sono circa 200. Essi godono di una no tax area fino a 19.500 euro all’anno. Questo significa che chi ha una pensione di 1.500 euro al mese non paga nulla, fino a 2.500 euro versa il 2,5%, che diventa il 3% fino a 3.500 euro. Chi ha una pensione superiora paga il 3,5% di tasse.

Malta è stata scelta da circa cento italiani. Il sistema fiscale prevede un’aliquota fissa del 15%.

Infine, la Tunisia, dove l’80% del reddito imponibile è esente. La tassazione, cioè, è solo sul restante 20%. L’aliquota è progressiva, quella massima è del 35% ma riguarda solo i redditi sopra i 50.000 euro.

Per frenare questo fenomeno il Parlamento ha introdotta con la Legge di Bilancio del 2019 (corretta con il Decreto crescita) un’imposta sostitutiva del 7%. I pensionati italiani o stranieri residenti all’estero ne possono usufruire per dieci anni se si trasferiscono in un piccolo Comune del Sud che ha meno di 20 mila abitanti.

I furbetti della pensione si aggiungono alle grandi e medio-piccole imprese che hanno delocalizzano o trasferito le loro sedi nel paradisi fiscali. Quello che è paradossale è che alcuni di questi paesi fanno parte dell’Unione europea. Abbiamo un mercato economico comune, la libera circolazione di merci e persone, la stessa moneta e la stessa Banca centrale, ma sistemi fiscali diversi. Fino a quando dovremo assistere a queste ‘furberie’ degli Stati, delle imprese ed ora anche dei pensionati?

Fonte inps.it

REDNEWS

Di Giovanni Pulvino (REDNEWS)

Insegno Scienze giuridiche ed economiche dal 1993. Dopo tanti anni di supplenze sono passato di ruolo nel novembre del 2015. In quel periodo il portale web di Tiscali dava agli utenti la possibilità di esprimersi tramite le ‘Socialnews’. Ed è cosi che nel luglio del 2012 ho iniziato a scrivere articoli raccontando le vicende dei precari storici della scuola. Per un anno ho collaborato anche con ComUnità del portale Unità.it. Successivamente, per integrare e proseguire quell’esperienza durata oltre 3 anni, ho creato REDNEWS (28 giugno 2015), un ‘blog di cronaca, informazioni e opinioni dal profondo Sud’. Il mio scopo era ed è quello di dare voce a chi è escluso dalla società, in particolare i disoccupati, i precari, i pensionati al minimo. Nello stesso tempo intendo esprimere il punto di vista di chi vive nel Meridione, terra che è regolarmente esclusa oltreché dal benessere economico anche dai circuiti d’informazione nazionali. La linea editoriale del blog può essere riassunta con le parole scritte nel IV secolo a.C. dal poeta e drammaturgo greco Sofocle: ‘L’opera umana più bella è di essere utile al prossimo’.

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