Ci sarà un’ulteriore decisione della giustizia greca nei confronti dei membri e degli esponenti di spicco di Alba Dorata, dopo la storica sentenza del 7 ottobre scorso in cui l’ex-partito è stato “dichiarato organizzazione criminale” e il suo leader Nikólaos Michaloliákos ha ricevuto una condanna pari a quindici anni di carcere

Se due settimane fa il partito neonazista di Alba Dorata è stato finalmente dichiarato “organizzazione criminale” dalla giustizia greca, il merito va anche al giornalista e reporter Dimitris Psarras. È infatti anche grazie al suo decennale lavoro di meticolosa osservazione e costante raccolta di prove riguardanti l’organizzazione guidata da Nikólaos Michaloliákos, già resasi colpevole nel 2013 dell’omicidio del rapper e militante Pavlos Fyssas, che si è potuti arrivare a una serie di condanne pesanti per 57 fra i suoi leader e membri. Tuttavia, occorre non abbassare la guardia: lunedì un pubblico ministero ha raccomandato che le sentenze appena promulgate venissero sospese, in attesa di una sorta di “riesame” che avverrà proprio oggi. Con Dimitris Psarras, facciamo il  punto della situazione.

Le condanne del 7 ottobre rappresentano una decisione “storica”?

Si tratta della prima volta in cui la giustizia ha riconosciuto in maniera ufficiale che Alba Dorata è un’organizzazione criminale mascherata da partito politico. È una sentenza certamente importante. Fino a ora si erano già verificate alcune decisioni sfavorevoli ad Alba Dorata, ma sempre si trattava di sentenze individuali che andavano a colpire dei membri singoli e non l’organizzazione nella sua interezza. In tal senso, ci sono delle conseguenze politiche che è già possibile apprezzare: se alle elezioni del 2019 il partito neonazista non era riuscito a oltrepassare la soglia di sbarramento del 3% ed entrare in Parlamento, ora possiamo considerarlo definitivamente dissolto.

Come era il clima politico del paese in vista della sentenza?

Proprio pochi giorni prima della decisione del tribunale, per la prima volta tutti i partiti sembravano essere d’accordo sul fatto che occorresse porre fine all’organizzazione criminale. Le singole forze politiche si sono comunque accusate l’un l’altra di essere state responsabili dell’ascesa di Alba Dorata. Ciononostante, a me è sembrato che la popolazione fosse molto partecipe e galvanizzata dalla decisione del tribunale. “Efsyn”, il giornale per cui lavoro, ha pubblicato per esempio un significativo sondaggio d’opinione in tal senso. Inoltre, i raduni di massa fuori dagli edifici del tribunale nel giorno in cui la sentenza sarebbe stata annunciata sono stati i più grandi degli ultimi tempi. Non appena la condanna è stata resa pubblica la folla ha fatto partire uno scrosciante applauso, nonostante le forze dell’ordine abbiano disperso l’assembramento per mezzo di gas lacrimogeni.

L’eurodeputato di Alba Dorata Ioannis Lagos (fonte:commons.wikimedia.org)

Eppure i condannati non si trovano ancora in prigione…

Sono ancora tutti fuori. Pure l’assassino di Pavlos Fyssas (musicista e attivista antifascista anche noto con il nome di Killah P, ucciso il 18 settembre 2013, ndr). Il problema è che gli arresti degli imputati erano avvenuti a settembre del 2013 e la legge greca prevede che le custodie cautelari non debbano eccedere la durata di 18 mesi. È difficile dire quanto le sentenze si tramuteranno in pene effettive per quanto riguarda gli anni. I membri che guidavano l’organizzazione sono stati condannati a 13 anni di carcere (15 anni per i direttori dell’organizzazione), il che significa che almeno alcuni dei prossimi anni della loro vita dovranno con tutta probabilità passarli in prigione.

Pare che al momento Alba Dorata stia riunendo un pool di avvocati internazionali, fra i quali c’è anche l’italiano Carlo Taormina. Qual è la loro strategia?

Ioannis Lagos, uno dei personaggi maggiormente in vista dell’organizzazione criminale, è stato eletto al Parlamento Europeo nel 2019. Grazie a questo suo ruolo, è entrato in contatto con vari membri della coalizione di estrema destra Alleanza per la Pace e la Libertà così come del partito di Roberto Fiore Forza Nuova e del Partito Neonazionalista tedesco. È grazie a lui, che rappresenta l’unico europarlamentare di Alba Dorata, che l’organizzazione criminale greca è anche riuscita, nel corso degli anni, a ottenere dei finanziamenti europei.

Stanti queste condizioni, la strategia di Lagos è quella di rimanere a Bruxelles il più a lungo possibile e di provare a ritardare il più possibile il momento in cui gli verrà annullata l’immunità parlamentare. Intanto, sta anche provando a sostenere che nel suo caso sia stata violata al presunzione di innocenza. Per quanto riguarda invece il presunto coinvolgimento di Carlo Taormina… beh, non dimentichiamoci che stiamo parlando dell’avvocato che ha difeso Franco Freda (terrorista di estrema destra e fondatore del Fronte Nazionale, ndr).

Lei, da giornalista, si è sempre rifiutato di dialogare con i membri di Alba Dorata…

Alba Dorata non è semplicemente un’organizzazione di estrema destra. È un’organizzazione nazista! Il suo leader e i membri del suo apparato direttivo ammirano Hitler e cercano di imitare le gesta di quello che fu il partito fondato da Hitler, il Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori. Faccio fatica dunque a immaginarmi una discussione su quanto l’Olocausto sia stato condotto con successo o meno oppure su quanto propriamente o meno siano stati ammazzati a sangue freddo donne e bambini fra il 1941 e il 1944 qui in Grecia. Molti dei miei colleghi hanno pensato di poter prendersi gioco di Nikólaos Michaloliákos (il leader di Alba Dorata, ndr) e di metterlo in ridicolo, ma in realtà così non hanno fatto altro che dargli visibilità.

Di Nardi

Davide Nardi nasce a Milano nel 1975. Vive Rimini e ha cominciato a fare militanza politica nel 1994 iscrivendosi al PDS per poi uscirne nel 2006 quando questo si è trasformato in PD. Per due anni ha militato in Sinistra Democratica, per aderire infine nel 2009 al PRC. Blogger di AFV dal 2014

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