Stava ancora in Bolivia, invitata alla investitura del nuovo presidente socialista Luis Arce, quando ha appreso la notizia. Verónika Mendoza, deputata peruviana, è stata l’unica candidata della sinistra alle ultime elezioni e non arrivò per un soffio al ballottaggio dopo una terribile campagna mediatica contro di lei e di tutti gli altri candidati coalizzati, che la accusavano di essere castro-chavista, comunista, socialista, terrorista e di voler ridurre il Perù ad una seconda Venezuela.La Mendoza risultò prima nelle elezioni in tutte le zone andine a maggioranza indigena, ma inesorabilmente terza in tutte le popolose città della costa, compresa la capitale Lima e nel conteggio finale arrivò terza per meno di un punto percentuale non potendo quindi accedere al ballottaggio. La presidente di Insieme per il Perù oggi assicura di non riconoscere il governo insediatosi da pochi giorni, che considera illegittimo, e propone un cambiamento di Costituzione per finire una volta per tutte con l’eredità del dittatore Alberto Fujimori. Cosa sta succedendo in Perù? Quello che sta accadendo è che sono state scoperte una serie di irregolarità contro il signor Martín Vizcarra (ex presidente) che giustificano l’indagine, ma che, come ritiene gran parte della cittadinanza, in piena pandemia a solo cinque mesi dalle elezioni facevano preferire che il signor Vizcarra concludesse il suo mandato e che il giorno successivo avrebbe affrontato la giustizia. Invece, voltando le spalle ai cittadini, in modo assolutamente cinico e sfacciato, un Congresso a maggioranza di destra e con la maggioranza dei membri perseguiti per corruzione e persino per omicidio, ha deciso di destituire il Presidente della Repubblica, diventando in tal modo un governo illegittimo. Ma tutto ciò fa parte di una crisi più profonda e più grave che potremmo qualificare come una crisi del regime di destra che va avanti da 30 anni, da quando Alberto Fujimori decise nel 1992 di imporre una Costituzione neoliberista con un colpo di Stato, che commercializzò diritti come la salute e l’istruzione, che ha lasciato i peruviani senza un sistema pensionistico, che ha messo il paese nelle mani delle lobby di potere economico, vittima di gruppi di pressione, gangster e corrotti, che ci hanno portato a questa situazione fallita evidenziata dal fatto che tutti i nostri presidenti degli ultimi 30 anni sono stati denunciati, condannati o incarcerati per corruzione.Cosa c’è dietro questi attori politici che sembrano nuovi e non lo sono? Sebbene si siano riempiti la bocca con la “lotta per la democrazia” e la “lotta alla corruzione”, più della metà di loro sono indagati per corruzione. L’attuale capo del Parlamento, Luis Valdez, ha più di 50 processi aperti a suo carico. Tra i loro interessi c’è quello di riformare la legge sull’istruzione per poter continuare con la loro attività di università private irregolari e senza regolamentazione statale e controllare la Corte Costituzionale, il Ministero di Giustizia e la magistratura per fermare le indagini a loro carico. Dietro a queste marionette di facciata, ci sono i settori dell’estrema destra, conservatori e neoliberisti. Prova di ciò è la nomina di Antero Flores Araoz a presidente del Consiglio dei ministri che è il miglior rappresentante della vecchia politica: conservatore, di estrema destra, razzista, sessista, che qualche anno fa ha definito i cittadini delle Ande animali come lama o vigogne incapaci di esprimere un’opinione. È anche l’avvocato difensore di chi vede l’università come un business, l’attuale presidente Merino è solo uno di questi pupazzi.Chi sta guidando le mobilitazioni in questo momento? Le persone, i giovani che sono scesi in strada per la loro indignazione, da un lato, ma anche per il loro amore per il Paese. Giusto. A coloro che aspirano a mettere il cappello sulla mobilitazione, ciò che deve essere risposto è che chi guida la mobilitazione sono i cittadini stessi. E mi sembra assolutamente legittimo e la cosa più appropriata da ricordare è che la democrazia non è solo processi elettorali, non sono solo partiti e leader politici; la democrazia è essenzialmente popolare e protagonismo dei cittadini. E questo è quello che stiamo iniziando a vedere in Perù e mi riempie di speranza. Faremo parte di questa ondata democratica in difesa dei nostri diritti. Cosa si può fare in questo scenario e cosa dovrebbero fare i cittadini ora? Quali sono i passi da seguire legalmente, socialmente e politicamente? Qual è la via d’uscita? Questo Governo è illegittimo e vuole solo evitare di fermare i processi per non finire in galera. Questo è il momento per cittadini, collettivi, organizzazioni sociali, sindacati, femministe, indigeni, per avviare un dialogo uniti su quale tipo di Stato, quale tipo di democrazia ed economia crediamo che il nostro Paese merita attraverso una nuova Costituzione. Questa nuova Costituzione non deve essere promossa da questa classe politica che ha voltato le spalle al popolo ma spetta ai cittadini promuoverla. Nessun governo ha ancora riconosciuto Merino come presidente. L’economia è malconcia. In questo contesto, qual è la prima cosa di cui occuparsi o garantire? La prima e più urgente cosa è prendersi cura della vita e prendersi cura della pace. Dico questo perché ieri c’è già stata una dura repressione. E temo che a causa delle caratteristiche di questo governo illegittimo e del profilo di quello che adotterà il suo presidente ci sia un alto rischio che la repressione e la violenza di Stato si intensificheranno. Pertanto invito la comunità internazionale a prendersi cura della vita e chiedere il rispetto del legittimo diritto alla protesta. Deve essere il popolo peruviano con il suo voto a scegliere il suo prossimo governo e non magheggi fatti in Parlamento. Come candidata donna, l’unica di sinistra, vede rischi per i diritti delle donne con questo governo di fatto? Mi preoccupa il fatto che il signor Merino abbia prestato giuramento a nome della Chiesa cattolica, un’istituzione che rispetto, ma che credo non debba assolutamente essere confusa con gli affari di Stato. E mi preoccupano i settori ultra conservatori che sostengono questo governo illegittimo, che probabilmente intendono tornare indietro sia in termini di diritti umani che in termini di diritti delle donne. Quello che avremo è un altro governo liberista in economia che non aiuterà a riempire le tasche delle famiglie, che è ciò di cui i peruviani hanno bisogno ora. Sarà un governo che reprimerà, criminalizzerà, che non difenderà la salute e l’istruzione come diritto, ma le vedrà come impresa privata.L’ennesimo governo conservatore, che minaccia i diritti delle donne e dei popoli indigeni negando la partecipazione dei cittadini nelle questioni ambientali. Sembra il momento giusto per parlare di una nuova Costituzione sotto la spinta della vittoria in Cile. Noi lo proponevamo già dalla scorsa campagna elettorale del 2016. Quello che vediamo è che ora sta diventando sempre più richiesto. Molte delle persone che hanno manifestato ieri non solo hanno espresso il loro ripudio del governo, ma hanno anche chiesto nuove regole in una nuova Costituzione. La crisi politica degli ultimi anni ha rivelato casi di corruzione che coinvolgono praticamente l’intera classe politica e la pandemia ha messo a nudo la perversità del modello neoliberista, che ha mostrato la non vitalità di questo stato decrepito, con le mani e i piedi legati quando deve difendere i diritti. Si è incontrato nei giorni scorsi con i presidenti di Bolivia, Argentina e il vicepresidente spagnolo. Cosa gli hanno detto? Ciò su cui tutti sono d’accordo è l’aspettativa che anche il Perù recuperi la sua democrazia e promuova un processo costituente. Spetta a noi peruviani definirlo e promuoverlo. Spera che nella prossima campagna elettorale non la attaccheranno più per difendere il Venezuela? Continueranno ad attaccarci con questi temi, ma la differenza è che oggi hanno un impatto molto minore sul pubblico. Le persone si rendono conto che questi tipi di attacchi senza fondamento, come il collegarci a governi con i quali non abbiamo legami oppure etichettarci come terroristi o nemici dello sviluppo, sono semplicemente tentativi della classe politica tradizionale di mettere a tacere le voci che vogliono un cambiamento. Su cosa devi lavorare per essere l’alternativa di sinistra nelle prossime elezioni? Da tempo ci sforziamo di dialogare e dibattere con diverse forze politiche di sinistra e progressiste, diverse organizzazioni sociali e sindacali per costruire un programma comune, riconoscendo le nostre diversità, ma proponendo la necessità di una unità per il profondo cambiamento della nazione. Abbiamo realizzato un importante processo di articolazione in Insieme per il Perù attorno alla bandiera di una nuova Costituzione e speriamo di continuare ad unirci attorno a questi temi.

Rete Solidarietà Rivoluzione Bolivariana

https://www.eldiario.es/…/veronika-mendoza-lider…

Di Red

„Per ottenere un cambiamento radicale bisogna avere il coraggio d'inventare l'avvenire. Noi dobbiamo osare inventare l'avvenire.“ — Thomas Sankara

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