Foto di Giovanni Pulvino (REDNEWS)

riceviamo e pubblichiamo

Nel mondo della scuola si registra una grande e giustificata preoccupazione per ciò che accadrà nei prossimi giorni.

Sul ritorno alla didattica in presenza, in particolare nelle scuole superiori, si sta ancora una volta giocando una partita propagandistica mentre regna la confusione riguardo gli interventi concreti che dovrebbero rendere questa prospettiva seria e credibile. – ha dichiarato Luca Cangemi, responsabile nazionale Scuola del PCI.

In particolare, la questione decisiva dei trasporti rimane in alto mare per convergente responsabilità del ministero competente e dei governatori, su un rapporto reale tra sanità e scuole nulla è stato fatto, senza dire che le questioni di spazi e organici erano irrisolte all’inizio dell’anno e lo sono, drammaticamente, adesso.

Tutto ciò comporta una situazione assai rischiosa per la salute non solo di studenti e lavoratori e lavoratrici della scuola, ma anche per quella collettiva, mentre i numeri del Covid19 rimangono ancora molto preoccupanti.

Non ci sono solo le preoccupazioni di salvaguardia di un diritto alla salute che riteniamo non negoziabile, ci sono anche delle questioni che poniamo con molta forza riguardo l’organizzazione del lavoro nella scuola e la stessa didattica.

La pandemia ha segnato nelle scuole una fase di intollerabile deregolamentazione dei carichi di lavoro per insegnanti e personale ATA, che rischia adesso di diventare ancora più devastante. Il ritorno a una didattica in presenza comporta una complessa riorganizzazione del lavoro -fino a doppi e tripli turni- che non può essere gestita in modo autoritario e confuso, scaricandone il peso su docenti e ATA, facendo a pezzi contrattazione e tutele, inventando modalità impossibili da gestire didatticamente,

In questo quadro rinnoviamo la denuncia sulla protervia del governo che impone, persino in queste condizioni, i balzelli ideologici dei PCTO (ex alternanza scuola-lavoro) e dell’Invalsi.

È quindi necessario rivendicare una inversione di rotta nel comportamento dell’esecutivo. Il ritorno ad una scuola in presenza nei tempi più rapidi possibile è necessario, didatticamente e socialmente, ma deve avvenire in condizioni di sicurezza e di rispetto dei diritti di docenti, studenti, personale ATA. Per arrivare a questo obiettivo servono scelte, le cui caratteristiche sono chiare da molti mesi e che finora non sono state compiute. -ha concluso Cangemi

Di AFV

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