Meno male che la storia era finita nel 1991 con la caduta dell’URSS, insieme alla sparizione della lotta di classe con l’inizio di una nuova era di pace e benessere con il trionfo della “democrazia”.

La pace non c’è mai stata, inutile elencare tutte le guerre dal 1991 ad oggi, mentre sul benessere, c’è qualcosa da dire.

I rapporti pubblicati da Oxfam e dall’organizzazione internazionale per il lavoro, ILO, sono un esempio.

I pennivendoli del liberismo possono consumare litri di inchiostro, battere migliaia di volte le tastiere dei loro Pc nel ribadire ossessivamente che c’è un solo modello economico per giunta funzionante. I fatti però, questa volta meglio dire i numeri, hanno la testa dura e mostrano nella loro brutalità che le disparità sociali ci sono, come c’erano prima del Covid-19. La pandemia ha solo accentuato una situazione persistente che non potrà essere ignorata a lungo.

Il rapporto Oxfam

Nel suo ultimo report, l’organizzazione umanitaria Oxfam rivela che le 1.000 persone più ricche del mondo non solo sono già riuscite recuperare le perdite registrate nei primi giorni della pandemia grazie a un mercato azionario in forte espansione, ma i loro profitti sono ulteriormente aumentati. Chi sono? Ecco i soliti noti miliardari: Jeff Bezos, Elon Musk, Bill Gates, Mark Zuckerberg e Warren Buffett, hanno visto le loro fortune aumentare di mezzo trilione di dollari dall’inizio della crisi. Nel frattempo, i più poveri potrebbero aver bisogno di più di un decennio per recuperare le loro perdite.

Oxfam ritiene che, nel peggiore dei casi, i livelli di povertà globale potrebbero essere più alti nel 2030 rispetto a prima della pandemia e che 3,4 miliardi di persone poterebbero vivere ancora con meno dei 5,50 dollari con i quali vivono oggi.

Rapporto ILO

Intanto, in altro studio condotto dall’Organizzazione internazionale del lavoro ha rilevato che quasi il 9% delle ore di lavoro totali è stato perso lo scorso anno rispetto ai livelli di occupazione di fine 2019, equivalente alla perdita di 255 milioni di posti di lavoro a tempo pieno in tutto il mondo , circa quattro volte l’impatto della grande recessione del 2009.

“Le economie manipolate stanno incanalando ricchezza verso una ricca élite che sta resistendo alla pandemia nel lusso, mentre coloro che sono in prima linea nella pandemia – dipendenti, operatori sanitari e venditori di mercato – lottano per pagare le bollette e mettere il cibo in tavola” , ha dichiarato Gabriela Bucher, Direttore Esecutivo di Oxfam International.

Di conseguenza, le donne e i gruppi razziali ed etnici emarginati hanno “maggiori probabilità di cadere in povertà, più probabilità di soffrire la fame e più probabilità di essere esclusi dall’assistenza sanitaria”, ha aggiunto l’alto funzionario. 

Conclusioni

In questo studio, Oxfam ha avvertito i governi che le conseguenze della pandemia di coronavirus porteranno al più grande aumento della disuguaglianza globale mai conosciuto, a meno che i governi non riorganizzino radicalmente le loro economie.

Riteniamo che per cambiare le economie ci sia solo una strada che si chiama Socialismo.

I paesi di ispirazione socialista e progressisti come Cina, Cuba, Venezuela, nonostante le difficoltà vissute da decenni di sanzioni, hanno dimostrato anche in tempi di pandemia c’è un’alternativa al liberismo.

https://lantidiplomatico.it/dettnews-oxfam_e_ilo_con_il_covid19_profitti_per_i_ricchi_ai_poveri_necessari_decenni_per_recuperare_le_perdite/11_39393/

Di Red

„Per ottenere un cambiamento radicale bisogna avere il coraggio d'inventare l'avvenire. Noi dobbiamo osare inventare l'avvenire.“ — Thomas Sankara

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy