di Antonello Mangano

Un monitoraggio su 260 inchieste giudiziarie anti-sfruttamento stravolge l’idea comune sul caporalato. Diffuso al centro nord, nei cantieri navali e nella distribuzione libraria, coinvolge sia piccole aziende a km zero che multinazionali. Due di queste sono già finite sotto amministrazione giudiziaria

Oltre 260 inchieste giudiziarie aperte dalle Procure di tutta Italia. È il risultato di quattro anni di applicazione dell’ultima legge contro il caporalato. Intercettazioni, testimonianze e provvedimenti che stravolgono l’idea comune sul tema.  

Due multinazionali sono finite sotto amministrazione giudiziaria. Sono coinvolte grandi aziende pubbliche e startup “green”. Il lavoro schiavile riguarda l’agricoltura (62% delle indagini) ma anche la logistica dei libri. È presente nella distribuzione di volantini così come nelle cooperative di somministrazione di manodopera. Colpisce tutti, dai lavoratori italiani ai richiedenti asilo subsahariani. E la maggior parte delle inchieste riguarda il Centro Nord. 

Il  Laboratorio sullo sfruttamento lavorativo – promosso da “Centro di ricerca interuniversitario l’Altro Diritto” e Flai Cgil –  ha monitorato le inchieste. Emerge che il lavoro sfruttato è ovviamente presente nelle campagne meridionali ma la situazione è critica in Emilia Romagna, Piemonte, Toscana, Lombardia.

CONTINUA QUI: https://www.terrelibere.org/nuovo-caporalato-manager-subappalti/

NE APPROFITTIAMO PER RICORDARE ANCHE IL LIBRO “LO SFRUTTAMENTO NEL PIATTO”, TANTO PIU’ CHE SONO RIPRESE LE PRESENTAZIONI. Ne abbiamo scritto qui:Schiavi del sottocosto

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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