Solo poche settimane fa ho scritto un articolo [in italiano] intitolato “Le tante bombe ad orologeria dell’Ucraina” in cui ho elencato una serie di sviluppi che rappresentano una grave minaccia per l’Ucraina e, di fatto, per tutti i paesi della regione. In questo breve periodo la situazione si è deteriorata in modo piuttosto drammatico. Inizierò quindi con un breve riepilogo di ciò che sta accadendo.

In primo luogo, il governo e il Parlamento ucraini, a tutti gli effetti pratici, hanno dichiarato morti gli Accordi di Minsk. A dire il vero, questi accordi erano nati morti, ma finché tutti facevano finta che ci fosse ancora una possibilità per qualche tipo di soluzione negoziata, servivano da “ritardante della guerra”. Ora che questo ritardante è stato rimosso, la situazione diventa molto più esplosiva di prima.

Nota a margine: la questione degli Accordi di Minsk ha portato alla ribalta l’ipocrisia davvero mozzafiato dell’Occidente: anche se la Russia non è mai stata parte di questi accordi (la Russia li ha firmati come garante, non come parte in causa), l’Occidente ha scelto di incolpare la Russia per “non aver attuato” questi accordi, nonostante tutti sapessero che era l’Ucraina che, per paura dei vari movimenti neonazisti, semplicemente non poteva attuarli. Questo tipo d’ipocrisia “sfacciata” da parte dell’Occidente ha avuto un enorme impatto sulla scena politica interna russa che, a sua volta, ha notevolmente rafforzato la posizione di chi in Russia non ha mai creduto che una soluzione negoziata fosse possibile. In questo senso, questi accordi rappresentarono una grande vittoria per il Cremlino, poiché hanno costretto l’Occidente a mostrare tutta la profondità della sua depravazione morale.

In secondo luogo, è abbastanza ovvio che l’amministrazione “Biden” è un campionario di tutti i peggiori russofobi dell’era Obama: la Nuland, la Psaki e gli altri stanno apertamente dicendo che vogliono aggravare il confronto con la Russia. Anche i nuovi arrivati, diciamo come Ned Price, sono chiaramente russofobi rabbiosi. La gente di Kiev ha capito subito che i suoi cattivi vecchi padroni erano tornati alla Casa Bianca, e ora stanno adattando il linguaggio a questa nuova (beh, non proprio) realtà.

Infine, e in modo più minaccioso, ci sono chiari segnali che l’esercito ucraino sta spostando forze pesanti verso la linea di contatto. Ecco un esempio di un video girato nella città di Mariupol:https://www.youtube.com/embed/JSZRA0uKLes?feature=oembed

Oltre ai carri armati, ci sono molte segnalazioni di altri equipaggiamenti militari pesanti, inclusi lanciarazzi multipli e missili balistici tattici, spostati ad est verso la linea di contatto. Inutile dire che lo Stato Maggiore Generale russo sta monitorando tutti questi movimenti con molta attenzione, così come i servizi d’intelligence della Novorussia.

Tutto questo accade mentre la popolarità di Zelensky è in caduta libera. In realtà, non solo la sua. Pensateci: Biden ha rubato le elezioni negli Stati Uniti e deve affrontare 70 milioni di “deplorevoli”, mentre i leader dell’Unione Europea stanno affrontando molte crisi estremamente gravi (immigrazione, criminalità, lockdown per il Covid, ideologia Woke, eccetera). La verità è che hanno tutti un disperato bisogno di una sorta di “distrazione” per impedire alla loro opinione pubblica di concentrarsi sui problemi reali che devono affrontare le società occidentali.

Come potrebbe essere una simile “distrazione”?.

Fase uno: il grilletto

È improbabile che l’Ucraina attacchi semplicemente il Donbass. Kiev ha bisogno di attenersi alla narrativa “siamo vittime del paese aggressore”. Tuttavia, se il comportamento passato è uno dei migliori previsori del comportamento futuro, possiamo immediatamente vedere cos’è probabile che accada.

Ricordate come tre navi della Marina ucraina hanno cercato di farsi strada sotto il Ponte di Crimea? E i gruppi terroristici ucraini che Kiev ha cercato di infiltrare in Crimea? E, infine, ci sono i numerosi attacchi terroristici eseguiti dalle forze speciali ucraine all’interno della Novorussia. La verità è che i servizi speciali ucraini (SBU e militari) hanno condotto operazioni diversive di ricognizione nel Donbass, in Crimea e persino in Russia.

In questo momento, entrambe le parti (Kiev e Novorussia) hanno ufficialmente dichiarato di aver dato l’autorizzazione alle loro forze per rispondere a qualsiasi provocazione o fuoco in arrivo. Immaginate solo quanto sia facile per entrambe le parti organizzare una sorta di provocazione, poi affermare di essere sotto attacco, e dichiarare che “dovevamo difenderci dall’aggressore”.

Pertanto, lo scenario più probabile è una sorta di provocazione ucraina seguita da un “contrattacco difensivo” da parte dell’esercito ucraino..

Fase due: l’attacco

Negli ultimi anni, l’esercito ucraino ha ricevuto una grande assistenza dall’Occidente, in termini sia di equipaggiamento/denaro che di addestramento. Inoltre, in termini numerici, l’esercito ucraino è molto più grande delle forze combinate della Novorussia. Tuttavia, sarebbe un errore presumere che le forze Novorussia stiano semplicemente sedute sugli allori, e non lavorino davvero duramente per ottenere un salto qualitativo nelle loro capacità.

Il governo ucraino sta lavorando ad un’altra mobilitazione (ci sono state molte di queste ondate di mobilitazione in passato, nessuna di queste ha avuto successo) e, considerando il caos nel paese, è improbabile che vada meglio delle precedenti. Se vogliamo fare un po’ di “conta dei fagioli”, possiamo dire che Kiev potrebbe teoricamente mobilitare circa 300.000 soldati, mentre le forze permanenti della Novorussia sono composte da circa 30.000 soldati (queste sono forze permanenti prima della mobilitazione). Tuttavia, dobbiamo tenere conto del fatto che le forze ucraine sono per lo più coscritti, mentre le forze novorusse sono al 100% volontari professionisti che combattono per la propria terra e in difesa delle proprie famiglie e amici. Questo fa un’enorme differenza!

Inoltre, come tutte le “conte dei fagioli”, anche questo confronto puramente numerico manca completamente il punto. Quel punto è che le forze novorusse sono molto meglio addestrate, equipaggiate, comandate e motivate. Inoltre, le forze della Novorussia hanno avuto anni per prepararsi ad un attacco ucronazista: infatti, entrambi i lati della linea di contatto sono ora pesantemente fortificati. Eppure, e nonostante tutto questo, la Novorussia soffre di un’enorme debolezza: nessuna profondità strategica (o anche operativa). Peggio ancora, la città di Donetsk è letteralmente in prima linea.

Le forze ucraine potrebbero “perforare” le difese della Novorussia? Direi che questo non è impossibile, e “non impossibile” è abbastanza serio da giustificare molti preparativi da parte delle forze armate russe per intervenire rapidamente e fermare qualsiasi svolta del genere da parte delle forze ucraine. L’esercito russo ha i mezzi per fermare un simile attacco?

Sì, assolutamente. In primo luogo, tutta la Novorussia è letteralmente al di là del confine russo, il che significa che praticamente qualsiasi sistema d’arma russo può “raggiungere” non solo la Novorussia, ma anche tutta la profondità tattica, operativa e persino strategica dell’Ucraina. La Russia può anche schierare una classica “cupola” anti accesso/negazione di area (A2/AD) sulla Novorussia, utilizzando un mix di sistemi di difesa aerea e guerra elettronica. I razzi russi e i sistemi di artiglieria possono essere usati non solo come fuoco di controbatteria, ma anche per distruggere [in inglese] le sub-unità ucraine attaccanti. Infine, se necessario, possono essere impegnate anche le forze russe in Crimea e la flotta del Mar Nero. Per quanto riguarda i sistemi di difesa costiera russi (Bal e Bastion [entrambi in inglese]), possono “bloccare” l’intero Mar Nero.

Il problema più grande per la Russia è che non può fare nulla di tutto ciò senza innescare un’enorme crisi politica in Europa; basta visualizzare cosa avrebbero da dire gente del calibro di Antony Blinken, Ned Price o Jane Psaki su un simile intervento russo! Ricordate, queste sono le persone che hanno immediatamente accusato la Russia di aver attaccato la Georgia, non il contrario. Ora stiamo tutti vivendo nell’era della “post-verità” dell’“altamente probabile” [“highly likely”], non dei fatti.

Ho detto che da anni ormai il vero punto di un attacco ucraino al Donbass non sarebbe riconquistare la regione, ma costringere la Russia ad intervenire apertamente e, quindi, innegabilmente. Questo è stato un sogno bagnato dei Neoconservatori dal 2014, ed è ancora il loro obiettivo finale in Ucraina. Allora come sarebbe un contrattacco russo?.

Fase tre: l’intervento russo

Innanzitutto, lasciate che vi chieda questo: sapevate che circa 400.000 residenti della Novorussia hanno già passaporti russi? È tanto? Ebbene, la popolazione totale della Novorussia è di circa 3,7 milioni di persone, quindi più del 10% della popolazione. Questo è cruciale per due ragioni: primo, si può pensare a questi cittadini russi come ad una sorta di trappola: se un numero sufficiente di loro verrà ucciso, Putin non avrà altra scelta che intervenire per proteggerli e, infatti, Putin ha chiarito molte volte che la Russia non permetterà mai all’Ucraina di impadronirsi della Novorussia con la forza o di massacrarne la popolazione. In secondo luogo, ci sono molti precedenti di paesi (principalmente quelli occidentali) che usano la forza militare per proteggere i propri cittadini. Gli esempi includono gli Stati Uniti sia a Grenada che a Panama, i turchi a Cipro e in Siria o i francesi in molti paesi africani.

Successivamente, in termini puramente militari, la Russia ha molte armi da attacco che potrebbero essere utilizzate per interrompere e fermare qualsiasi attacco ucraino anche senza inviare una forza di terra. Non solo, ma la risposta russa non deve essere limitata al fronte: la Russia potrebbe facilmente colpire l’Ucraina anche nella sua profondità strategica, e non c’è davvero nulla che gli ucraini possano fare per impedirlo. Tuttavia, non credo che il contrattacco russo sarebbe limitato alle armi a distanza, principalmente a causa della necessità di alleggerire le forze novorusse in prima linea che saranno esauste per le difficili operazioni difensive. In altre parole, questa volta la Russia non si preoccuperà nemmeno di negare il suo coinvolgimento; a questo punto, sarebbe inutile e controproducente.

L’Occidente ama concetti come la “responsabilità di proteggere” (R2P [in inglese])? Bene! Allora anche la Russia può usarla.

Naturalmente, non sono ingenuo al punto da credere che qualcuno in Occidente sarà perseguitato da nozioni come equità o precedenti. Ma il Cremlino utilizzerà quest’argomento per istruire ulteriormente il popolo russo sulle vere intenzioni dell’Occidente. Ciò è particolarmente utile per Putin durante un anno elettorale (che è il 2021 per la Russia), e questo non farà che indebolire ulteriormente sia l’opposizione filo-occidentale (per ovvie ragioni) sia l’opposizione “patriottica” anti-occidentale, che non avrà scelta se non sostenere pienamente un intervento militare per salvare il Donbass..

Fase quattro: la risposta dell’Impero

Non credo neanche per un secondo che qualcuno in Occidente si offrirà volontario per il suicidio e sosterrà un intervento militare in Ucraina o contro la Russia. La NATO è una “finta” alleanza militare. In realtà, è uno strumento statunitense per controllare l’Europa. Sì, storicamente il pretesto per la NATO era la presunta minaccia dell’Unione Sovietica e, ora, della Russia, ma la vera ragion d’essere della NATO è sempre stata quella di controllare il continente europeo. Nessuno in Occidente crede che valga la pena rischiare una guerra su vasta scala contro la Russia solo per un intervento militare russo (relativamente minore) nell’Ucraina orientale. Tuttavia, una volta che diventerà innegabile che la Russia è intervenuta (il Cremlino non si prenderà nemmeno la briga di negarlo!), la nomenklatura imperiale transnazionale che gestisce l’Impero vedrà questa come un’opportunità davvero storica per creare una grave crisi che indebolirà le posizioni della Russia in Europa e rafforzerà immensamente il controllo degli Stati Uniti sul continente.

Abbiamo visto tutti come i politici e gli organi di stampa occidentali abbiano inventato un intervento russo (totalmente falso) nel Donbass, e come abbiano detto che avrebbero “punito” la Russia per “non aver attuato gli Accordi di Minsk”. Possiamo solo immaginare quanto diventeranno stridenti e isteriche queste urla che odiano la Russia una volta che la Russia interverrà effettivamente, abbastanza apertamente. Ancora una volta, se il comportamento passato è il miglior predittore del comportamento futuro, allora possiamo essere certi che i politici occidentali faranno quello che fanno sempre: esacerbare e prolungare il conflitto il più a lungo possibile, ma senza attaccare direttamente la Russia. Questo è lo scopo dell’esercito ucraino, fornire carne da cannone per gli Anglo-Sionisti..

Fase quattro bis: la possibile risposta degli ucronazisti

Questa depositatela in banca: “Ze” e il resto dei pagliacci nella Rada non sono leader militari. Anche i comandanti militari ucraini sono veramente di terza classe (tutti quelli bravi sono dimessi o licenziati). La prima preoccupazione della gente di Kiev sarà quella di evacuare in sicurezza i loro “consiglieri” occidentali dall’area delle operazioni e nascondere sé stessi e i loro denari. Pur col loro mostrarsi in giro in tenuta da combattimento e il loro sparlare di super armi, le forze militari ucraine non esisteranno più dopo 48 ore. Come ho ricordato precedentemente, la Russia può imporre facilmente una zona di non sorvolo, non solo sulla Novorussia, ma perfino su tutta l’Ucraina orientale. La Russia può anche staccare la corrente all’intero paese. C’è una buona ragione dietro la dichiarazione di Putin nel 2018 sul fatto che ogni serio attacco o provocazione ucraini “avrebbe avuto conseguenze molto serie per l’intero stato ucraino”.

Nonostante ciò, sarebbe estremamente pericoloso liquidare semplicemente il potenziale ucronazista sul creare alcuni grattacapi a Mosca. Come?

Per esempio, non sarebbe fuori dalle possibilità ucraine il minacciare un attacco al Gruppo Operativo delle Forze Russe [in inglese] (OGRF) in Transnistria.
Questa è una forza piccola, molto lontana dalla Russia, circondata da vicini ostili. Ricordatevi che Tiraspol è circa 600 chilometri a ovest di Donetsk! Non solo, ma anche se la Moldavia non è un membro della NATO, la Romania lo è. E il corrente Presidente della Moldavia, Maia Sandu [in inglese], è sia rumena sia profondamente anti-russa. Ma mentre tutto ciò è vero, credo sia importante ricordarsi un altro fatto: Chisinau, la capitale della Moldavia, è solo a 300 chilometri di distanza dalla penisola della Crimea. E questo mette tutta la Moldavia sotto il raggio di azione dei sistemi di armamento fissi della Russia e delle sue forze mobili di reazione rapida. Per i moldavi, ogni pensiero di attacco all’OGRF in Transnistria sarebbe folle, ma per un disperato regime ukronazista a Kiev potrebbe essere preferibile ad una sconfitta con la Russia.

Ovviamente, il regime ucronazista a Kiev non decide realmente su nulla, com’è sempre stato dall’inizio della “rivoluzione della dignità”. Tutte le decisioni sull’Ucraina sono prese dallo Zio Shmuel e dai suoi lacchè a Kiev. Quindi la domanda che dobbiamo porci è: c’è qualcuno, oltre agli idioti Neocon della Casa Bianca, che possa spingere il regime ucronazista di Kiev ad allargare ulteriormente il conflitto forzando la Russia ad intervenire anche in Transnistria?

Alcuni commentatori occidentali, e pochi in Russia, hanno suggerito che il “piano Biden” (ammesso esista una cosa del genere) sarebbe quello di innescare crisi simultanee in diversi posti tutt’attorno alla Russia: il Donbass, ma pure il Mar Nero e/o il Mar d’Azov, la Georgia, la Bielorussia, la Transnistria, l’Armenia, eccetera. L’Impero potrebbe anche decidere di ripescare il piano di Hillary Clinton e piazzare una zona di non volo sulle forze russe in Siria. Questa non credo possa adesso essere una grande minaccia per la Russia. Per esempio, c’è una buona ragione per cui la Russia è divisa in distretti militari: in caso di guerra, ogni distretto militare diventa un fronte indipendente che può combattere in maniera autonoma, sostenere gli altri fronti, ed essere sostenuto dalle capacità strategiche delle forze armate russe. In altre parole, le forze armate russe possono gestire molte grandi e simultanee crisi e perfino conflitti nei loro stati confinanti. Per quanto riguarda la zona di non volo proposta da Hillary, considerando l’innegabile realtà che tutte le basi CENTCOM sono sotto un doppio mirino (quello dell’Iran e quello della Russia), è improbabile che gli Stati Uniti si azzardino a tentare questa mossa pericolosa.

Nota a margine: Sono acutamente consapevole del fatto che i propagandisti anti-Putin cercano di convincerci che Russia e Israele sono in combutta fra loro, e che Putin è il miglior amico di Netanyahu. Ho più volte contestato questa sciocchezza (per esempio quiquiquiqui e qui, [tutti in italiano]) e non starò qui a ripetermi. Dirò solo che a) la difesa aerea russa in Siria ha il compito di difendere le forze russe in Siria, e non quello di proteggere lo spazio aereo siriano b) la difesa aerea siriana sta facendo un lavoro superbo ad abbattere i missili israeliani. Queste difese aeree siriane stanno forzando gli israeliani ad attaccare gli obiettivi meno difesi e, perciò, con meno valore (diciamo come un valico fra Siria e Iraq) c) ci sono rapporti su numerosi casi in cui le Forze Aereospaziali Russe hanno respinto aerei israeliani fuori dallo spazio aereo siriano e, ultimo ma non per importanza, d) le incursioni israeliane sono, senza discussioni, buone per il morale di Israele e per gli scopi propagandistici (l’invincibile IDF!), ma il punto è che non cambiano di una virgola la situazione sul terreno. Nel prossimo futuro spero di scrivere un’analisi per mostrare che queste voci su “la Russia si è venduta a Israele” sono parte di una campagna di operazioni psicologiche statunitense per indebolire Putin in patria. Rimanete in collegamento!

Per queste ragioni, ritengo che l’Impero spingerà l’Ucraina verso un confronto aperto con la Russia, accertandosi nel mentre di lasciare le forze USA/NATO ben lontane dall’azione. In effetti, dal punto di vista USA/NATO, una volta che la Russia ammetta ufficialmente di essere intervenuta con le proprie truppe per fermare l’assalto ucraino, l’obiettivo principale dell’attacco sarebbe raggiunto: tutta l’Europa all’unanimità incolperebbe la Russia e Putin di qualsiasi cosa. Ciò porterebbe a sua volta ad un drammatico peggioramento dello stato di sicurezza in Ucraina e nel resto dell’Europa Orientale. Una nuova “Guerra Fredda” (con sfumature calde) diventerebbe il fattore determinante nei rapporti est-ovest. Per quel che riguarda la NATO, riscalderebbe il vecchio principio del “tenere i russi fuori, gli americani dentro e i tedeschi sotto”..

Fase cinque: la situazione dopo la fine della guerra

Di nuovo, se il comportamento passato è la miglior bussola per il comportamento futuro, possiamo aspettarci che i russi facciano molte cose alla stregua di quelle fatte nella guerra dei cinque giorni (in realtà furono solo tre) contro la Georgia (sostenuta dalla NATO) del 08/08/08. Per esempio, indipendentemente da dove esattamente i russi decidano di fermarsi (può essere lungo la linea di contatto corrente o includere la liberazione completa del Donbass dalle forze ucronaziste occupanti), questa sarà una guerra breve (del resto le guerre lunghe sono una cosa del passato). Le forze militari ucraine saranno esaurientemente distrutte, ma le forze russe non occuperanno le principali città ucraine (proprio come si fermarono prima di conquistare Tblisi nel 2008). Come dichiarò un ufficiale della Novorussia in un’intervista del 2015, “più andiamo ad ovest, meno siamo visti da liberatori e più da occupanti”. Aveva ragione, ma qui c’è qualcosa di ancor più importante: la Russia semplicemente non può permettersi di ricostruire la quasi deindustrializzata Ucraina. A dispetto della propaganda dei suoi curatori, l’Ucraina è già uno stato fallito, e lo è da anni. E non c’è esattamente niente di questo stato di cui la Russia potrebbe aver bisogno. Assolutamente niente. L’ultima cosa di cui oggi ha bisogno la Russia è, nel modo più assoluto, ritrovarsi impelagata in un lavoro di ricostruzione dello stato ucraino e della sua economia, simultaneamente al combattere ogni sorta di ribellione nazionalista dei neonazisti.

Se proveranno a scendere in lotta, allora sia la flotta ucraina del Mar Nero sia le forze aeree ucraine svaniranno, semplicemente, ma la Russia non lancerà nessun assalto anfibio sulle coste ucraine.

Ci sono alcuni che, in base a motivi morali e storici, vorrebbero vedere la Russia liberare almeno l’est e il sud ucraini (l’area da Mariupol fino a Odessa). Io sono decisamente contrario. È molto bello e carino dire “Putin è arrivato e ha ristabilito l’ordine”, ma il popolo dell’Ucraina si deve liberare da solo, e non si deve aspettare che la Russia lo liberi. I sondaggi d’opinione in Russia mostrano che la maggior parte dei russi sono decisamente contrari alla guerra (o a un’occupazione prolungata) e io non vedo segni che la gente del sud ucraino sia desiderosa di farsi liberare dai militari russi. L’intera nozione della Russia che disinfetta l’Ucraina dai nazisti è un costrutto ideologico con nessuna base reale. Quelli che sognano ancora i carri armati russi a Kiev o a Dnepropetrovsk saranno molto delusi: non succederà.

Quindi, io mi aspetto davvero che lo stato ucraino esista ancora dopo la fine di questa guerra, sebbene molto indebolito. Inoltre, è quasi certo che, dovessero i militari dell’Ucraina attaccare la Novorussia, la Russia ripeterebbe ancora ciò che fece nel 2008, e riconoscerebbe le repubbliche novorusse con qualche tipo di programma di integrazione a lungo termine. Disordini civili e perfino ribellioni saranno probabili, non solo all’est ma anche al sud e all’ovest dell’Ucraina. Inutile dirlo, l’Unione Europea e la NATO daranno di matto, e ancora un’altra “cortina” (forse la “cortina di lardo”) dividerà ancora una volta il continente europeo, con gran gioia dell’intera anglosfera. Alla fine di quel processo, l’Ucraina, ormai diventata un Banderastan, si dividerà in pezzi più maneggevoli che passeranno sotto l’influenza dei loro vicini più potenti e meglio organizzati.

Per ciò che riguarda la Russia, in gran parte volterà le spalle all’Occidente, in totale disgusto, e continuerà a sviluppare un mondo multipolare con la Cina e le altre nazione della Zona B [in italiano]..

Conclusione: ritirarsi dall’abisso, di nuovo?

In verità, queste sono solo mie speculazioni, nessuno sa veramente se questa guerra scoppierà e, se dovesse accadere, come si svilupperà. Le guerre sono fra gli eventi meno prevedibili, da cui l’alto numero di guerre perse dalla parte che le ha iniziate. Quel che ho presentato è solo uno degli scenari possibili. La scorsa volta, quando è apparso imminente un attacco ucraino, tutto ciò che bastò furono le parole di Putin sulle “conseguenze molto serie per l’intero stato ucraino” per fermare l’escalation e convincere Kiev a non attaccare. Stavolta, i russi non stanno facendo tali minacce, ma è solo perché i russi non credono nella ripetizione delle minacce.

Mentre sto scrivendo, ci sono seri scontri fra le forze armate ucraine e i difensori novorussi. Entrambe le parti usano armi leggere, lanciagranate e sistemi di artiglieria. Secondo un blogger [in russo] ben informato, le sue fonti a Kiev gli stanno dicendo:

Tempo fa, dall’ufficio del vecchio Biden è arrivato l’ordine di preparare le forze armate ucraine per un’offensiva nel Donbass, ma di aspettare il semaforo verde finale dalla Casa Bianca. Allo stesso tempo, questa fonte ha anche detto che operazioni militari simili saranno condotte in altri paesi in cui ci sono interessi russi, per sviare l’attenzione pubblica dal Donbass e indebolire qualsiasi sostegno al Donbass.

Ci sono su Telegram molti altri post come questo, inclusi quelli dei commentatori pro-ucraini che diffondono voci sulla presenza di mercenari russi vicino alla linea del fronte ad est di Mariupol. Possiamo dire che la battaglia informativa è già cominciata. Solo il tempo ci dirà se questa battaglia si trasformerà in cinetica o no. Ma per adesso, sembra di essere sul “tutti i sistemi sono pronti”..

Il Saker

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Articolo del Saker pubblicato su The Saker il 10 marzo 2021
Traduzione in italiano di Raffaele Ucci, Fabio_san per SakerItalia

[le note in questo formato sono dei traduttori]

http://sakeritalia.it/novorussia/lucraina-sullorlo-della-guerra-di-nuovo/

Di Red

„Per ottenere un cambiamento radicale bisogna avere il coraggio d'inventare l'avvenire. Noi dobbiamo osare inventare l'avvenire.“ — Thomas Sankara

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