Ma voi siete comunisti?’. La domanda ci parse strana e superflua nello stesso tempo, per noi la risposta era ovvia: Noi siamo figli di un operaio e di una casalinga, cos’altro possiamo essere se non questo?’

Non avevamo sceltanon era solo una questione di condizione sociale, era piuttosto una predisposizione caratteriale. Per indole non potevamo che stare dalla parte dei lavoratori. Con chi, cioè, doveva svolgere due o tre occupazioni per mantenere la famiglia e per garantire un futuro decoroso ai propri figli. Per tanti ancora oggi è così, ma la scelta ‘ideale’ non è più la stessa, chissà perché.

Quando si è ‘giovani’ non si pensa alla fine del mese, tutto ci sembra dovuto. Solo dopo, quando giungono i giorni più difficili ci si rende conto di quanti sacrifici siano stati fatti per garantirci un’adolescenza serena.

Per tanti padri e madri di famiglia, allora, l’unica soddisfazione era il ‘pezzo di carta’. Gli occhi quel giorno nell’aula magna dell’Università erano lucidi, era la loro piccola/grande ricompensa ai tanti sacrifici fatti, nient’altro.

Nulla avviene per caso. Il bisogno di conoscenza era tutto o quasi. Era una necessità ‘fisica’ che si è mantenuta nel tempo. Fino ad oggi, fino alla fine. Non era un atto egoistico. Capire e comprendere per condividere quanto appreso e per accrescere il bene comune. Lo scopo era questo.

È il Dna che ci fa andare in una direzione piuttosto che in un’altra? È la cultura acquisita? È l’ambiente sociale di provenienza? Chissà, ma che importa. Di certo è una opzione individuale. Ogni giorno ognuno di noi deve decidere da che parte stare. Lo si fa anche inconsciamente, quasi senza volere, ma è inevitabile.

Per noi e per tanti altri la scelta era ovvia, era una condizione di vita. Ed era una inevitabile conseguenza del nostro modo di intendere la ‘comunità’.

Ancora oggi è così, al di là dei nomi e delle etichette.

Ognuno può agire nel solo interesse personale, rimanendo intrappolato nel proprio ego, oppure può operare nell’interesse comune, nella consapevolezza che il bene altrui è anche il nostro. Noi sentivamo quest’ultima esigenza, era la nostra ‘diversità’.

Il senso di giustizia e del dovere era innato. Non era solo una questione ideologica o di condizione sociale, era una predisposizione ‘genetica’.

Dare a tutti le stesse opportunità senza dover sottostare alla volontà altrui, senza dover chiedere per ottenere un diritto. Liberi di decidere e di dire di no. Con l’impegno di non lasciare indietro chi non riesce ad essere autonomo. La vita è una ed il tempo scorre uguale per tutti. Troppo spesso lo dimentichiamo. Un’esistenza trascorsa senza mai dire di no, senza egoismi. Intelligenze fuori dal comune, ma senza presunzione o prosopopea ed un impegno continuo messi a disposizione di tutti. Ecco questo eravamo e siamo, almeno fino a quando resteremo nella memoria di coloro che abbiamo incontrato nella nostra strada.

La risposta a quella domanda ancora oggi è la stessa: ‘cos’altro possiamo essere se non questo?’

REDNEWS

Di Giovanni Pulvino (REDNEWS)

Insegno Scienze giuridiche ed economiche dal 1993. Dopo tanti anni di supplenze sono passato di ruolo nel novembre del 2015. In quel periodo il portale web di Tiscali dava agli utenti la possibilità di esprimersi tramite le ‘Socialnews’. Ed è cosi che nel luglio del 2012 ho iniziato a scrivere articoli raccontando le vicende dei precari storici della scuola. Per un anno ho collaborato anche con ComUnità del portale Unità.it. Successivamente, per integrare e proseguire quell’esperienza durata oltre 3 anni, ho creato REDNEWS (28 giugno 2015), un ‘blog di cronaca, informazioni e opinioni dal profondo Sud’. Il mio scopo era ed è quello di dare voce a chi è escluso dalla società, in particolare i disoccupati, i precari, i pensionati al minimo. Nello stesso tempo intendo esprimere il punto di vista di chi vive nel Meridione, terra che è regolarmente esclusa oltreché dal benessere economico anche dai circuiti d’informazione nazionali. La linea editoriale del blog può essere riassunta con le parole scritte nel IV secolo a.C. dal poeta e drammaturgo greco Sofocle: ‘L’opera umana più bella è di essere utile al prossimo’.

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