Andrea Marcucci e Simona Malpezzi - (foto da zazoom.it)

Matteo Renzi è uscito dal Partito democratico, ma continua a condizionarne le scelte e la linea politica

Il ritorno di Enrico Letta alla guida del Partito democratico è già pieno di ostacoli. La nomina di due donne come capogruppo al Senato della Repubblica e alla Camera dei deputati è stata più ostica del previsto. La ragione è politica. Sono state elette due democratiche che sono molto vicine all’ex segretario. Andrea Marcucci, grande amico di Matteo Renzi, ha fatto un passo indietro, ma solo per una ‘renziana‘ doc: la senatrice Simona Malpezzi.

Per comprendere le ragioni di questo paradosso occorre risalire ai giorni che precedettero la presentazione delle liste per le elezioni politiche del 2018.

Allora alla guida del Pd c’era l’ex sindaco di Firenze. Come si sa le liste elettorali sono predisposte dai partiti, in particolare dalle segreterie. Con l’attuale sistema elettorale si possono inserire le candidature dei ‘propri amici’ nei collegi ‘blindati’ e quelle degli avversari in quelli dove l’elezione è improbabile.

Con le liste bloccate del ‘Rosatellum’ è stato semplice per l’ex segretario del Pd inserire i ‘propri’ sostenitori nelle liste e nelle circoscrizioni dove era assai probabile ottenere il seggio. Tutto a danno delle altre correnti, in particolare di quella di ‘Sinistra’.

Il Pd ha perso le elezioni del 2018, ma Matteo Renzi ha vinto lo stesso. Nonostante la scissione di Italia Viva la gran parte dei senatori e dei deputati democratici che oggi siedono in Parlamento appartengono alla sua corrente. Molti di questi costituiscono il gruppo di maggioranza relativa del Pd. Si tratta dei cosiddetti riformisti. Sono guidati da Andrea Marcucci e Luca Lotti. Insomma, l’ex sindaco di Firenze oltre ad essere il segretario di IV, può influenzare le scelte dei democratici attraverso la sua corrente all’interno del Partito democratico.

Sembra un stramberia, ma così non è. Mentre il senatore di Rignano va in giro per il mondo a fare conferenze, i ‘suoi’ parlamentari fanno il lavoro ‘sporco’. All’inizio della legislatura hanno inserito esponenti della loro corrente nei posti di rilievo del Pd. Nel 2019 hanno ‘costretto’ l’ex segretario ed il suo gruppo parlamentare a dare vita al Giuseppe Conte 2 e nel 2021 al governo di Mario Draghi. Ora hanno imposto anche i capigruppo.

Probabilmente Nicola Zingaretti si è dimesso proprio perché non è riuscito ad impedire queste dinamiche interne. Enrico Letta dovrà affrontare lo stesso problema: riuscirà a liberare il Pd dai ‘renziani’? La risposta è no. Per farlo dovrà aspettare il 2023, quando ci saranno le elezioni politiche. Nel frattempo, il maggior partito del centrosinistra dovrà abbozzare ed evitare che al danno segua la beffa, quella dell’estinzione.

REDNEWS

Di Giovanni Pulvino (REDNEWS)

Insegno Scienze giuridiche ed economiche dal 1993. Dopo tanti anni di supplenze sono passato di ruolo nel novembre del 2015. In quel periodo il portale web di Tiscali dava agli utenti la possibilità di esprimersi tramite le ‘Socialnews’. Ed è cosi che nel luglio del 2012 ho iniziato a scrivere articoli raccontando le vicende dei precari storici della scuola. Per un anno ho collaborato anche con ComUnità del portale Unità.it. Successivamente, per integrare e proseguire quell’esperienza durata oltre 3 anni, ho creato REDNEWS (28 giugno 2015), un ‘blog di cronaca, informazioni e opinioni dal profondo Sud’. Il mio scopo era ed è quello di dare voce a chi è escluso dalla società, in particolare i disoccupati, i precari, i pensionati al minimo. Nello stesso tempo intendo esprimere il punto di vista di chi vive nel Meridione, terra che è regolarmente esclusa oltreché dal benessere economico anche dai circuiti d’informazione nazionali. La linea editoriale del blog può essere riassunta con le parole scritte nel IV secolo a.C. dal poeta e drammaturgo greco Sofocle: ‘L’opera umana più bella è di essere utile al prossimo’.

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