Elevato Beppe Grillo fa il Grillo Furioso

Francesco Cecchini

Grande è la confusione sotto il cielo, quindi la situazione è eccellente.                                                         

Mao Tse-tung

Grande è la confusione sotto il cielo pentastellato, ma la situazione per il M5s non è eccellente, anzi è pessima.

Beppe Grillo, garante del M5s,  per difendere il  figlio Ciro dalle accuse di stupro insieme ad altri suoi tre amici ha parlato a vanvera in un video di un minuto e 40 secondi postato sul suo blog e diffuso in rete: “Ormai sono due anni, sono stufo. Se dovete arrestare mio figlio, perché non ha fatto niente, allora arrestate anche me perché ci vado io in galera. Mio figlio è su tutti i giornali come uno stupratore seriale insieme ad altri tre ragazzi. Voglio chiedervi, voglio una spiegazione sul perché un gruppo di stupratori seriali, compreso mio figlio, non sono stati arrestati. Perché non li avete arrestati?  La legge dice che gli stupratori vengono presi e messi in galera, interrogati in galera o ai domiciliari. Sono lasciati liberi per due anni… Perché non li avete arrestati subito? Perché non li avete arrestati subito? Ce li avrei portati io in galera, a calci nel culo. Perché vi siete resi conto che non è vero niente, non c’è stato alcuno stupro. Una persona che viene stuprata la mattina, al pomeriggio va in kitesurf e dopo otto giorni fa la denuncia… Vi è sembrato strano. Bene, è strano. C’è un video, passaggio per passaggio, e si vede che c’è la consensualità,  un gruppo che ride, ragazzi di 19 anni che si stanno divertendo, che sono in mutande e saltellano col pisello così perché sono quattro coglioni, non quattro stupratori”.

E’ eclatante che il capo del partito delle manette facili e del giustizialismo sia diventato di colpo garantista e critico dei magistrati perché ad essere indagato è ora il figlio Ciro.

Le condanne alle parole sbagliate, gravi e aberranti di Beppe Grillo sono state pronunciate da molti politici e giornalisti e sono venute anche da esponenti pentastellati. Sicuramente sono tante le deputate e i deputati del Movimento 5 Stelle che vorrebbero dire la loro in quanto sono loro che hanno approvato il “Codice Rosso” che permette alle vittime di denunciare le violenze fino a dodici mesi dopo, altro che otto giorni.  Un esempio di critica esplicita da parte di una esponente del M5s. Elisabetta Trenta, l’ex ministra della Difesa pubblicato il seguente post su Facebook:  “Posso accettare lo sfogo e il dolore di un padre, ma Beppe Grillo è la nostra bandiera e dire queste cose è andare contro le stesse battaglie e i valori del Movimento 5Stelle. Come donna io mi sono sentita offesa”.

Anche Giuseppe Conte, dopo un giorno trascorso a rimuginare in silenzio a sera, pressato anche dagli imbarazzi del Pd ha preso le distanze da Grillo: “…In questa vicenda vi è poi un principio fondamentale che non possiamo mai perdere di vista: l’autonomia e il lavoro della magistratura devono essere sempre rispettati. Perciò anche in questo caso attendiamo che i magistrati facciano le loro verifiche. Con il Movimento 5 Stelle mi accomunano da sempre queste due convinzioni: di ritenere indiscutibile il principio dell’autonomia della magistratura e di considerare fondamentale la lotta contro la violenza sulle donne, una battaglia che abbiamo sempre combattuto in prima linea, basti ricordare l’introduzione delle norme sul codice rosso quando abbiamo condiviso la responsabilità di governo. Questi principi continueranno a informare la nostra azione politica e a ispirare le nostre battaglie culturali”.

Deboli sono le parrole di Alessandro Di Battista : “coraggio, hai parlato da padre”, senza che una parola sulla ragazza che ha denunciato il fatto, come se fosse solidarietà dovuta al padre di uno stupratore.

 Comunque la recente sparata furiosa di Beppe Grillo è solo la recente punta mediatica di una serie di problemi che da tempo scuotono i resti di M5s. Significtivo è il tentativo di trasmormare la creatura politica dell’   Elevato Beppe.

Giuseppe Conte è stato scelto una domenica di fine febbraio da Grillo, mascherato da Yuri Gagarin all’   Hotel Forum di Roma per trasformare il vecchio M5s in un nuovo M5s. L’   Avvocato del popolo  sta ancora  arrancando nel tentativo di formare una specie di nuovo Partito di Rifondazione Pentastellata con molti grillini che gli si sono rivoltati contro per le proposte, come quelle di cambiare simbolo e nome o per la mancanza sostanziale di proposte sostanziali. Su una questione che agita i parlamentari grillini, il doppio mandato, non sceglie affermando: “Non chiedete a me, sono l’ ultimo arrivato”. Vago è il suo progetto di partito/movimento sul modello di Ciudadanos e il ritorno dei Meet Up. Tanto che circola la parola fregatura e molti parlamentari grillini si sono trasferiti, o si stanno per traferire, al gruppo misto o ad altri gruppi. In questo vuoto Alessandro Di Battista propne che il limite dei due mandati non sia prorogabile, nemmeno per eccezioni, e messo per legge (sic!). Inoltre c’ è Davide Casaleggio che da fornitore di servizi, la piattaforma Rousseau è diventato leader politico, producendo il manifesto Controvento. Con Davide Casaleggio c’ è Alessandro Di Battista. Per di più sta scadendo l’   ultimatum di Davide Casaleggio ai parlamentari in arretrato con le quote per la piattaforma Rousseau, se non saranno pagati gli arretrati vi sarà la rottura. Il reggente Vito Crimi lo ha diffidato a consegnare l’    elenco degli iscritti presenti nel database della piattaforma e di propietà del M5s. I divorzio a questo punto appare scontato. Conclusione, per tutto quanto sopra vi è un bordello a 5 stelle.

Dopo il violento monologo in difesa del figlio Ciro, per tutte le gravi implicazioni politiche viene da chiedersi se la parola d’   ordine Affanculo, inventata proprio dall’   Elevato fondatore del M5s ora sia stata rivolta contro ciò che rimane della sua creatura politica.                                                  Che il comico Beppe con questa uscita abbia dato il colpo di grazia ai resti di M5s?

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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