Che Pedro Castillo, marxista, dopo aver vinto le elezioni, sia pure di misura, non sia ancora diventato a tutti gli effetti Presidente del Perù per via delle accuse di frode elettorale da parte della non vincente Keiko Fujimori, figlia di quel Fujimori Presidente dal 1990 al 2000, su cui pendono 22 capi d’accusa (mentre la signora Keiko è accusata dalla Procura “solo” di corruzione) è un fatto del tutto ovvio.

Come in Bolivia e in Venezuela, le destre non molleranno la presa né sul piano elettorale né sulle vie terroriste per impedire le riforme necessarie all’indipendenza e alla giustizia sociale.

E’ accaduto per Evo Morales in Bolivia con accuse rivelatesi infondate (l’ex presidentessa golpista Jeanine Anez è ora agli arresti) ma naturalmente accolte da quella squallida congrega che risponde al nome di Unione Europea, annessa alla Nato e al sionismo.

In Brasile, Lula era stato messo fuori gioco da un complotto di palazzo ben orchestrato dal giudice Moro in combutta con il pool dei pm dell’inchiesta Lava Jato. La corte Suprema ha annullato le condanne per Lula. Bolsonaro dovrà scontrarsi, purtroppo per lui, nel 2022 con Lula che potrà ricandidarsi.

“Il cortile di casa” è in ebollizione. In Cile le elezioni per l’Assemblea Costituente sono state un trionfo dei movimenti antiliberisti largamente rappresentati. Non solo hanno perso le destre ma anche il centro-sinistra della Concertation che, come avviene in Italia, ha portato avanti una strategia politica neoliberista che ha stravolto ancora di più il Paese. L’alternanza Bachelet-Pinera si è rivelata un flop. Non hanno avuto neanche il coraggio di abbattere la Costituzione di Pinochet che ora finalmente, in seguito ad un grande movimento popolare, ma anche per la dabbenaggine delle destre che pensavano di poter avere i numeri per controllare l’Assemblea, finalmente si è andati a votare a maggio. Per la prima volta nella storia si avrà un’assemblea costituente paritaria e non per graziosa cortesia degli uomini, bensì per volontà delle donne maggiormente votate, per cui alcune di loro dovranno ritirarsi dall’assemblea per far posto agli uomini e raggiungere la parità di genere.

Ma ciò che risulta ancora più importante, oltre la consapevolezza delle grandi difficoltà che saranno create dalla reazione nazionale ed internazionale (come non pensare al Venezuela di Chavez e poi di Maduro e agli eterni embarghi nei confronti di Cuba?) è la volontà da parte dei soggetti anti-neoliberisti di cambiare le strutture privatistiche dello stato devastato da squali locali ed internazionali. Decisa la volontà di ri-pubblicizzare l’acqua, della riconquista pubblica del litio saccheggiato dai privati, di restituire dignità all’istruzione, alla sanità, all’ambiente, al lavoro…

Simbolo di questa nuova stagione risulta l’elezione a sindaca di Santiago della trentenne comunista Iraci Hassler…

In Colombia, regione molto cara agli States non solo per depredare le ingenti risorse del Paese, ma anche per essere un avamposto per azioni terroriste in America latina, con particolare interesse al Venezuela di Maduro, la repressione contro gli scioperanti da parte del presidente Duque è stata durissima e continua ad esserlo perché ormai il Potere si deve scontrare non più solo con la sinistra perbenista e i sindacati burocratizzati ma con un movimento molto ampio di giovani e di donne, agguerrito e ben deciso a non cedere. E’ in questo contesto che il CPN (comando nacional de Paro) composto dalle organizzazioni sindacali, dalle organizzazioni dei pensionati, dalle organizzazioni dei contadini, è stato costretto a ristrutturarsi, dato il degrado burocratico in cui era precipitato ed accogliere le nuove forze in grado di dare credibilità alle lotte, essendo pronte a dare una svolta ad una politica contestativa debole e ricca di compromessi. Si stima che nel nuovo CPN la presenza dei nuovi soggetti rivoluzionari (giovani e donne) non sia inferiore al 90%.

A fronte di una repressione feroce che ha portato alla morte molte decine di persone ( presumibilmente 75), alla scomparsa di altre 150, alla violenza forsennata contro donne torturate e violentate, stiamo assistendo ad una guida collettiva orizzontale che dovrebbe impedire anche nell’immediato futuro che qualsiasi trattativa con le istituzioni dominanti non possa esercitarsi senza una consultazione non formale con la base…e come potrebbe essere altrimenti con le nuove generazioni che hanno saputo creare  dei centri di dibattito e di azione politica sia nelle regioni rurali sia nelle periferie urbane…

Dopo un mese di scontri e di guerriglia urbana si andrà a trattare con il governo con una forza che i partiti di sinistra perbenisti e i sindacati non hanno mai avuto in questi ultimi tempi., E’ bene che le giovani leve vigilino sulle trattative e sull’operato di chi non ha saputo difendere il popolo della Colombia. Un accordo si è raggiunto sulla candidatura presidenziale di Gustavo Petro. E’ bene che le giovani leve, mentre la lotta e la repressione continua, nonostante i richiami della “Comunità internazionale” nei confronti di Duque sull’uso spropositato della forza poliziesca si preparino per ché possa nascere con le prossime elezioni un governo progressista e “realmente” di sinistra.

Di Antonello Boassa

Contro le guerre imperiali innanzitutto, contro le guerre valutarie e del debito, contro le politiche neoliberiste. Contro lo sfruttamento dei lavoratori e dei popoli, contro la devastazione del pianeta, in difesa dello stato sociale e della libertà e dell'uguaglianza sociale di tutte e di tutti, in difesa del mondo animale, Antonio scrive anche per L'Interferenza

Un pensiero su “PERU’ CILE COLOMBIA. USA IN DIFFICOLTA’ NEL “CORTILE DI CASA””

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