Pochi giorni fa il presidente haitiano è stato ucciso da un commando giunto dall’estero.
Secondo il capo della polizia di Haiti, Léon Charles, il commando che ha assassinato il presidente era composto da 26 colombiani e 2 statunitensi di origine haitiana.
“Gli stranieri sono venuti nel nostro paese per uccidere il presidente. C’erano 26 colombiani, identificati dai loro passaporti e anche 2 haitiani-statunitensi”, ha detto.
Secondo Charles, sono stati finora catturati 15 colombiani e 2 statunitensi haitiani, che sono stati identificati come James Solages e Joseph Vincent, “3 degli assalitori sono morti e 8 sono fuggiti”, ha detto.
La polizia haitiana ha sequestrato munizioni, dollari, fucili d’assalto, machete, ricetrasmittenti a banda larga, tronchesi, martelli, giubbotti antiproiettile, due targhe di veicoli a noleggio e numerosi telefoni cellulari.
“Era un comando completo e ben attrezzato, con più di sei auto e molte attrezzature”, ha affermato il ministro delle elezioni e delle relazioni interpartitiche di Haiti, Mathias Pierre.
C’è un altro Paese latino americano che invia i propri cittadini ad Haiti per compiere azioni, si chiama Cuba.
Invia personale sanitario da 22 anni per svolgere attività mediche di aiuto umanitario sia in situazioni di emergenza sanitaria o di calamità naturale che di normalità .
Ultimamente le autorità haitiane hanno conferito ai medici cubani presenti sul loro territorio l’onorificenza di “Apostoli della conoscenza”.
Tutto ciò avviene nonostante che Cuba continua ad essere sottoposta ad un embargo illegittimo da 60 anni che ne compromette il benessere, lo sviluppo e che la espone alle critiche e alle manipolazioni dei grandi media, fedeli megafoni dei governi occidentali.
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