La Fuerza Aerea Zapatista, è atterrata nel cuore dell’Europa che non si arrende. Il SubComandante Moises ha parlato di fronte a una nutrita folla, ribadendo le ragioni che hanno mosso l’impresa

A chi si è dedicata a quest’impresa, a chi ne ha curato la risposta collettiva, a chi ci si è arrovellato da ottobre, a chi ha risposto alle chiamate, a chi ha organizzato formazioni e spunti di confronto, a chi ha realizzato tutte le opere e le buonissime cene a sostegno di questo viaggio, a chi non si è perso un minuto di assemblea, a chi si è fomentata, a chi ha ascoltato, a chi ha condiviso ricordi di viaggi lontani e vicini, a chi ha intrecciato il suo percorso di lotta con questo grande evento, a chi continua a fare domande, a chi si è sentito stimolato, a chi ha gestito i social media da Vigo a
Madrid, passando per il resto del Vecchio Continente, a chi ha scritto e declamato in mille forme la notizia di questo arrivo imminente, a chi in ogni festival degli ultimi mesi ha visto e sentito la parola EZLN o lo slogan La Gira Zapatista Va:

Il momento è arrivato.

Cura, solidarietà e supporto hanno portato diverse delegazioni dalla Germania, dalla penisola iberica, dalla Francia, dalla Grecia, dalla Svizzera e, chiaramente dall’Italia, a raggiungere l’Austria per costruire assieme allə compagnə della città e del coordinamento Zapalotta, un’accoglienza calorosa e sicura a chi ha intrapreso el Viaje por la Vida.

Nell’anno 501 dall’inizio della resistenza indigena (che alcunə ancora leggono come “l’inizio della dominazione spagnola” in quella geografia chiamata Messico), a quasi un anno dall’annuncio dell’invasione, tra le scorse giornate del 13 e del 14 settembre, circa 170 zapatistə sono atterratə a Vienna.


La FAZ, ossia la Fuerza Aerea Zapatista, è planata nel cuore dell’Europa che non si arrende. Due le delegazioni che si sono ricongiunte dopo uno spiacevole rallentamento causato dalla burocrazia durante lo scalo serale, che ha costretto il secondo gruppo a cambiare volo (un saluto carissimo alla compagnia aerea che ha deciso di far partire un aereo mezzo vuoto incurante delle emissioni di carburante inutilmente sparate nella nostra affaticata atmosfera).


Nonostante tutto però, l’ex capitale dell’Impero asburgico è stata invasa da zapatistə di tutte le età e colori sotto la sicura guida del Comando Polomitas composto da Amado, Cintho, Veronica, Chuy e Cintia (non sappiamo se abbiano ottenuto già a Vienna ciò che li ha spinti a intraprendere questo viaggio, quindi teniamo presente di preparare adeguate scorte di Popcorn).

Il SubComandante Moises all’aereoporto di Vienna

Un’importante componente della delegazione è costituita dalle circa 40 miliziane della sezione Ixchel-Ramona, tra cui le due giovanissime Vip Defensa ed Esperanza (che a quanto si dice in giro avrebbero lasciato la coordinazione del Comando Palomitas ad Amado per unirsi al gruppo delle miliziane e giocare a calcio con le altre squadre femminili d’Europa, quindi, compagne, tiriamo su quei polpacci).

Al fianco, o dietro, il gruppo di Escucha y Palabra composto da zapatistə «la cui esistenza e memoria copre la storia della nostra lotta dagli anni prima della sollevazione fino all’inizio del Viaggio per la Vita», delegato a visitare i 28 luoghi ospiti-invitanti di questo piccolo continente, tra cui l’Italia, per valutare man mano lo sviluppo dell’invasione assieme al gruppo di Coordinamento del Viaje, guidato dal SubComandante Moises (lo sapevamo, ma è stato lo stesso un gran colpo) nominato dal 2005, l’anno della pubblicazione della Sesta Dichiarazione della Selva Locandona, responsabile degli affari internazionali-intergalattici.


Proprio lui, come portavoce dell’intera delegazione, di fronte una nutrita folla in silenzio, ha messo nuovamente nero su bianco le ragioni che hanno mosso l’invasio… il Viaggio per la Vita, stavolta però, direttamente dal suolo antistante l’aeroporto Schwechat.

«È con la nostra ribellione e resistenza che continuiamo a governare come popolo. Non vogliamo uccidere, non vogliamo morire. Il problema è che non ci danno l’opportunità di fare ciò che pensiamo come donne e uomini. E questo è quello che facciamo da 28 anni, non stiamo sparando, non stiamo uccidendo, né vogliamo morire, vogliamo la vita». La Gira Zapatista è cominciata «grazie al fatto che c’erano dei nostri compagni caduti nella guerra all’alba del 1994, quando siamo usciti a combattere contro il malgoverno».

Si è scelto di intraprendere questa impresa perché «sappiamo che ci sono indigeni poveri in altri paesi del mondo e anche nelle città. Crediamo che i nostri fratelli di città e di campagna sappiano cos’è lo sfruttamento del capitalismo, ma vediamo cosa ha fatto il capitalismo, ed è il problema della vita e della natura». La natura e il lavoro della terra sono gli elementi centrali dell’intervento del Sup «perché è ciò che ci dà veramente la vita. Per noi zapatisti è urgente fare qualcosa perché i cattivi leader non faranno nulla. Il cambiamento che i poveri nel mondo vogliono è un cambiamento reale, non nel modo in cui lo vogliono i cattivi governanti e i ricchi… Il capitalismo ha portato distruzione con l’estrazione mineraria. I governanti non faranno nulla perché sono complici. Sono loro che acconsentono a compiere la distruzione».


E si rivolge all’uditorio, ripetendo che la missione del Viaggio è principalmente quella di «parlare con chi vuole parlare con noi e sentire su e come combattono, come combattono e come pensano. Vogliamo che i nostri occhi si aprano, le nostre menti sia in campagna che in città».

Che ogni città, territorio, rete, si organizzi secondo suo modo, anche se il cammino non è tracciato, perché «i nostri compagni caduti ci hanno detto che un giorno avremmo dovuto parlare con i fratelli del mondo, ma non sapevamo che saremmo arrivati a Vienna, ed ora eccoci qui, a Vienna, la capitale dell’Austria. E così andremo in altri posti dove ci inviteranno come ci hanno invitato qui, che sappiamo è stata una grande fatica ma è così per chi vuole combattere».


Senza fretta, ma senza pausa, proseguiranno le fasi organizzative di questo Viaggio che firmando la Declaracion por La Vida di gennaio, abbiamo scelto di sostenere… anche interagendo con ciò che continua ad accadere in Messico e nel mondo, dove prosegue imperterrita la guerra silenziosa, fatta di attacchi e sparizioni a danno delle comunità indigene, delle donne, dell’ambiente.

Mentre ieri si è svolta una manifestazione femminista assieme alle compagne zapatiste, indetta dal collettivo Reclaim the Space, contro il femminicidio, in risposta ad un doppio assassinio avvenuto nella stessa Vienna lunedì, parallelamente è di poche ore fa la notizia del sequestro di Sergio e José Antonio, due zapatisti della Giunta del Buon Governo Patria Nueva, Caracol 10 “Floreciendo La Semilla Rebelde”.


Dal Messico autonomo e dalla Vienna invasa ci arriva una chiara indicazione: tra il 17 e il 19 settembre tutta Slumil K’ajxemk’op, come è stata ribattezzata l’Europa indomita dal basso e a sinistra, esiga la loro liberazione e domenica pubblichi tra le 19 e le 20 una foto della propria manifestazione con gli hashtag #AparicionConVidaZapatistas #DondeEstaSergio #DondeEstaJose.

Di Nardi

Davide Nardi nasce a Milano nel 1975. Vive Rimini e ha cominciato a fare militanza politica nel 1994 iscrivendosi al PDS per poi uscirne nel 2006 quando questo si è trasformato in PD. Per due anni ha militato in Sinistra Democratica, per aderire infine nel 2009 al PRC. Blogger di AFV dal 2014

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy