Marine Le Pen e Matteo Salvini


Francesco Cecchini


Articolo pubblicato su Editorial El País come editoriale, ripreso da Carta Maior e tradotto per Ancora Fischia il Vento da Francesco Cecchini. Il link con l’ articolo originale è il seguente:
https://www.cartamaior.com.br/?/Editoria/Pelo-Mundo/Le-Pen-y-la-islamofobia/6/51640


L’ estrema destra francese pretende di imporre la questione dell’ integrazione della comunità mussulmana come grande tema elettorale.
L’ estrema destra francese ha dimostrato ancora una volta la sua insubordinazione strutturale e ideologica alla democrazia come strumento di inclusione sociale. Il discorso pronunciato domenica scorsa da Marine Le Pen, candidata al Raggruppamento Nazionale (RN) alle elezioni presidenziali del 10 aprile 2022, ha apertamente incorso in un’ islamofobia che la installa nelle acque sporche di una spudorata demagogia e distilla una pericolosa colpa generica su una parte della cittadinanza. Non sono pratiche estranee a quel partito, e non sono nemmeno strane a una parte correlata, come lo è Vox in Spagna: l’allarme causato da entrambi i discorsi è lo stesso, ed è ugualmente discutibile in termini democratici.
Il partito di Le Pen ha subito un clamoroso fallimento alle elezioni regionali dello scorso giugno. Poco dopo, l’ ora candidata all’Eliseo ha dichiarato di scommettere su una strategia consistente nel archiviare i toni più radicali del suo messaggio e nel sbarazzarsi dell’immagine di un partito razzista e autoritario che ne ha trascinato la formazione. Esattamente un’ estate quell’ atteggiamento è durato. Le Pen è tornato sul discorso della legge e dell’ ordine, promettendo di porre fine alla “talebanizzazione” di alcune zone della Francia e a quello che ha definito “sviluppo della droga”, in riferimento alle bande organizzate del narcotraffico.
La strategia è una vecchia conoscenza: consiste nel demonizzare una parte della società con generalizzazioni offensive e degradanti. Il rifiuto di conoscere con dati e informazioni attendibili la complessità della situazione della comunità musulmana si discosta dal comportamento previsto in un partito che aspira alla presidenza della Repubblica. Ma associare le difficoltà di integrazione di quella comunità alle reti del narcotraffico rasenta la criminalità, oltre ad essere profondamente immorale. È importante non perdere di vista il fatto che questo discorso di estrema destra sta contaminando in una certa misura il resto dello spettro politico francese, a volte troppo tiepido per la distanza che richiede. Nel febbraio 2020, il presidente Emmanuel Macron ha lanciato, anche in nome dei valori repubblicani, una “strategia per combattere il separatismo islamista” con un focus sui quartieri emarginati. Questo approccio al problema ha portato molte voci ad avvertire di un potenziale effetto boomerang incoraggiando involontariamente una reazione contraria a quella desiderata.
In questo scenario, gli interventi della candidata socialista, Anne Hidalgo, hanno sottolineato i concetti che fanno veramente parte dell’identità francese, come la necessità di rafforzare l’istruzione pubblica e aumentare lo stipendio dei suoi insegnanti. Possono sembrare meno efficaci, più prevedibili e di scarso impatto mediatico, ma mettono al centro della discussione la difesa della Repubblica e cercano di minare l’ agenda che l’ estrema destra aspira a imporre al dibattito pubblico.

French politician Rassemblement National (RN) Leader Marine Le Pen looks on as she takes part in the news broadcast of TV channel TF1 in Boulogne-Billancourt, outside Paris, on September 12, 2021. (Photo by GEOFFROY VAN DER HASSELT / AFP) (Photo by GEOFFROY VAN DER HASSELT/AFP via Getty Images)

Anne Hidalgo contro Marine Le Pen

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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