Ha fatto scalpore il risultato elettorale delle elezioni comunali di Graz, la seconda città austriaca per grandezza e capoluogo della Stiria, dove il piccolo Partito comunista austriaco (Kpo) ha sconfitto il partito popolare che governava la città da 18 anni.
I comunisti hanno raggiunto uno spettacolare 29%, incrementando ulteriormente quel 20% raccolto nel 2017 che già fece gridare al miracolo e scalzando dal primo posto il partito popolare che è calato al 25,7%.
In calo l’estrema destra del Fpo al 10,9%, mentre crescono i Verdi che raggiungono il 17,3%. Lo storico partito socialdemocratico (Spo) aveva registrato un violento tracollo dei consensi già nel 2017 quando proprio i comunisti, ritenuti evidentemente più credibili, avevano prosciugato gran parte del bacino elettorale di centro-sinistra grazie anche alla carismatica figura di Elke Kahr, la 59enne capolista comunista che in questi anni ha portato avanti una determinata opposizione ai progetti di cementificazione e devastazione ambientali promossi dalla giunta di centro-destra.
Per la Kahr, futura sindaca comunista della seconda città austriaca, si tratta adesso di annunciare la coalizione di governo e molti pensano che le trattative andranno verso la costituzione di una giunta rosso-rosso-verde, che veda come alleati i comunisti, i ridimensionati socialdemocratici ed i verdi, che proprio insieme al partito comunista hanno portato avanti importanti campagne a favore di un’idea di sviluppo ecosostenibile.
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