Dopo il fallito golpe del marzo scorso, le forze militari del paese africano hanno trasferito il primo ministro Abdalla Hamdok in un luogo non identificato, dichiarandolo agli arresti

Proteste nelle strade con già due morti e decine di feriti, spari sulla folla, dichiarazione dello stato di emergenza, nubi nere di fumo da copertoni bruciati e la notizia dei primi feriti nelle piazze della capitale dove la gente si è radunata a dimostrare contro le forze militari sudanesi che hanno arrestato ieri mattina quasi una decina di alti esponenti del Governo del Paese, secondo quanto hanno detto funzionari locali, mentre il principale gruppo pro-democrazia del Sudan – Sudanese Professionals’ Association – invitava le persone a scendere nelle strade per contrastare quello che è ormai un vero e proprio colpo di stato militare.

Il Comitato centrale dei medici sudanesi ha affermato – riferisce Al Jazeera -che due persone sono morte per ferite da arma da fuoco (ma sarebbero di più secondo altre fonti) mentre almeno altre 80 sono rimaste ferite dopo essere state colpite dalle forze militari durante le proteste contro il golpe della mattina.

Le forze militari del Sudan hanno trasferito il primo ministro Abdalla Hamdok in un luogo sconosciuto dopo averlo messo agli arresti domiciliari, secondo fonti del ministero dell’Informazione del Paese.

Al Hadath TV ha confermato che anche diversi membri della leadership civile sudanese sono stati arrestati. Internet e le linee telefoniche sono state bloccate dai golpisti. Decisa la reazione internazionale, dall’Onu ad Amnesty, dagli Usa a diversi governi europei (una sintesi qui).

«Dopo che si è rifiutato di prendere parte al colpo di stato – scrive ancota la Tv del Qatar – l’esercito ha arrestato il Primo ministro Abdalla Hamdok e lo ha portato in un luogo non identificato», ha reso noto il ministero in una nota. Gli altri funzionari civili presi in custodia includono il ministro dell’Industria Ibrahim al-Sheikh e il Governatore della capitale del Sudan Khartoum, Ayman Khalid.

Anche il ministro dell’informazione Hamza Baloul, il consigliere per i media del primo ministro, Faisal Mohammed Saleh, e il portavoce del consiglio sovrano al Governo del Sudan, Mohammed al-Fiky Suliman, sono stati arrestati, ha reso noto l’agenzia di stampa Associated Press.

Il Sudan vive da tempo giornate di tensione dopo che un fallito colpo di stato il mese scorso ha scatenato aspre recriminazioni tra gruppi militari e civili nel Paese nonostante l’accordo per tentare di condividere il potere dopo la caduta del leader di lunga data del Sudan Omar al-Bashir e dopo una transizione che sembrava, nonostante violenze e morti, aver imboccato una strada pacifica. Avvisaglie di un deterioramento della situazione politica si sono viste nei giorni scorsi quando grandi manifestazioni di segno opposto hanno attraversato le strade della capitale Khartoum.

In un discorso televisivo, il generale Abdel-Fattah al-Burhan – riferisce France24 – ha annunciato lo scioglimento del Consiglio sovrano al governo così come l’esecutivo da Abdalla Hamdok. Burhan è un militare alla guida del Consiglio Sovrano, un organo di governo che condivide il potere.

Un nuovo esecutivo tecnocratico porterà il Paese alle elezioni, ha detto ancora, fissando una data a luglio 2023. La litigiosità tra le fazioni politiche avrebbe spinto i militari a intervenire.

In risposta, migliaia di persone hanno invaso le strade di Khartoum, e della sua città gemella di Omdurman per protestare contro il golpe. Video sui social media hanno anche mostrato grandi folle che attraversavano i ponti sul Nilo fino al centro della capitale.

Di Nardi

Davide Nardi nasce a Milano nel 1975. Vive Rimini e ha cominciato a fare militanza politica nel 1994 iscrivendosi al PDS per poi uscirne nel 2006 quando questo si è trasformato in PD. Per due anni ha militato in Sinistra Democratica, per aderire infine nel 2009 al PRC. Blogger di AFV dal 2014

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