RobertoMusacchio

Quando Gramsci e Togliatti fondano l’Ordine Nuovo, Togliatti tiene per sé una rubrica che si chiama “La battaglia delle idee”.

Non si tratta di una colonna di propaganda ma di battaglia culturale.

La battaglia delle idee era un tratto di Marx che vede il fondatore del Comunismo duellare con le idee che travisano la realtà per affermare il suo credo “scientifico”. Marx fu un formidabile polemista la cui abilità linguistica era sostenuta da capacità analitiche straordinarie.

Gramsci, contro ogni idea riduzionistica e dogmatica del marxismo, colloca la battaglia delle idee non nella replicanza dei concetti e dei precetti ma nello scavo e nella conoscenza. Non solo nazionale ma dei processi capitalistici “moderni”. Il rapporto tra struttura e sovrastruttura è tutt’altro che meccanicista e l’individuazione dei punti di osmosi, gli intellettuali, le culture popolari, è un lavoro prezioso.

A questo lavoro il PCI dedicò un impegno straordinario e permanente. Che si strutturò in pubblicazioni come Rinascita e al suo interno il Contemporaneo, in istituti come il Gramsci, in un rapporto continuativo con l’intellettualità. In sezioni e responsabilità di lavoro che prendevano il nome di battaglia delle idee. Nel contributo continuo del gruppo dirigente ma anche nella attività dei militanti. Un terreno attraversato anche dalle battaglie politiche interne ma con un prevalente che guardava all’esterno.

Richiamo tutto questo perché lo sforzo che facciamo come Transform vuole essere, nel piccolo e con i suoi enormi limiti, in questa direzione. Aggiornata alla nuova condizione che è quella della globalizzazione capitalistica e finanziaria e della costruzione della Europa reale. E della crisi di soggetto e soggettività capaci di sostenerla, la battaglia delle idee, addirittura di pensarla.

L’egemonia, (o il dominio? questione dirimente) del pensiero neoliberale si è fatta talmente pesante da fare parlare di pensiero unico. La potenza degli apparati di governance e di imposizione/riproduzione/veicolazione di esso sono ormai giganteschi tecnologicamente e politicamente. La frantumazione delle identità procede dall’altro lato della medaglia.

Il quotidiano ci offre giornalmente dimostrazioni di ciò. Il nullismo di Cop 26 altro non è che la conseguenza della truffa semantica di una dizione come sviluppo (capitalistico) sostenibile. La guerra “globalisti” versus “sovranisti” sembra l’avverarsi della profezia orwelliana con una finzione che copre il connubio nella gestione del capitalismo reale. Le vie crucis dei migranti mostrano le stazioni sanguinarie del mondo globalizzato attraversato però da muri e fili spinati. I contrasti generazionali evocati a coprire la lotta di classe rovesciata. La dannazione del pubblico e l’esaltazione del privato (nel vero senso del termine di portato via). La guerra vax no vax quando il vero continente no vax sono i poveri privati della cura sequestrata dai brevetti. I soldi che sarebbero dell’Europa perché li stampa. l’Europa che ce lo chiede che confonde la UE col mito della principessa rapita.

Mai come oggi ci sarebbe bisogno di battaglia delle idee. Tenendo insieme i due termini. Idee, che bisogna avere. Battaglia, che bisogna voler e poter dare.

Transform Italia vuole contribuire a questo. Fa parte di un network come Transform Europa e questo ci sembra un punto fondamentale di partenza. Infatti cerchiamo di mettere in circolo ciò che le forze per un’altra Europa fanno. Ci stiamo cimentando nella costruzione di un’Altra Agenda proprio sui temi della conoscenza collaborando con l’Agorà degli abitanti della terra. Collaboriamo alla costruzione di un network di informazione di sinistra in Europa facendo Media Alliance, in Italia con il settimanale Left. Facciamo inchiesta come quella sul lavoro nell’Europa del Covid. Cerchiamo di leggere il Meridione d’Italia come Meridione d’Europa e del Mondo con il laboratorio la Riscossa del Sud. “Osserviamo” in modo organizzato la UE con molte e molti intellettuali.

Sentiamo che in Italia ci sarebbe bisogno più che mai di avere una battaglia delle idee che incida. Nella pandemia si sono prodotte tante belle proposte. Ma i dominanti, il governo Draghi e tutti quelli che lo sostengono, forze politiche ma anche istituzioni locali, fanno l’esatto opposto. Il pubblico è bandito come idea. Si privatizza tutto. Il reddito di cittadinanza viene criminalizzato. I salari fanno record negativi. Il cemento avanza.

Abbiamo un bisogno enorme di fare rete. Ci sono tante e tanti che come noi provano a fare la battaglia delle idee. Perché non proviamo a farla di più insieme?

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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