La Transnistria, ufficialmente Repubblica Moldava di Pridnestrovie, è uno stato indipendente de facto non riconosciuto dalla maggioranza della comunità internazionale, che considera il suo territorio come parte integrante della Repubblica di Moldova. In effetti, a trent’anni dalla dichiarazione d’indipendenza del 2 settembre 1990, la Transnistria ha ottenuto il riconoscimento unicamente da parte di altri governi che ne condividono la condizione di stati non riconosciuti dall’ONU, ovvero l’Ossezia del Sud,  l’Abkhazia e la Repubblica dell’Artsakh, con le quali nel 2006 ha costituito la Comunità per la democrazia e i diritti delle nazioni.

Il 12 dicembre, i circa 405.000 elettori registrati sono stati chiamati alle urne per lo svolgimento delle elezioni presidenziali, che vedevano il confronto tra il presidente in carica Vadim Krasnosel’skij, eletto per la prima volta nel 2016, e lo sfidante Sergej Pynzar. Solamente il 35,30% degli aventi diritto ha esercitato il voto, ma il verdetto è stato nettamente favorevole a Krasnosel’skij, che ha ottenuto il suo secondo mandato con l’87,04% dei voti validi o il 79,42% dei votanti.

Questi risultati sono stati confermati dalla Commissione elettorale centrale della Transnistria, che ha riconosciuto le elezioni come valide ed ha confermato la netta vittoria del presidente in carica. L’organo responsabile ha anche risposto ai ricorsi presentati per l’assenza dell’opzione “contro tutti”, affermando che la legge elettorale locale non prevede questa opzione.

Le elezioni si sono svolte regolarmente nonostante la Moldova abbia invitato i partner stranieri a non inviare osservatori alle elezioni in Transnistria, affermando che queste elezioni rappresentano una minaccia alla sovranità e all’integrità territoriale della Moldova. “Il Ministero degli Affari Esteri e dell’Integrazione Europea ha invitato tutti i suoi partner esterni attraverso i canali diplomatici ad astenersi dall’invio di osservatori e dalla partecipazione a questo processo illegale“, si legge nel comunicato ufficiale diramato dal governo della Moldova. “Ci teniamo a ribadire che qualsiasi tipo di partecipazione a tali processi è considerato un sfida alla sovranità e all’integrità territoriale della Moldova che mina il processo di risoluzione del conflitto in Transnistria“.

In realtà, la Federazione Russa ha comunque inviato una delegazione di quattro legislatori che ha fatto rapporto direttamente a Leonid Kalašnikov, presidente del comitato per gli affari della Comunità degli Stati Indipendenti (CSI). Quest’ultimo ha affermato che le elezioni hanno fatto registrare una bassa affluenza, ma che le operazioni di voto si sono svolte in maniera regolare in tutti i seggi visitati dagli osservatori russi. Alcuni altri esperti russi hanno invece denunciato che il governo della Moldova avrebbe rifiutato loro l’ingresso, in quanto avevano l’intenzione di recarsi in Transnistria per monitorare le elezioni.

Dopo l’ufficializzazione della sua vittoria, il presidente Krasnosel’skij ha dichiarato all’agenzia russa TASS che le autorità transnistriane considerano la Russia un garante della sicurezza nella regione, un amico e un partner: “La Russia è stata, è e sono sicuro rimarrà per noi un amico, un partner, un garante di pace e sicurezza. La Transnistria non si è separata dal mondo russo, ne rimane parte integrante. Siamo grati alla Russia per qualsiasi tipo di supporto e assistenza, spesso cerchiamo assistenza dai nostri colleghi russi e non rimangono mai sordi ai nostri appelli“, ha detto.  “Siamo grati per i contatti diretti, per il sostegno dei compatrioti che vivono in Transnistria e, soprattutto, per aver garantito la pace sul suolo della Transnistria, che è stato protetto in modo affidabile dalle forze di pace russe per trent’anni. Va notato che creando condizioni di vita favorevoli in Transnistria, lo stiamo facendo anche per centinaia di migliaia di cittadini russi“.

Krasnosel’skij ha anche affermato che il governo della Transnistria cercherà la ripresa dei negoziati sulla risoluzione del conflitto con la Moldova: “Non abbandoniamo i tentativi di riportare la parte moldava al tavolo dei negoziati. Non sospendiamo i contatti. Siamo aperti al dialogo e insistiamo sulla sua ripresa. È necessario per le persone che, per il fatto che molti aspetti nelle nostre relazioni non sono risolte, affrontano una serie di difficoltà giorno per giorno“. 

Il neorieletto presidente ha aggiunto che un dialogo costruttivo è possibile solo se vengono rispettati gli accordi precedenti: “Che senso ha cercare nuovi accordi se i precedenti sono in fase di stallo? Inoltre, semplicemente non abbiamo nessuno con cui parlare. La Moldova non ha ritenuto opportuno assegnare un negoziatore dalla sua parte“.

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Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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