Isole Malvinas vicine all’ Argentina, lontane dalla Gran Bretagna. Falkland non è il nome delle isole Malvinas, ma di una strada nel quartiere di Kamathipura a Bombay


Francesco Cecchini


In occasione del natale 2021 il premier britannico Boris Johnson ha ricordato che la guerra tra Regno Unito e Argentina per la sovranità delle Isole Malvinas compirà 40 anni l’ anno prossimo. A questo proposito, ha detto: “Sarà un anno in cui tutti potremo ricordare debitamente l’ anniversario dell’ invasione, dell’ occupazione e della liberazione delle nostre isole”. Poi il premier ha osservato che nei quattro decenni da allora “molte cose sono cambiate nel mondo”, ma ha sottolineato che “c’ è una cosa che rimane assolutamente immutata: l’ impegno del Regno Unito nei confronti delle Falkland e della sua gente”. Alla fine, Boris Johnson ha sottolineato che le Isole Falkland fanno parte della grande famiglia britannica.

Boris Johnson e le isole Malvinas, per lui Falkland islands


Le dichiarazioni di Boris Johnson sono state prese male in Argentina e gli è stato risposto per le rime. Guillermo Carmona, segretario del Ministero degli Esteri argentino per le Malvine, l’ Antartide e l’ Atlantico del Sud, ha commentato alla radio locale Radio Nihuil che “appellarsi ad argomenti militari è cosa superflua proprio quando sta per essere celebrato il 40° anniversario della guerra.” Carmona ha sostenuto che “Quando mancano le ragioni, compare la retorica militarista: vantarsi di una vittoria militare che il diritto internazionale non riconosce come titolo di sovranità non fa altro che riaprire le ferite della guerra e ignorare 38 anni di democrazia argentina”. Ha anche detto, “che la persistenza delle pretese argentine è sostenuta dalla convinzione che il recupero dell’ esercizio della sovranità avverrà finalmente facendo appello alle ragioni forniteci dal diritto internazionale e dall’esercizio della diplomazia”.
Territorio d’ oltremare della Gran Bretagnao, che se ne dichiara sovran in quanto nel 1833 vi aveva edificato una base navale e nel 1837 un ufficio di amministrazione coloniale, le isole sono rivendicate dall’ Argentina, che le considera tuttora parte integrante del proprio territorio nazionale.
Significativa una affermazione dello scorso 11 novembre del presidente Alberto Fernández che ha dichiarato con forza che le isole Malvinas furono, sono e saranno dell’ Argentina.
In occasione dei 40 anni del conflitto con la Gran Bretagna, che si compie nel 2022 è organizzato l’ evento Agenda Malvinas 40 años, il cui motto è: Malvinas ci unisce. Si tratta di una serie di iniziative non solo in Argentina, ma anche in altri paesi latinoamericani.
Gli obiettivi dell’ agenda sono rendere omaggio ai caduti nella guerra del Sud Atlantico e riconoscere gli ex combattenti, i veterani di guerra delle Malvine e le loro famiglie”, ha spiegato il segretario delle Malvine, dell’Antartide e dell’Atlantico meridionale, Guillermo Carmona.
In un’ intervista a Télam, il funzionario ha affermato che “è anche per dare visibilità alla questione Malvinas”, come viene chiamata la disputa di sovranità tra Argentina e Gran Bretgna nella diplomazia, che è all’ interno dell’ ONU, “sia a livello nazionale, regionale e internazionale, evidenziando i titoli storici, giuridici, geografici e geopolitici” che accreditano il possesso dell’ Argentina.
Il conflitto armato nel 1982. tra il 2 aprile e il 14 giugno 1982 ha avuto 650 soldati argentini uccisi e 255 inglesi. Allora il presidente argentino era Leopoldo Gualtieri, ultimo della dittatura militare, e il primo ministro britannico Margaret Thacher. Dopo il ritorno alla democrazia tutti i governi argentini hanno tentato di trattare sulla sovranità delle isole, ma invano, la Gran Bretagna si è sempre rifiutata, non ascoltando le risoluzioni annuali dell’ ONU sul tema.

Le Malvinas sono Argentine

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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