Robert Capa


Francesco Cecchini


Come fotografo di guerra spero di rimanere disoccupato per il resto della mia vita. Ende Friedman, Robert Capa
Robert Capa, fotografo di guerra odiava le guerre, le fotografava per mostrarne il dramma e l’ assurda crudeltà. Nacque a Budapest il 22 ottobre 1913 da famiglia ebrea. Nel 1931 fu arrestato per attività antifasciste e poco dopo andò a Berlino dove trovò lavoro presso l’agenzia fotografica Dophe. Nel 1932 fu inviato a Copenaghen per fotografare la prima apparizione pubblica di Lev Trockij dopo l’ espulsione dall’ Unione Sovietica. Impresa facile perché Trockij aveva proibito che lo si fotografasse e vi era molto controllo. Capa ci riesci’ armato di una piccola Leica. Le immagini furono di scarsa qualità, ma, considerato il soggetto, furono pubblicate ed ebbero successo. Poco dopo abbandonò la Germania nazista di Hitler e andò in Francia. Qui conobbe la fotografa, Gerda Taro, l’ amore della sua vita e sua grande collabortrice. Alfred Kantorowicz, storiografo tedesco volontario nelle Brigate internazionali, guardandola affascinato la descrisse così: in pantaloni, berretto schiacciato sugli splendidi capelli biondo-rame e un elegante revolver alla cintola. Andò in Spagna assieme a Capa mettendo le loro macchine fotografiche al servizio della Repubblica contro il fascismo. Firmarono, Capa-Taro, lei con la Rollei lui con la Leica, ma scambiandosele spesso. Di molte è ancora incerto quali siano state scattate dalluno o dallaltra, anche è ncerto chi scatto a foto del Miliziano morente. Morì a Madrid il 26 luglio 1937, dopo un tragico incidente a Brunete e Robert Capa non si riprese più per quella perdita.

Gerda Taro e Robert Capa al Café du Dôme a Montparnasse, Parigi.


Dopo Trockij il lavoro di fotografo di Robert Capa prese il volo. Fotografò via via la Francia del Fronte Popolare, la guerra civile in Spagna, in Cina il conflitto con il Giappone, Londra sotto i bombardamenti tedeschi, l’ Africa del nord del 1943, poi l’ Italia, la Sicilia e Napoli, lo sbarco in Normandia, operazioni militari in Belgio, la battaglia di Francia e la liberazione di Parigi, la Germania in rovina dopo la sconfitta, l’ Unione Sovietica nell’ immediato dopoguerra e la Palestina e Israele dal 1948 al 1950. Robert Capa morì nel nord Viet Nam, allora Indocina Francese, a Thai Binh in 1954. La zona era sotto il fuoco intenso dei viet minh e morì a solo 40 anni per aver caplestato una mina a uomo. Se non fosse stato ucciso, probabilmente a avrebbe fotografato a Dien Bien Phu la storica sconfitta del colonialismo francese. Va ricordato che quando la sua salma arrivò negli Stati Uniti volevano seppellirlo nel cimitero di nazionale e militare di Arlngton, ma si oppose la madre affermando: ” No, mio figlio era contro la guerra e non deve essere sepolto tra i militari.”
Ad Abano Terme (Padova) fino al 15 giugno a Villa Bassi Rastighi si terrà un’ importante mostra dal titolo significativo: “Robert Capa. Fotografo oltre la guerra.” con fotografie inedite. Dalla presentazione: un progetto che pone lattenzione proprio su reportage poco noti di Capa, una mostra per scoprire la sua fotografia lontano dalla guerra.
La mostra è promossa dal comune di Abano Terme, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, organizzata da Suarez con Magnum Photos e il patrocinio del Consolato d’ Ungheria. La Tribuna di Treviso è Mediapartner.
A quando una mostra fotografica su Gerda Taro? La maggior parte di foto di Gerda Taro sono conservate nel International Center of Photography di New York, circa 200 comprese i negativi. Il Centro organizza mostre in giro per il mondo, una anche a Milano nel lontano 2009. La fotografa Gerda Taro meriterebbe più mostre in altre città d’ Italia.

Locandina della mostra fotografica ad Abano Terme

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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