Il The New York Times ha rivelato che nel 2017 il comando militare statunitense in Siria decise di far bombardare l’imponente diga sull’Eufrate con ordigni convenzionali di migliaia di chili, raramente usati contro obiettivi civili, mettendo a repentaglio la vita di decine di migliaia di persone se la barriera avesse ceduto.
Scoperti, i responsabili in divisa si sono difesi prima sostenendo che non la diga non risultava essere tra gli obiettivi vietati da colpire, poi che non si puntava in effetti a danneggiarla/distruggerla.
Vien proprio da chiedersi se siano degli infermi di mente, facciano finta di esserlo o se il giornale, nota punta di diamante nel campo dell’informazione dell’associazione a delinquere transnazionale Tel Aviv/Washington volesse tagliare l’erba sotto i piedi di qualcuno?
Syria l’altra faccia della rivolta