Gabriel Boric e Rafael Correa


Francesco Cecchini


Gabriel Boric, che il prossimo 11 marzo entrerà ufficialmente in carica come presidente del Cile, in varie occasioni ha criticato Hugo Chavez, Nicolás Maduro, il chavismo. Un esempio fra i tanti. Mesi fa, quando il Cile ha scelto i membri dell’Assemblea Costituente, anche Nicolás Maduro si congratulò, affermando: “Dopo tante mobilitazioni, repressioni e dolori, il popolo cileno inizia un nuovo cammino. Hanno dato un chiaro segnale del loro clamoroso rifiuto del neoliberismo selvaggio, attraverso il voto popolare. Boric rispose paragonandolo sul rispetto dei diritti umani all’ allora presidente cileno Sebastián Piñera, entrambi non rispettosi di questi.
In una recnte intervista cono Gabriel Boric, la BBC londinese gli ha chiesto se “si vede” in qualcuno dei governanti di sinistra dell’America Latina e ha risposto che non può “trovare” nulla in Nicaragua e che “il Venezuela è un’esperienza piuttosto fallita, e la manifestazione sono i 6 milioni di venezuelani in diaspora. Il 22 gennaio sul suo account Twitter, l’ ex presidente dell’Ecuador Rafael Correa ha così risposto: Gabriel: hai dimenticato il blocco criminale del Venezuela? Al Venezuela viene impedito di vendere il suo petrolio? Quanti cileni sarebbero nella “diaspora” se gli fosse impedito di vendere rame al Cile? È come trovare un annegato in catene e dire che non sa nuotare”.
In questo senso, l’ex presidente ecuadoriano ha sottolineato che ritenere il governo bolivariano responsabile della difficile situazione economica, che è riuscito progressivamente a superare, nonostante tutte le aggressioni dell’ imperialismo americano. Anche il sociologo e politologo Atilio Borón ha risposto a Boric: “URGENTE: il presidente inesperto ha bisogno di lezioni sulla storia dell’America Latina, il colonialismo culturale, l’imperialismo e le relazioni internazionali”.
CONCLUSIONE NON CONCLUSIONE.
Gabriel Boric da presidente del Cile dovrà, per forza prendere in considerazione la reale situazione dei paesi dell’ America Latina, non solo Perù e Bolivia, che afferma di apprezzare, ma Nicaragua, Venezuela, Cuba, Messico e Honduras e il ruolo continuo di sabotaggio degli Stati Uniti. Inoltre nello schieramento che lo appoggia e nel suo recente governo vi sono forze politiche e politici che apprezzano il chavismo passato e attuale.

Hugo Chavez e Gabriel Boric

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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