Proclamata il 15 novembre 1983, la Repubblica Turca di Cipro del Nord è uno Stato de facto non riconosciuto dalla comunità internazionale, ad eccezione della Turchia. La dichiarazione d’indipendenza del 1983 venne infatti respinta tanto dalla Repubblica di Cipro, lo stato riconosciuto internazionalmente, quanto dalle Nazioni Unite. Da allora, la politica di Cipro Nord è stata caratterizzata da un tira e molla di avvicinamenti con il governo meridionale di Nicosia alternati a fasi di maggior coesione con Ankara, che con la sua presenza militare garantisce l’esistenza stessa dell’autoproclamata repubblica.
Nel 2015, l’elezione di Mustafa Akıncı alla presidenza aveva aperto una fase di possibile riconciliazione tra i due stati ciprioti. Akıncı si era infatti candidato come esponente apertamente favorevole alla riunificazione dell’isola e ad un rapporto amichevole ma non sottomesso nei confronti della Turchia. Ciò ha reso il presidente di Cipro Nord particolarmente inviso al leader turco Recep Tayyip Erdoğan, la cui volontà era invece quella di utilizzare la testa di ponte cipriota per sostenere le proprie politiche espansionistiche nel Mediterraneo orientale.
Questo processo di riavvicinamento tra le due entità cipriote ha subito importanti battute d’arresto negli anni successivi, anche a causa delle continue interferenze di Ankara nelle questioni politiche della Repubblica Turca di Cipro del Nord. In occasione delle elezioni presidenziali tenutesi nell’ottobre 2020, il presidente Akıncı ha apertamente accusato Erdoğan di favorire la candidatura dell’allora primo ministro Ersin Tatar (in foto ad un vertice con Erdoğan), candidato del Partito di Unità Nazionale (Ulusal Birlik Partisi, UBP), di ispirazione conservatrice e favorevole alla linea dura nei confronti della Repubblica di Cipro. In contemporanea, i mass media turchi hanno dato vita ad una campagna denigratoria nei confronti di Akıncı per tutte le settimane precedenti le elezioni.
Le interferenze di Ankara hanno portato effettivamente alla vittoria di Ersin Tatar, ponendo fine alle speranze di coloro che peroravano la causa della riunificazione cipriota, dopo che già nel 2017 i colloqui tra le due parti si erano interrotti per via dell’ostracismo di Ankara. Con Tatar che ha assunto la carica presidenziale, nel frattempo, il ruolo di primo ministro è stato assunto prima da Ersan Saner e poi, a partire dal novembre 2021, da Faiz Sucuoğlu, entrambi membri del Partito di Unità Nazionale. In questa situazione, la Repubblica Turca di Cipro del Nord è arrivata alle elezioni legislative dello scorso 23 gennaio.
L’esito delle elezioni ha visto un rafforzamento del partito di governo, che ha visto i propri consensi salire al 39,61%, eleggendo 24 deputati sui 50 che compongono l’emiciclo di Nicosia nord. La prima forza di opposizione resta il Partito Repubblicano Turco (Cumhuriyetçi Türk Partisi, CTP), di ispirazione socialdemocratica e favorevole alla riunificazione cipriota, che comunque ha ottenuto un incremento fino al 31,91% delle preferenze, eleggendo 16 deputati. Entrano in parlamento anche tre deputati del Partito Democratico (Demokrat Parti, DP), tre del Partito Popolare (Halkın Partisi, HP) e due del Partito della Rinascita (Yeniden Doğuş Partisi, YDP).
In base a questi risultati, Faiz Sucuoğlu resterà alla guida di un governo formato dai tre partiti che sostengono la soluzione dei due Stati, ovvero il suo UBP, HP e DP.
Le legislative del 2022 hanno segnato anche la prima partecipazione elettorale del partito di estrema sinistra Via dell’Indipendenza (Bağımsızlık Yolu), che però ha ottenuto solamente l’1,96% delle preferenze, non riuscendo ad eleggere deputati. “I dirigenti e i candidati di tutti i partiti politici che sono entrati in parlamento sono scollegati dal popolo, non sanno quale sia il problema del loro sostentamento”, ha dichiarato il segretario generale Celal Özkızan. In effetti, quasi il 43% degli aventi diritto ha deciso di non recarsi alle urne. “Non sono mai presenti, ma quando arriva il momento delle elezioni, fanno la fila per chiedere i voti. Senza elezioni, nessuno si ricorderebbe del popolo”, ha continuato.
Il partito Via dell’Indipendenza accusa tutti i principali partiti politici nordciprioti di essere strettamente dipendenti dalla Turchia, politicamente ed economicamente. Per questo, la dichiarazione d’indipendenza fatta il 15 novembre 1983 resterebbe fittizia, in quanto la Repubblica Turca di Cipro del Nord sarebbe di fatto un territorio della Turchia, come dimostra la presenza dell’esercito turco nella parte settentrionale dell’isola.
Il partito si prepara ora alla sua azione di opposizione nei confronti del governo, con l’obiettivo di “difendere i diritti dei lavoratori del settore privato, della natura depredata, delle donne, dell’istruzione pubblica e della salute”. “Questi risultati elettorali hanno ulteriormente acuito la nostra determinazione a lottare. Perché, insieme a più di millecinquecento persone che danno voce alle nostre voci e parole, continueremo ad alzare le nostre voci che aumenteranno ancora di più in futuro e dicono che questo è solo l’inizio, la lotta continua. Sposteremo la politica a sinistra”, ha detto il vicesegretario Münür Rahvancıoğlu.
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Giulio Chinappi – World Politics Blog