Riceviamo e pubblichiamo

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Il presidente Kaïs Saïed ha annunciato, domenica 6 febbraio, lo scioglimento del Consiglio Superiore della Magistratura. Michelle Bachelet, Alto Commissario ONU per i Diritti Umani, dichiara che ciò compromette gravemente lo stato di diritto, la separazione dei poteri e l’indipendenza della Magistratura.

Alle parole di Michelle Bachelet fa eco Raoudha Karafi, presidente onorario dell’Associazione dei giudici “La magistratura è l’unica garanzia rimasta in questo periodo di emergenza in cui il presidente detiene il potere esecutivo davanti a un popolo che non ha potere”. Dopo l’annuncio, sono inquiete le organizzazioni per i diritti umani che temono un’aumento della repressione, e lo sono anche i principali donatori occidentali che hanno espresso ‘profonda preoccupazione’ per questa nuova mossa che sempre più’ avvicina la Tunisia al regime dell’uomo solo al comando.

Dopo lo schiaffo alla democrazia del luglio 2021, con sospensione del Parlamento e dell’immunità ai parlamentari, la destituzione del primo ministro Hichem Mechichi, Kais Saied ha assunto l’autorità esecutiva e legislativa impiegando mesi per incaricare un primo ministro. Lo ha fatto sotto pressione internazionale solo il 10 ottobre comunicando la lista dei ministri del governo a guida di Néjla Bouden, donna laboriosa e riservata che dal giorno dell’incarico è ammutolita. Altri parlano al posto posto suo: “Non ha più denaro e le Banche non la finanzieranno più” scrive Business News aggiungendo che l’abitudine di Saied di giocherellare con il bilancio è ormai giunta al termine e che Najla Bouden è sopraffatta dalla realtà: ridotte le pensioni nel servizio pubblico, abolite le prebende ai dipendenti delle società ambientali, mentre insegnanti e forze dell’ordine hanno incassato in ritardo la retribuzione di gennaio.

Saied tiene strettamente in mano il potere e ne concede porzioni a sua discrezione, come il 9 dicembre quando con una circolare ha vietato ai ministri di negoziare con i sindacati, riservando tale facoltà alla Bouden; l’Ugtt denuncia questo sbarramento come violazione della Costituzione e del diritto internazionale del lavoro. Accade a tutti gli autocrati di temere gli oppositori: con un’accusa di corruzione o terrorismo Saied può facilmente mettere i non allineati fuori gioco. Gli autocrati si circondano di personaggi che ne alimentano gli atteggiamenti paranoidi e che conducono proprie battaglie. Di fatto il Ministro degli Interni ha indotto alle dimissioni Nadia Akacha, Direttrice del Gabinetto Presidenziale, stretta collaboratrice e consigliera di Kais Saied.

Il Referendum Costituzionale

A dicembre, con un comizio televisivo, Saied ha annunciato il Referendum Costituzionale per il  25 luglio, primo anniversario del colpo di stato. Si baserà sui risultati di una consultazione pubblica online dal 14 gennaio, poi slittata al 20, che si chiuderà il 20 marzo. I cittadini si devono iscrivere (link) e rispondere a un questionario; chi non ha accesso a Internet, circa il 45% della popolazione, e i tunisini della diaspora la cui partecipazione è incerta “potranno esprimere le loro opinioni ai comitati locali in tutto il paese.”
L’iniziativa non convince: il direttore generale dell’Istituto Nazionale di Statistica, alla richiesta di coinvolgere l’istituto nella consultazione, si è dimesso. Nascono organizzazioni contrarie e puntano il dito sulla nebulosità riguardo alla privacy e su come verranno elaborate in chiare proposte le opinioni espresse. Si chiede il boicottaggio nel timore che l’iniziativa sia uno spreco di denaro pubblico per un progetto personale del Presidente, avente lo scopo di distrarre o minare altre iniziative popolari con le quali i cittadini cercano di influire sulla conduzione politica del paese.

Finora, l’opposizione politica è divisa o inerte e la repressione si concentra soprattutto sul più grande partito politico, l’islamista moderato Ennahda che negli anni aveva deluso e si era fatto vari nemici anche fra le altre frange dell’opposizione. Scrive Haaretz “È possibile che la decisione di Saied di perseguire la magistratura possa convincere più gruppi della società civile a mobilitarsi contro di lui. Il capo del Consiglio superiore della magistratura, Youssef Bouzakher, ha avvertito che i giudici “non taceranno.” Tuttavia, la magistratura non è molto popolare per l’incapacità di sradicare la corruzione o di assicurare alla giustizia i responsabili degli abusi passati, ed è accusata di aver coperto per motivi politici i responsabili dell’assassinio nel 2013 del politico laico Chokri Belaid“.
Mustapha Kamel Nabli, ex Governatore della Banca Centrale della Tunisia si dichiara costernato “ll paese è da tempo entrato in una “trance collettiva” … una danza pazza incontrollata, che non obbedisce ad altra logica se non quella delle fantasie, delle emozioni, degli impulsi e delle pulsazioni “primarie”. Il risultato è una totale e diffusa disconnessione dalla realtà. Per “paese in trance” intendo tutti i suoi cittadini, le organizzazioni politiche, sociali e civiche, i vari gruppi di individui, i leader politici, gli opinion leader, i media e persino i suoi intellettuali, tutte le categorie sociali, tutte le età, tutte le tendenze politiche, tutti i livelli di istruzione, tutte le professioni. 
Le eccezioni sono rare, la loro voce si perde nella massa e diventa impercettibile!”

Maria Carla Canta

Di AFV

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